domenica 16 febbraio 2014

SPERIAMO CHE TUTTI I VIVISETTORI RINASCANO ANIMALI DA VIVISEZIONE E SIANO CONSAPEVOLI CHE STANNO PAGANDO PER QUELLO CHE HANNO FATTO A MILLIONI DI POVERI ANIMALI INNOCENTI

Come rispondo alle dichiarazioni di Garattini fatte il giorno 11 novembre 2013 in una intervista (vedi il link in fondo).

1) Garattini: «(…) piantiamola di usare la parola “vivisezione”. Non indica più nulla di ciò che si fa in laboratorio».

1) Risp.: Si deve smettere di negare che la s.a. è VIVISEZIONE e cioé: "OGNI esperimento INVASIVO su animali vivi, anche quando non comporti “sezione”. (vedi: http://www.hansruesch.net/)

-- Dal Dizionario De Mauro, [ed. Paravia]
Vivisezione: s.f. dissezione anatomica di animali vivi effettuata a scopo di studio e sperimentazione | estens., qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l'esposizione a radiazioni, l'inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc.

-- Dice l’Enciclopedia Americana, alla voce vivisezione:
“il termine si applica ad ogni tipo di sperimentazione sugli animali, sia che questi vengano sezionati o no.”

-- il Merrian-Webster, dizionario che fa testo nelle maggiori Università statunitensi, alla voce vivisezione dice:
“ogni forma di sperimentazione animale, specie se provoca sofferenza al soggetto”.

(Leggete la direttiva sulla vivisezione 2010/63/EU - http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ%3AL%3A2010%3A276%3A0033%3A0079%3AIT%3APDF)

- Vedi ad es.qui l'Allegato VIII della direttiva della vergogna:http://www.facebook.com/photo.php?fbid=560333460711171&set=a.530716690339515.1073741844.469925656418619&type=1&relevant_count=1

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2) Garattini: «Perché l’uso di cavie è una pratica indispensabile per progredire nella medicina. Il problema principale è che non si riesce a parlarne in modo serio e limpido».

2) Risp:: Il problema è che se si parlasse in modo serio e limpido di queste "ricerche scientifiche", non si sentirebbero ancora, nel 2013, affermazioni assurde come «"l’uso di cavie è una pratica indispensabile per progredire nella medicina"»
Frasi che sono prive di qualunque fondamento scientifico!
(Leggi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=480767688667749&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src)
Inoltre la prova definitiva che la ricerca sperimentale è vana su creature viventi la si ebbe in Germania durante la seconda guerra mondiale.
Le decine di migliaia di esperimenti compiuti dai 200 medici tedeschi sui prigionieri dei Lager, che presumibilmente rappresentavano un "materiale" biologico ben più attendibile di qualsiasi animale, non ottennero il minimo risultato pratico, non avanzarono la scienza medica di un sol passo, non portarono alla scoperta di un solo farmaco, di una sola nuova tecnica operatoria; rappresentarono insomma uno spreco totale di "attività di ricerca" da parte dei cosiddetti "scienziati" — che però non erano aguzzini delle SS, bensì medici praticanti — e un mare di sofferenze per le vittime. Ma portarono alla riprova di quanto sia assurdo nella ricerca medica il metodo sperimentale.
(Vedi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475836889160829&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src)

Allo stesso tempo l'uso dei modelli animali nella vivisezione è una pratica mai validata scientificamente proprio perché non ne ha i presupposti.

Questo articolo (http://nihrecord.od.nih.gov/newsletters/2013/06_21_2013/story1.htm ) fa riflettere sul fatto inconfutabile che "l'uomo non è un ratto di 70 kg" e che si deve cominciare ad utilizzare la medicina personalizzata investendo nella ricerca che generi nuova conoscenza riferita ai dati clinici umani (e non animali) personalizzando i risultati. Infatti, Zerhouni si lamenta dicendo: "Ci siamo allontanati dallo studio delle malattie umane negli esseri umani " (…) "Con la possibilità di attivare o disattivare qualsiasi gene in un topo, che "non ci può citare in giudizio" …
Zerhouni ha fatto una "battuta" sull'affidamento che i ricercatori fanno sui dati animali. Infatti aggiunge:
"Il problema è che non ha funzionato, ed è il momento di smettere di ballare intorno al problema ... Dobbiamo rimettere a fuoco e adattare nuove metodologie per l'uso nell'uomo e di comprendere la biologia della malattia negli esseri umani".

L'importanza del significato NIH: I National Institutes of Health (Istituti Nazionali di Sanità, abbreviati in NIH) sono un'agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti. Nati nel 1930, in seguito al Ransdell Act, sulle ceneri del precedente Laboratory of Hygiene, fondato nel 1887, hanno inizialmente assunto la denominazione al singolare (National Institute of Health). Oggi gli Istituti sono uno dei centri più avanzati a livello mondiale ed il punto di riferimento negli Stati Uniti nella ricerca biomedica.
Gli NIH sono infatti la prima agenzia del governo degli Stati Uniti per quanto riguarda la ricerca biomedica. Gli NIH sono infatti responsabili di circa il 28% - circa 26.4 miliardi di dollari - dei fondi totali utilizzati annualmente negli Stati Uniti per la ricerca biomedica (la parte restante proviene quasi interamente dai privati)

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3) Garattini: «Se usiamo la parola “vivisezione” sono il primo a essere inorridito. Letteralmente vuol dire “sezionare i viventi”, cosa che però non avviene nei laboratori, dove gli animali non vengono affatto aperti in maniera brutale, bensì sono soggetti ad analisi ed esperimenti sempre in sicurezza, nel rispetto di tutte le norme (…)»

3) Risp.: Per tormentare un essere sensibile, non è indispensabile sezionarlo: si può essere altrettanto ciecamente crudeli affamandolo, inoculandogli malattie, affaticandolo fino alla morte, avvelenandolo, ecc. (vedi:http://www.facebook.com/photo.php?fbid=564834836927700&set=a.504882349589616.1073741840.469925656418619&type=1&relevant_count=1)
É stato appurato che vivisezione ed s.a. sono sinonimi quando si tratta di "ogni esperimento INVASIVO su animali vivi, anche quando non comporti “sezione", quindi la brutalità sta nel negare l'evidenza della enorme sofferenza che gli pseudoricercatori provocano sugli animali quando intervengono crudelmente sulle loro vite snaturandoli e violentandoli in ogni secondo di quell'inferno che sono i laboratori di vivisezione.
(Leggi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=560333460711171&set=a.530716690339515.1073741844.469925656418619&type=1&theater)

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4) Garattini: «Perché sul piano etico io posso capire le persone che non vogliono che vengano maltrattati gli animali. Però da questi vorrei coerenza: non si dovrebbe mangiare carne, né tanto meno usare farmaci. Ancor di più non si dovrebbe ricorrere a medicinali per i propri cani e gatti, perché tutti i farmaci che si usano per gli animali domestici arrivano dalla sperimentazione fatta dagli uomini, attraverso quelle pratiche che loro stessi contestano.»

4) Risp.: Queste affermazioni sono assolutamente incredibili, perché parlare di vivisezione e di "coerenza" paragonando l'argomento con l'alimentazione carnivora, è un atteggiamento paradossale infatti è risaputo che ci sono anche vivisettori che seguono l'alimentazione vegana (ovviamente per scelta salutistica) ed inoltre è una affermazione fuorviante perché se molte persone non vogliono che gli animali siano maltrattati, non è che "l'argomento sono le persone", bensì il MALTRATTAMENTO degli animali. Un po' come quando il dito indica la Luna e molti si fermano a guardare il dito che la indica!
La questione del "non prendere farmaci" è un'altra affermazione fuorviante dal momento che prima dell'immissione in commercio vengono per legge testati sulla specie umana dalla quale si avrà la prima ed unica indicazione relativa all'essere umano. Ogni informazione che si ha rispetto alle cure per la specie umana deriva dall'esperienza fatta sulla stessa e non sugli animali.
Quindi piuttosto è il caso di "evitare di prendere farmaci" perché fanno più male che bene, e non per altri fantomatici motivi.
Stesso discorso vale per gli animali domestici, dal momento che la vivisezione è assolutamente inattendibile anche per la veterinaria:

Andre Menache è un chirurgo veterinario, direttore scientifico di Antidote Europe (Comitato scientifico francese costituito prevalentemente da medici e ricercatori che si battono per una ricerca biomedica responsabile, sicura, scientificamente) fondato da Claude Reiss, famoso tossicologo molecolare (che è stato per 30 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Consiglio nazionale per la ricerca francese (Cnrs) il quale sostiene che i test di tossicità sugli animali sono “inutili e dannosi” (http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2012/05/16/news/test-sugli-animali-inutili-e-dannosi-1.43212) Come pure afferma che "Gli esseri umani non sono dei ratti di 70 kg" Les humains ne sont pas des rats de 70kg:http://antidote-europe.org/campagnes/humains-ne-sont-pas-rats-70kg/

Andre Menache, rispondendo ad una domanda sulla vivisezione (http://www.equivita.it/Risposta_a_una_domanda_comune.htm ) dice:

come chirurgo veterinario, non testerei un farmaco per pappagalli su cavalli da corsa bensì su dei pappagalli e su dei pappagalli malati, non sani.

I farmaci possono provenire da diverse fonti, tra cui i funghi e le piante. Inizierei per tanto col cercare di individuare qualche attività farmacologia interessante nelle piante, nei funghi, in campioni di terra ecc …, utilizzando le tecniche dello Screening ad alta resa (High Throughput Screening – HTS), in cui il nuovo composto viene confrontato con sostanze chimiche già farmacologicamente attive. Questa scienza è già ampiamente praticata ed è nota come “Relazione quantitativa struttura-attività” (Quantitative Structure Activity Relationships - QSAR).
Questo approccio non prevede l’uso di animali.
Successivamente, sperimenterei il farmaco su cellule di pappagallo ottenute da tessuti acquisiti in modo etico

Utilizzare cellule singole, consente di farsi una prima idea della sicurezza o tossicità del farmaco rispetto a quelle particolari cellule.
Il passo successivo sarebbe quindi mimare l’intero organo utilizzando sezioni di organi e passare poi alla sperimentazione del farmaco su un sistema multi-organo. A questo scopo può essere utilizzata la tecnica del lab on chips e dei microfluidi. In entrambe, il farmaco viene prima introdotto in un comparto contenente ad esempio cellule dell’intestino e successivamente passa insieme ai propri metaboliti in un comparto contenente cellule epatiche, quindi attraverso cellule ematiche, renali e possibilmente di altro tipo (della specie in questione).

Il sistema appena delineato è scienza di buona qualità in quanto è specie-specifica e non comporta morte e sofferenza gratuite per gli animali.
A questo punto, se tutte le opzioni non invasive sono state percorse, testeremo il nuovo farmaco su un pappagallo già malato che possa essere un candidato idoneo alla sperimentazione del farmaco.

Marco Mamone Capria spiega su un articolo pubblicato nel 2003 su Biologi italiani, il perché non c'è riproducibilità neppure nella stessa specie. (Fonte:http://www.hansruesch.net/articoli/bigi03.pdf - Vedi:http://www.hansruesch.net/risorse.htm )

È un fatto che i risultati della somministrazione di uno xenobiotico o dell’esposizione a un certo agente o procedura sono soggetti a variazioni che rendono necessaria un’estrema cautela nel generalizzarli anche entro la stessa specie. Per esempio:
• Come già ricordato (§5), il cortisone è teratogeno solo su alcuni ceppi di ratti (si è visto che variando il ceppo murino gli effetti prodotti sono quasi sempre notevolmente diversi); ed è stato anche detto degli esiti incostanti dell’annullamento di un gene nei topi (§4). -http://www.facebook.com/photo.php?fbid=494260677318450&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src

• Il dietilstilbestrolo (DES) riduce l’incidenza di tumori in ratti Sprague-Dawley outbred, ma li produce nel 70% dei ratti ACI inbred. (rif. 34)

• Il “Dose letale 50” (LD 50) è un test di tossicità acuta che risale al 1927, e che è inteso a determinare la dose di una determinata sostanza che, somministrata al campione di animali, ne fa morire la metà entro 14 giorni. (rif. 35)

Uno studio complessivo risalente agli anni 1970 mise però in evidenza che nelle prove eseguite di sera morirono quasi tutti i ratti; in quelle eseguite di mattina sopravvissero tutti. Nelle prove eseguite in inverno la sopravvivenza risultò doppia rispetto alle prove eseguite in estate. Prove con sostanze tossiche eseguite su topi stabulati in gabbie affollate portarono a morte quasi tutti gli animali; sopravvissero, invece, tutti i topi stabulati in condizioni normali. [Croce 2000, p. 10]
Ulteriori analisi hanno pienamente confermato questa variabilità. (rif. 36)

Animali della stessa specie e ceppo possono rispondere in vari modi a un dato composto, ed esaminatori diversi possono ottenere risultati diversi dallo stesso test. (rif. 38)

In uno studio del 1971, 25 laboratori sottoposero al Draize test 12 sostanze già note come irritanti; il confronto tra le valutazioni dei vari laboratori rivelò una “variazione estrema” e gli autori del rapporto raccomandarono che questo tipo di prova non fosse inserita in nessuna nuova normativa. (rif. 39)

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=494664513944733&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src


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5) Garattini: «Si è cominciato a dire che usare le cavie è “cattiva scienza” e porta a dati poco interessanti perché gli animali sono troppo diversi dall’uomo. Ma questo non è vero, significa negare i tanti sviluppi della medicina di questi decenni. E dato che non vogliamo eludere il problema di come curare le sofferenze dell’uomo, allora viene subito spontanea la domanda: cosa facciamo in alternativa?».

5) Risp.: Non si può semplicemente dire che "non è vero" adducendo ad inesistenti sviluppi della medicina attribuiti all'uso degli animali, che sono affermazioni prive di documentazione scientifica che si possa definire inconfutabile. Riguardo alla domanda che "sorge spontanea" all'intervistato e cioè "cosa facciamo in alternativa", rispondo che PRIMA DI TUTTO NON SI DEVE NUOCERE e poi si può fare la vera ricerca che non usa animali per curare la specie umana.

Hans Ruesch (padre dell’Antivivisezionismo scientifico, Scrittore e Storico della medicina) scrisse:

"…..Presumo che la Montalcini voglia dare da bere ai suoi lettori che gli analgesici e gli anestetici devono la loro esistenza alle prove sugli animali. Questo infatti nel contesto è sottinteso. Senonché basterebbe un briciolo di senso logico per capire che ciò proprio non poteva essere.

Fin dal 1906 è stato ufficialmente stabilito da una Royal Commission d'inchiesta sulla vivisezione voluta dalla Regina Vittoria che "la scoperta dell'anestesia non deve nulla alla vivisezione".

Nel libro Imperatrice Nuda ho descritto con dovizia di dati storici come la scoperta dell'anestesia, dovuta ad un caso, venne fatta sull'uomo, e il suo perfezionamento fu il risultato di una collaborazione tra dentisti, farmacisti, e chirurghi tedeschi e americani, che provarono gli effetti su se stessi o su amici. Così anche l’anestesia locale venne scoperta sulla persona del suo inventore, il medico tedesco August Bier, che entrò nella storia della medicina nel 1899 facendosi iniettare una soluzione dell’1% di cocaina nella spina dorsale per sperimentarne gli effetti. Perché mai la Montalcini fa finta di non saperlo? O non lo sa davvero? Come quando scrive: "Malattie infettive e parassitarie che ancora all’inizio del secolo facevano strage, particolarmente nella fascia dei più giovani, sono nei Paesi più progrediti quasi completamente scomparse".
Dato che la cara signora ancora non specifica, dobbiamo presumere che si riferisce a quanto fanno credere i suoi colleghi vivisettori (Garattini, Malliani & C.) quando in televisione o sui giornali fanno gli imbonitori della vivisezione ben sapendo che non ci sarà contraddittorio.

Però mentono, sapendo di mentire, quando affermano che le grandi epidemie del medioevo sono scomparse grazie alle vaccinazioni e che queste sarebbero dovute alle prove sugli animali.
Invece la storia della medicina dimostra, e su questo punto tutti gli storici della medicina sono d’accordo, che le epidemie hanno cominciato a declinare in concomitanza con le migliorate condizioni economiche e con l’introduzione dell’igiene, secoli prima che venissero introdotte le vaccinazioni.
La peste bubbonica che fece strage nel medioevo seguì il ciclo di tutte le epidemie, per poi scomparire da sé, senza vaccinazioni; difatti, ben due secoli prima che il Potere medico (che poi è il Potere “tout court” ) non scoprisse le enormi possibilità di guadagno che offriva la truffa delle vaccinazioni di massa, offerte “gratuitamente”, all’insegna della filantropia, ma in verità pagate salatamene dai contribuenti ignari, non solo in forma di tassazione ma di gravi malattie.
Truffa?? Certamente, perché se da un lato manca qualsiasi prova statistico-scientifica dell’efficacia preventiva delle vaccinazioni (le varie epidemie sono regredite nei Paesi in cui non c’è stata vaccinazione di pari passo come in quelli in cui c’è stata vaccinazione massiccia), dall’altro lato le prove scientifiche dei danni ingenti, spesso mortali, causati dalle vaccinazioni riempiono volumi interi. (Leggi ad esempio “Intossicazione Vaccinale” di Delarue, ed. Feltrinelli, e tanti altri).
Superfluo aggiungere che tali opere vengono ignorate dalla grande stampa con la medesima solerzia con cui i fatti vengono ignorati dai vari ministeri della Sanità, che non sono mai al servizio del cittadino bensì al servizio dell’industria. Ma ogni tanto qualche notizia trapela, poi presto dimenticata, come ogni grido nel deserto, (…)

Gli animali non c'entrano minimamente e nemmeno i farmaci, compresi gli antibiotici, la cui scoperta non fu affatto dovuta agli animali. (…)" (Tratto da: “Hans Ruesch replica alla signora Rita Levi Montalcini”, CIVIS, Fondazione Hans Ruesch per una Medicina senza Vivisezione, Numero 1, Estate 1990 -http://www.hansruesch.net/fr_ita/n.%201%20estate%2090.pdf -http://www.hansruesch.net/RapportiCivis.htm).

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6) Garattini: «Computer, cellule, simulazioni… Anche Rifkin nel suo articolo vi accenna, così come gli animalisti parlano sempre con grande enfasi delle metodologie alternative. Ma evidentemente non sanno che queste attività le pratichiamo già tutti i giorni in laboratorio, e che in realtà sono complementari al lavoro sugli animali.»

6) Risp.: É fuorviante parlare di "animalisti" quando si affronta l'argomento della vivisezione dal punto di vista scientifico, quindi sarebbe corretto confrontarsi con le dichiarazioni di tutti quegli scienziati, medici, veterinari, ricercatori, ecc. che considerano la vivisezione una falsa scienza ieri come oggi.
Vedi:
http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2012/05/16/news/test-sugli-animali-inutili-e-dannosi-1.43212

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475450822532769&set=a.475450752532776.1073741834.469925656418619&type=3&theater

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=481181778626340&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=537547086323142&set=a.504882349589616.1073741840.469925656418619&type=3&theater

(Vedi anche: http://questaitalia.wordpress.com/2013/12/02/lo-sfogo-di-un-chirurgo-italiano-la-medicina-ufficiale-non-cura-lenisce-i-sintomi-generando-nuove-malattie/)

Per rispondere riguardo la "complementarità" cito il Prof. M. Mamone Capria: "Quello della complementarità è, nonostante l'intenzione conciliativa, forse l'argomento più inconsistente. Il punto è che non è vero che, di regola, gli esperimenti su animali precisino o consolidino i risultati ottenuti sulle colture cellulari umane, chip genetici, simulazioni al computer ecc. Gli esperimenti su animali danno risultati disparati e perennemente reinterpretabili, possono cioè essere usati per confermare o smontare qualsiasi risultato ottenuto per altra via. Nel quadro della ricerca biomedica sono non una scialuppa di salvataggio, ma una mina vagante. (...) " (M. Mamone Capria, 06-03-2012)

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7) Garattini: «D’altra parte, c’è un discorso logico: gli animali, dicono gli animalisti, non vanno bene perché somigliano poco all’uomo. Ma le metodologie alternative si basano sull’uso di poche cellule in coltura, che quindi sono ancora meno simili all’uomo. Chiunque ha un po’ di buonsenso può capire che un gruppo di cellule isolate è troppo più semplice rispetto a un organismo vivente, che invece ha una straordinarietà unica.»

7) Risp: Per rispondere alla dichiarazione sulle cellule in coltura, per riferirsi alle metodologie che non usano gli animali, si pensi solo alla TOSSICOGENOMICA che studia gli effetti delle sostanze tossiche sul genoma delle cellule umane (si può ottenere la lista completa delle aggressioni biologiche provocate dal prodotto in esame, le modifiche a lungo termine della cellula ed in particolare il danno potenziale all’intero organismo umano).
Da più di un decennio si è sviluppata, sulla base dei principi della biologia moderna, una tossicologia scientifica di cui fa parte la tossicogenomica, una tecnologia che permettere di fare ricerche veloci, affidabili ed economiche. Portata avanti anche da Claude Reiss, famoso tossicologo molecolare che è stato per 30 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Consiglio nazionale per la ricerca francese (Cnrs) ed è fondatore di Antidote Europe (http://antidote-europe.org/), associazione costituita prevalentemente da medici e ricercatori (come André Menache, oggi Direttore Scientifico di Antidote Europe) che si battono per una ricerca biomedica scientificamente responsabile e sicura.

Chiunque ha un minimo di buonsenso può capire che il modello animale non può in alcun modo essere predittivo per la specie umana che ha appunto una straordinarietà unica. Pensiamo al meccanismo che regola il trasporto di molecole dentro le cellule, una «modalità di controllo estremamente precisa con cui le cellule organizzano il sistema di trasporto e distribuzione del proprio carico». Quello del trasporto cellulare è un meccanismo delicatissimo da cui dipendono funzioni fondamentali, come l’attivazione delle fibre nervose o il ruolo degli ormoni nel metabolismo. Come in un grande porto o in una stazione, dove confluiscono continuamente mezzi carichi di merci, nelle cellule c’è un continuo viavai di molecole (ormoni, neurotrasmettitori, citochine, enzimi): tutte queste sostanze devono essere smistate verso la destinazione corretta all’interno della cellula o trasportate al di fuori delle cellule. E ogni passaggio deve avvenire al momento giusto. I cargo addetti al trasporto sono minuscole “bolle”, vescicole circondate da membrane che trasportano le molecole da un organello all’altro delle cellule o che fondono la loro membrana con quella della membrana esterna della cellula per trasportare le molecole all’esterno delle cellule stesse.

Infatti a proposito del meccanismo di trasporto delle cellule, lo stesso Garattini in questo articolo afferma che è «fondamentale anche per capire il meccanismo d’azione di molti farmaci, e per scoprirne e svilupparne di nuovi, perché le vescicole-navicella possono anche diventare bersagli per lo sviluppo di nuove medicine» vedi: http://www.corriere.it/salute/13_ottobre_07/nobel-la-medicina-scopritori-sistema-trasporto-dentro-cellule-8606ec84-2f34-11e3-bfe9-e2443a6320c1.shtml


Abbiamo metodi come la ricerca epidemiologica, i modelli matematici, le culture di cellule e di tessuti in vitro, ecc. che permettono piccoli passi sicuri e in linea retta (e non promesse mirabolanti come quelle mai mantenute dai sostenitori della falsa scienza): http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475453669199151&set=a.475450752532776.1073741834.469925656418619&type=3&src
Per molte prove veramente scientifiche l’informazione è localizzata ma sufficiente (ad esempio per valutare una sostanza, come un cosmetico, che può entrare a contatto con l’occhio, con la pelle, ecc. oppure per studiare una sostanza farmacologica che, entrando a contatto con il DNA, può dare effetti cancerogeni o teratogeni); è meglio avere solo informazioni parziali ma affidabili che avere molte informazioni, come quelle ottenibili dall’animale in toto, ma nessuna di queste indicativa per l’uomo; non si pretende di sostituire un organismo con una singola cellula bensì con un insieme di metodologie. Solo con un insieme di colture cellulari e tissutali epatiche, cardiache, renali, nervose, ecc., si può iniziare a riprodurre, utilizzando programmi informatici, l’intero organismo.

- Un sistema di colture cellulari in 3D a più camere (MCMB o Bioreattore Multi-Compartimentale Modulare) che permette di riprodurre la complessità dell'organismo in vivo e dell'interazione organo-organo

- E' stata realizzata (da Paul Vulto) una piastra di coltura in 3D su cui è possibile far crescere micro-organi; il rivoluzionario chip permette di testare contemporaneamente 35 composti con lo scopo di studiare l'efficacia e gli effetti collaterali di nuovi farmaci. Organs on a Chip: Harvard Plans to Recreate the Human Body on Silicon - 26 Luglio 2012

- la farmacogenomica, i simulatori metabolici, la proteomica (che consiste nell'identificazione sistematica di proteine e nella loro caratterizzazione rispetto a struttura, funzione, attività, quantità e interazioni molecolari),

- Metodi in vitro: Da quarant’anni all’Università di Genova c’è un laboratorio che non fa ricorso alla sperimentazione su animali. Dicono: "fondamentalmente il metabolismo degli animali è diverso da quello dell'uomo e questa è la base di partenza":

- Nel 2011, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Roma Tor Vergata è stato inaugurato il CeSiMet, il Centro di Simulazione Medica e Training: una sala operatoria virtuale, un reparto di cardiologia e pneumologia a disposizione degli studenti del Corso di laurea di Medicina in cui vengono simulate tutte le condizioni del paziente.

- In Brasile è stato inventato un cane robot per poterlo utilizzare nella esercitazione della didattica universitaria di veterinaria.

l MRMC/Medical Research Modernization Committee (Comitato Medico per la Modernizzazione della ricerca) - http://mrmcmed.org/ - è un’organizzazione non profit costituita da medici e scienziati che studiano e promuovono metodi di ricerca efficaci, affidabili ed economicamente convenienti.

- Esiste INTERNICHE (http://www.interniche.org/) il potente network internazionale di promozione e sviluppo dei metodi sostitutivi nella didattica.

- All'interno dei Ca' Granda Seminars, incontri in cui la Fondazione Ca' Granda ospita letture magistrali dei più importanti esperti italiani sui temi della medicina e della ricerca, è stato dedicato un incontro alla medicina personalizzata.

Queste informazioni dovrebbero far capire che test veramente scientifici ed incruenti sono già praticati e praticabili se c'è la volontà di farlo.

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8 ) Garattini: «Come posso sapere se un farmaco diminuisce il dolore per l’uomo guardando semplicemente un gruppo di cellule? Come posso sapere se non provoca, ad esempio, mal di stomaco?»

8 ) Risp.: Come possono gli scientisti arrogarsi il diritto di sapere se il farmaco "diminuisce il dolore" per l'uomo guardando un essere vivente di specie diversa che non ha la parola, non si esprime e non reagisce come gli esseri umani! Come possono sapere se il farmaco non provoca, ad esempio, mal di stomaco! ed anche se riscontrassero delle sintomatologie riferite allo stomaco non è detto che le stesse evidenze si possano riscontrare anche nella specie umana. Quindi di fatto i test su animali sono assolutamente inutili!

Una breve selezione dei metodi di ricerca innovativi ed esenti da sperimentazione animale:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=567738353304015&set=a.471170426294142.1073741832.469925656418619&type=1&relevant_count=1

Le colture in vitro di cellule e tessuti hanno dimostrato di essere potenti mezzi di ricerca
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=540952025982648&set=a.471170426294142.1073741832.469925656418619&type=3&src

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9) Garattini: «Topi, ratti e tutte le specie animali hanno in comune con l’uomo molte cose: gli stessi organi, la stessa circolazione del sangue, un cervello, un cuore che pompa, il sistema nervoso, quello endocrinologico, un sistema immunitario fatto con le stesse componenti…»

9) Risp.: Nessuna specie animale può costituire modello sperimentale di nessun'altra specie; soltanto un giudizio grossolano può accontentarsi di somiglianze morfologiche come "anche il cane, come l'uomo ha una testa, due occhi … un fegato, un cuore ecc." (vedi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475468749197643&set=a.475450752532776.1073741834.469925656418619&type=3&permPage=1)

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10) Garattini: «Oggi poi con la genomica sappiamo che il sistema genetico è fondamentalmente uguale, si differenzia solo da specie a specie per alcune componenti particolari.»

10) Risp.: LONDRA – 2012: Se finora sapevamo che il nostro Dna al 98% era uguale a quello del topo, ora potremo sapere finalmente perché siamo tanto diversi da questo roditore. Una nuova mappa del Dna umano. La nuova “cartina” chiamata Encode, definita dagli studiosi “l’enciclopedia del genoma umano”, ha rivelato uno scenario sul patrimonio genetico dell’uomo più ricco e complesso di quello che si immaginava fino a un decennio fa. Il team di scienziati spiega che non è il singolo gene, ma la loro rete che rende il genoma umano dinamico.
http://www.repubblica.it/scienze/2012/09/05/news/scoperta_la_nuova_mappa_del_dna_umano_ora_capiremo_cosa_ci_rende_diversi_da_topi-42008087/

(vedi:http://comitatodilibericittadiniperladifesadeglianimali.wordpress.com/2013/11/08/10-informazioni-scientifiche-di-rilievo/)

Gli animali e la specie umana sono organismi diversamente complessi e la dimostrazione si può riscontrare nel fatto che proprio l’evidente diversità fenotipica tra uomo e scimpanzé o topo nonostante la loro prossimità genomica dovrebbe bastare a mostrare la temerarietà di estrapolare, sulla base di tale prossimità, risultati dall’uno all’altro.
Il divario tra l’esiguità delle differenze genomiche e l’enormità delle differenze fenotipiche è una prova di più che in biologia differenze minime possono causare effetti divergenti. http://www.facebook.com/photo.php?fbid=494260677318450&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src


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11) Garattini: «La sperimentazione animale va vista non come lo specchio della sperimentazione umana, ma come un modello. D’altronde, è così in ogni attività scientifica: se uno decide di costruire un aeroplano non va diretto in officina ad assemblare i pezzi, ma prima fa dei modellini e li sottopone a delle prove».

11) Risp.: Sarebbe anche il caso di finirla con questa arcaica visione meccanicistica della Biologia: "Nessuna specie animale può costituire modello sperimentale di nessun'altra specie"! (http://www.facebook.com/media/set/?set=a.475450752532776.1073741834.469925656418619&type=3)

Un sistema viene studiato definendone le proprietà collettive che vanno intese come RELAZIONI di una RETE; se eventualmente ci interessa, possiamo anche studiare le single parti, ma le relazioni sono indipendenti il più delle volte dalla proprietà che hanno le singole parti. Nelle reti, nei sistemi complessi, questo è un metodo abbastanza diffuso. (vedi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=488003141277537&set=a.488000174611167.1073741839.469925656418619&type=3&theater)

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12) Garattini: «Se i dati sono negativi ciò non significa che li buttiamo via. Faccio un esempio: se nel ratto si è scoperto che è difficile ridurre l’arteriosclerosi, allora questo non vuol dire che il lavoro fatto sul ratto risulta inutile. Il fatto di capire perché lì non avvenga la riduzione di arteriosclerosi ci permette di acquisire conoscenze che poi aiutano a capire le dinamiche di questa malattia nell’uomo»

12) Risp.: É incredibile ritrovare ancora nel 2013 questo pensiero così assurdamente riduzionista. La fallacia del metodo vivisezionista si esprime anche precludendo l'impiego di farmaci benefici.
Ad es. il Prof. Thomas Hartung, noto tossicologo di fama mondiale, disse che se oltre 100 anni fa, ovvero all'atto della commercializzazione dell'aspirina, fossero esistiti gli attuali enti regolatori, che basano la valutazione degli effetti di nuovi farmaci sulla sperimentazione animale prima di provarli su esseri umani, probabilmente l'aspirina non sarebbe mai stata immessa sul mercato. Infatti la comune aspirina, che da un secolo l'umanità consuma a tonnellate, causa malformazioni negli embrioni con conseguenti nascite deformi nei ratti ed in altre specie animali rivelandosi per questi teratogena;
Può per es. essere letale per il gatto con dosaggi superiori a 10 mg / Kg ogni 72 ore.

-- C'è il grande esempio della penicillina, che non sarebbe mai entrata in uso se invece che sui topi la si fosse sperimentata sulle cavie, poiché queste ne rimangono fulminate (cavie che di solito utilizzavano per quei tipi di test, ma che per combinazione in quel momento non erano disponibili) infatti coloro che ricevettero il premio Nobel per la scoperta della penicillina dissero:
«Fu una fortuna che nelle prove iniziali di tossicità noi impiegammo topi, perché se avessimo impiegato le solite cavie avremmo concluso che la penicillina è tossica, e probabilmente non avremmo superato le difficoltà di produrre la sostanza per provarla sull'uomo.»
Sir Howard Florey, premio Nobel insieme a Fleming e Ernst Boris Chain per la scoperta della penicillina, in Conquest, gen. 1953, p. 12.)

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475834802494371&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&theater

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13) Garattini: «noi ricercatori siamo i primi a non volere sofferenze per gli animali, per una ragione squisitamente scientifica: incapparvi nei nostri studi aggiungerebbe un tema da studiare, e così non ci dedicheremmo più all’argomento prescelto, bensì a questa sofferenza»

13) Risp.: Prima (vedi punto 4) si legge la frase di Garattini dove dice: "sul piano etico io posso capire le persone che non vogliono che vengano maltrattati gli animali" … ed al punto 8, invece, rispetto al farmaco dice: "Come posso sapere se non provoca, ad esempio, mal di stomaco?" Quindi sta ammettendo che la sofferenza esiste.
Nella dichiarazione al punto 13 invece si legge l'evidenza del fatto che i vivisettori negano l'esistenza della sofferenza degli animali (volendo far credere ad un ipotetico ed inesistente "benessere dell'animale vivisezionato") infatti Garattini afferma che "i ricercatori non vogliono le sofferenze degli animali per non dover aggiungere un tema da studiare, perché quel tema della sofferenza sarebbe prioritario rispetto all'argomento per il quale si è cominciata la sperimentazione" …
in poche parole, NON affrontano IL PROBLEMA della sofferenza degli animali perché diventerebbe complicato accettarne l'esistenza e continuare negli abomini.


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14) Garattini: «(…) si dice che l’uomo è superiore, quindi deve curare gli altri animali e prendersi cura del pianeta, ma al tempo stesso si spinge perché gli animali vengano riconosciuti uguali agli uomini. È un’assurdità, bisogna essere fuori dal mondo per pensare che un cane possa avere gli stessi diritti dell’uomo: che poi tutti gli animali abbiano una loro intelligenza è vero, ma non vi è evoluzione in questo. Un cane di oggi è uguale a un cane di cento anni fa. Mentre l’uomo di oggi è diverso da quello di un secolo fa, basta vedere come vive.»

14) Risp.: A parte il fatto che l'uomo è considerato "superiore" da chi ha un punto di vista ancora medioevale ed antropocentrico che utilizza argomenti riduzionistici e meccanicistici rispetto alla vita ed alla biodiversità.
Il concetto è che l'essere umano dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio nei fatti rispettando la vita di tutti gli esseri viventi se vuole "prendersi cura degli animali e del pianeta"!
Inoltre si evince un'ulteriore contraddizione nel negare da una parte che gli animali debbano essere rispettati come esseri viventi (avendo comunque dei diritti come tali) asserendo che ad es. "l'intelligenza del cane non ha avuto evoluzione" ma poi i vivisettori si "dilettano" proprio a torturare i cervelli degli animali "per studiare il cervello umano"!!….
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=562025657208618&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=1&relevant_count=1

Ma poi bisogna essere assolutamente fuori dal mondo per pensare che un cane possa essere preso come modello biologico dell’uomo e per fare altre affermazioni assurde riguardo alla evoluzione del cane come quelle lette nell'intervista.

Per rispondere al resto delle dichiarazioni incredibili, ecco altre informazioni:

Farmaci, ricerca, industria: quale tutela per il cittadino?
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=480553888689129&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=1&relevant_count=1

A proposito del metodo Stamina: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=563766477034536&set=a.504882349589616.1073741840.469925656418619&type=1&relevant_count=1

A proposito del metodo Di Bella: "Veronesi Si Arrende A Di Bella: Somatostatina Efficace Contro Il Cancro" (con Rettifica Di Adolfo Di Bella)
http://www.atsat.it/articolo.asp?id_articolo=765

Marco Mamone Capria: Garattini, il Festival della Mente e il Movimento 5 Stelle [26 agosto 2013]
http://www.hansruesch.net/articoli/Sarzana.html



Risultati validi per la salute umana non sono in nessun caso ottenibili attraverso prove su animali. La salute umana dipende anzitutto dalla prevenzione e dallo stile di vita individuale; le guarigioni sono ottenibili soltanto mediante l’adozione, lo sviluppo e l’integrazione di una o più delle varie discipline che il potere medico e petrolchimico osteggiano o trascurano da sempre perché scarsamente redditizie: l’osservazione clinica, la dietetica, l’etiologia, l’igienismo, la psicoterapia, l’omeopatia, il vegetarismo, il veganismo, la macrobiotica, l’agopuntura, la pranoterapia, l’urinoterapia, l’epidemiologia, le varie scuole di alimentazione naturale (Bircher-Benner e altri), la fitoterapia, la chiropratica, l’oligoterapia, l’aromaterapia, l’idroterapia, l’elioterapia, l’elettroterapia, la diatermia, e altre comprovatamente efficaci e per di più economiche.
La medicina non deve occuparsi tanto di sintomatologia locale quanto di tutta la persona del malato nel suo complesso psico-fisico, basandosi per questo sull’osservazione per scoprire le cause della malattia, anziché estrapolare all’essere umano esperienze veterinarie che nel migliore dei casi rimpiazzano sintomi acuti con malanni cronici.

(vedi la DICHIARAZIONE DI PRINCIPI (1975-2000) di HANS RUESCH:http://www.facebook.com/photo.php?fbid=500102813400903&set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3&src)



Vedi anche dal libro I FALSARI DELLA SCIENZA pag. 30-31:http://www.facebook.com/photo.php?fbid=506939246050593&set=a.487759637968554.1073741837.469925656418619&type=3&src


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Qui l'intervista con le dichiarazioni di Garattini dell'11 novembre 2013:http://www.tempi.it/la-campagna-anti-vivisezione-e-falsa-perfino-nel-nome-silvio-garattini-intervista-definitiva-in-difesa-della-sperimentazione-animale#.UqdYbo26TOd


Anche la dichiarazione fatta da Garattini (in un dibattito pubblico organizzato nel 1973 dal settimanale Epoca) che «in laboratorio si può riprodurre esattamente un estrogeno naturale» — ossia che un farmaco combinato con polverine artificiali sarebbe identico a tutti gli effetti a un ormone sessuale naturale, organico, prodotto dall'organismo vivente — è da mettere alla pari con i dogmi di Claude Bernard, secondo cui una prova ottenuta sugli animali è perfettamente concludente per l'uomo. Vedi:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=484570551620796&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475836889160829&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src

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