giovedì 27 febbraio 2014

QUESTI GIUDICI VANNO INCRIMINATI E CONDANNATI PER FAVORITISMO E ISTICAZIONE ALLA VIOLENZA

Magistrato scarcera immigrato: “E’ stupro di ‘lieve’ entità”

 







Esprime sconcerto l’assessore provinciale alle Pari opportunità, Elisa Battaglia, commentando la decisione del gip Francesco Florit di scarcerare l’indiano di 29 anni che ha tentato lo stupro della moglie del cugino, davanti al figlioletto di lei.
“Com’è possibile ritenere una tentata violenza sessuale contro una donna un fatto di modesta entità, non particolarmente grave? Dove sono tutti i proclami per tutelare il genere femminile dalle violenze e dai soprusi? Il fatto è grave di per sé, e non lo rende grave la presenza di un bambino che ha assistito alla scena, certo questo elemento dovrebbe aggravare la situazione”, aggiunge Battaglia. “L’incensuratezza dell’uomo – prosegue – non dovrebbe essere un’attenuante, che cosa significa che quell’uomo fosse incensurato? Nulla. Tanti che ammazzano una donna o la stuprano, prima del fatto, sono incensurati”.
L’assessore, che annuncia una lettera aperta ai giudici affinché “decisioni di questa natura non si ripetano più”, si allinea con la posizione del Procuratore di Udine, Antonio Biancardi e confida nell’impugnazione da parte della Procura dell’ordinanza di scarcerazione emessa dal gip.
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“E per fortuna – aggiunge – che la Prefettura ha messo in piedi il tavolo tecnico per affrontare in maniera coordinata ed efficace la lotta contro la violenza subita dalle donne e dai minori: scarcerare chi si macchia di reati simili, anche se solo tentati, significa annullare il senso stesso dell’iniziativa. Chissà se la decisione sarebbe stata diversa nel caso in cui il gip fosse stato una donna…; indipendentemente però dal ‘genere’ del giudice, uomo o donna che sia, di fronte a questi episodi la linea dovrebbe essere condivisa e ferma: nessuna attenuante, nessuna scusante, nessun pietismo dell’ultima ora. Che cosa sarebbe accaduto se la donna non fosse riuscita a scappare in strada e chiedere aiuto?”.
E conclude: “Ci sarà stato pure un buon motivo se la Procura, oltre a contestare il reato di lesioni, aveva chiesto la misura della custodia cautelare in carcere, ritenendo il fatto di grave entità”.
FONTE: (QUI)

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