giovedì 27 febbraio 2014

RITORNARE INDIETRO PER POTER TORNARE A VIVERE LIBERI DA UN POTERE CRIMINALE

Le nonne avevano ragione sull'aceto. Ora c'è la prova scientifica

Nei ricettari antichi spesso all'aceto viene associato un potere igienizzante e persino antibatterico. Ora l'Istituto venezuelano Ivic a Caracas conferma: può uccidere persino il micobatterio della tubercolosi
L'aceto è onnipresente nei ricettari della nonna. Sia che si tratti di pulizia della casa sia che si tratti di disinfezione o che venga utilizzato come antinfiammatorio, i rimedi in cui questo ingrediente naturale può essere utilizzato sono moltissimi.
Per i più curiosi ne citiamo alcuni.
Invece di ricorrere all’alcool o all’acqua ossigenata, potrete utilizzare dell’aceto nel quale siano stati macerati alcuni spicchi d’aglio pressati.
Per i fornelli e il forno, soprattutto quelli in acciaio, utilizzate una spugna imbevuta di acqua calda e aceto di vino bianco dall'alto potere emolliente.
I vetri si possono pulire con uno spruzzino che contenga acqua ed aceto miscelati in parti uguali. Poi si risciacqua con acqua pura e si asciuga.
Tradizione popolare che ora trova conferme nella ricerca scientifica.
L'acido acetico può uccidere i micobatteri, anche quelli farmaco-resistenti della tubercolosi, già a concentrazioni anche di poco superiori a quelle del comune aceto da cucina.
La scoperta, pubblicata sulla rivista mBio, della American Society for Microbiology, è frutto del caso ed è avvenuta perché la ricercatrice Claudia Cortesia presso il laboratorio di Howard Takiff dell'Istituto venezuelano Ivic a Caracas, stava usando aceto per preparare un farmaco che doveva testare sul microrganismo della tubercolosi. L'esperta si è accorta che l'aceto, in assenza di qualunque altra sostanza, era capace da solo di uccidere il micobatterio.
Secondo gli esperti soluzioni di acido acetico potrebbero essere usate come disinfettanti low-cost e non tossici in ambiente clinico, nella pulizia delle superfici ad esempio su cui possono annidarsi tanti micobatteri pericolosi per la salute dei degenti.
di Graziano Alderighi

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