- La vaccinazione antipolio
Questo è il quadro del regresso della poliomielite secondo Buchwald:
L'ultimo bambino tedesco affetto da poliomielite fu registrato nell'anno 1978: in seguito ci furono solo casi di paralisi come conseguenza della vaccinazione anti-poliomielite, detti polio da virus vaccinale o poliomielite post-vaccinale.
Da 16 anni [Ndr: scritto nel 1994] nessun bambino tedesco si ammala più di poliomielite: bisogna quindi chiedersi se la vaccinazione anti-poliomielite sia ancora necessaria visto che causa danni particolarmente gravi. Dopo anni di regresso della poliomielite, che da noi viene attribuito alla vaccinazione, fu chiesto di rivedere tale teoria, considerata ufficiale nel nostro paese. I casi di poliomielite, infatti, continuano a regredire in tutta Europa e non solo nei paesi con l'obbligo assoluto di vaccinazione (l'ex Ddr), ma anche nei paesi con l'obbligo indiretto (Germania), in quelli senza alcun obbligo (Scandinavia) e in paesi in cui sono effettuate solo alcune vaccinazioni anti-poliomielite (Inghilterra) [Buchwald 2000, p. 89]
___ Tornando alle conoscenze mediche non derivate da esperimenti su animali, c'è qualche altro esempio semplice ma significativo che si può citare?
Prenda il caso del diabete. Un tempo era una malattia rarissima. Viene per lo più dalla sovralimentazione. All'epoca pre-industriale, quasi solo i ricchi soffrivano di diabete, e anche di gotta, che viene egualmente da sovralimentazione e vita sedentaria. Lo hanno provato gli studi epidemiologici, come si chiamano quella fatti su una gran massa di persone, su intere popolazioni, anziché su casi individuali. Così durante l'ultima guerra mondiale, quando vennero a scarseggiare molti viveri, soprattutto i grassi - per esempio era quasi sparito il burro tanto caro agli inglesi -, allora improvvisamente il diabete è crollato in tutta l'Inghilterra, diminuito come per magia… Poi, finita la guerra, il diabete è tornato, insieme all'abbondanza del burro e dei viveri in genere. In India moltissimi muoiono di diabete tra i ricchi, i quali sono abituati alla carne, e pochissimi fra i poveri, che si nutrono quasi solo di riso e verdure.
Un'altra scoperta epidemiologica è stata fatta nel caso del cancro. Si era visto che in Giappone c'era pochissima incidenza di cancro al colon e al retto; ma quando i giapponesi si trasferivano in America, dopo qualche tempo sviluppavano anche loro il cancro, come gli americani. Perché? Perché in Giappone si nutrivano prevalentemente di pesce, ma dopo qualche tempo in America si mettevano a mangiare carne anche loro, e ciò valeva soprattutto per la nuova generazione di giapponesi, cresciuta in America. Questi sono ragionamenti basati sull'epidemiologia.
Ancora: in Africa si riscontra che le popolazioni costiere sono più soggette al cancro. Perché? Il fatto è che sulla costa sono più a contatto con la nostra civiltà e quindi fanno più ricorso all'alimentazione carnea, mentre all'interno di carne ne consumano pochissima. Con la logica è tutto chiarissimo.
[rif. Sulla epidemiologia e <<geografia>> del cancro vedi Croce 2000, pp. 180-187.]
__________ *__________
Dieta, salute ed epidemiologia
Recentemente sono stati annunciati (Corriere della sera, 12 giugno 2004) i risultati di uno studio epidemiologico, il <<China Project>>, cominciato negli anni 1980 tra i contadini cinesi, le cui abitudini alimentari non erano state ancora influenzate dalla dieta americana ed europea. In quelle zone il consumo di proteine di origine animale costituiva circa il 10% di quello attuale degli Usa e di molti paesi europei. […] L'incidenza di molte malattie degenerative, come quelle cardiocircolatorie, diversi tipi di cancro, diabete e obesità costituiva il 10% circa di quelle americane.
Ancora, è stato stimato da Tim Key dell'Università di Oxford, direttore di una grande ricerca epidemiologica, Epic, che sta esaminando le diete di mezzo milione di persone in 10 paesi in relazione all'incidenza del cancro, che la dieta viene subito dopo il tabacco come principale causa di cancro e, insieme all'alcol, è responsabile di quasi un terzo dei casi della malattia nei paesi sviluppati [Reaney 2004].
Nel 1982 Ruesch così commentava:
Malgrado il generale riconoscimento che l'85% di tutti i cancri è cusato da influenze ambientali, meno del 10% degli investimenti dell'Nci ( [National Cancer Institute] è dato alle cause ambientali. E malgrado il riconoscimento che la maggioranza delle cause ambientali è legata all'alimentazione, meno dell'1% degli investimenti del Nci è dedicato agli studi nutrizionali. E anche quella piccola somma dovette essere imposta all'Istituto per mezzo di uno speciale emendamento al National Cancer Act nel 1974 [NE, p.177]
Dal libro: "La medicina smascherata" di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria (pag. 79-81)
Vedi descrizione album: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3
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Vivisezione: vergogna dell'umanita ha condiviso l'album di Hans Ruesch per l'abolizione della vivisezione. Ora.: La medicina smascherata.Ben pochi ricordano oggi il clamore provocato poco meno di trent'anni fa in Italia dall'uscita del libro Imperatrice nuda, e l'onda lunga di iniziative popolari che ne nacquero: manifestazioni, attivismo spontaneo, raccolte di firme, nascita di nuove associazioni …
E' un episodio che ha lasciato un'impronta, durevole e profonda, nella società e nella legislazione italiana. Il libro, in versione ampliata, fu poi pubblicato negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia, Germania, Finlandia, Danimarca, Israele e Giappone.
Dalla Nuova Zelanda al Sudafrica, dal Canada alla Scandinavia ci sono gruppi che si richiamano esplicitamente al messaggio di Imperatrice nuda.
Come mai, allora, sembra che la storiografia di quel periodo non ne abbia salvato la memoria? Scopo dell'intervista che qui si presenta è ricostruire nei suoi tratti essenziali questa straordinaria esperienza di "politica dal basso" attraverso la testimonianza del suo protagonista;
e vedremo che, strada facendo, emergerà anche una risposta adeguata alla domanda appena posta.
Il testo è notevole anche dal punto di vista più generale dei rapporti tra scienza e controllo democratico: vi si trovano infatti esemplificati fenomeni quali la critica dell'operato degli scienziati da parte dei cittadini; la persecuzione giudiziaria come strumento di repressione del dissenso; la censura dei media, che di certi temi parlano il meno possibile e in maniera distorta; il controllo della produzione editoriale e mediale da parte di oligarchie economiche; e la problematica dell'infiltrazione delle associazioni di base.
In definitiva, si può dire che la scarsa notorietà di questa esemplare vicenda umana e intellettuale è la migliore conferma del successo di queste tecniche di silenziamento delle idee "scomode", e dell'angustia degli spazi concessi ai cittadini per presentare i propri argomenti contro teorie e metodi scientifici (o pretesi tali!) che fanno da fondamento ad attività venali politicamente molto influenti. (...)
dal libro LA MEDICINA SMASCHERATA di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria - pagina 7
Vedi: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478602162217635&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=1&relevant_count=1
capitoli 10, 11, 12: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.470030849741433.1073741828.469925656418619&type=3
Un vero imbroglio statistico...
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475167512561100&set=a.475167459227772.1073741833.469925656418619&type=3&theater
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 50 e 51 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470162899728228&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 100 e 101 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470350826376102&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 102 e 103 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470351133042738&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 104 e 105 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470351299709388&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
martedì 25 febbraio 2014
VIVISEZIONE FALSA SCIENZA SADICA CRIMINALE
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![La vaccinazione antipolio
Questo è il quadro del regresso della poliomielite secondo Buchwald:
L'ultimo bambino tedesco affetto da poliomielite fu registrato nell'anno 1978: in seguito ci furono solo casi di paralisi come conseguenza della vaccinazione anti-poliomielite, detti polio da virus vaccinale o poliomielite post-vaccinale.
Da 16 anni [Ndr: scritto nel 1994] nessun bambino tedesco si ammala più di poliomielite: bisogna quindi chiedersi se la vaccinazione anti-poliomielite sia ancora necessaria visto che causa danni particolarmente gravi. Dopo anni di regresso della poliomielite, che da noi viene attribuito alla vaccinazione, fu chiesto di rivedere tale teoria, considerata ufficiale nel nostro paese. I casi di poliomielite, infatti, continuano a regredire in tutta Europa e non solo nei paesi con l'obbligo assoluto di vaccinazione (l'ex Ddr), ma anche nei paesi con l'obbligo indiretto (Germania), in quelli senza alcun obbligo (Scandinavia) e in paesi in cui sono effettuate solo alcune vaccinazioni anti-poliomielite (Inghilterra) [Buchwald 2000, p. 89]
___ Tornando alle conoscenze mediche non derivate da esperimenti su animali, c'è qualche altro esempio semplice ma significativo che si può citare?
Prenda il caso del diabete. Un tempo era una malattia rarissima. Viene per lo più dalla sovralimentazione. All'epoca pre-industriale, quasi solo i ricchi soffrivano di diabete, e anche di gotta, che viene egualmente da sovralimentazione e vita sedentaria. Lo hanno provato gli studi epidemiologici, come si chiamano quella fatti su una gran massa di persone, su intere popolazioni, anziché su casi individuali. Così durante l'ultima guerra mondiale, quando vennero a scarseggiare molti viveri, soprattutto i grassi - per esempio era quasi sparito il burro tanto caro agli inglesi -, allora improvvisamente il diabete è crollato in tutta l'Inghilterra, diminuito come per magia… Poi, finita la guerra, il diabete è tornato, insieme all'abbondanza del burro e dei viveri in genere. In India moltissimi muoiono di diabete tra i ricchi, i quali sono abituati alla carne, e pochissimi fra i poveri, che si nutrono quasi solo di riso e verdure.
Un'altra scoperta epidemiologica è stata fatta nel caso del cancro. Si era visto che in Giappone c'era pochissima incidenza di cancro al colon e al retto; ma quando i giapponesi si trasferivano in America, dopo qualche tempo sviluppavano anche loro il cancro, come gli americani. Perché? Perché in Giappone si nutrivano prevalentemente di pesce, ma dopo qualche tempo in America si mettevano a mangiare carne anche loro, e ciò valeva soprattutto per la nuova generazione di giapponesi, cresciuta in America. Questi sono ragionamenti basati sull'epidemiologia.
Ancora: in Africa si riscontra che le popolazioni costiere sono più soggette al cancro. Perché? Il fatto è che sulla costa sono più a contatto con la nostra civiltà e quindi fanno più ricorso all'alimentazione carnea, mentre all'interno di carne ne consumano pochissima. Con la logica è tutto chiarissimo.
[rif. Sulla epidemiologia e <<geografia>> del cancro vedi Croce 2000, pp. 180-187.]
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Dieta, salute ed epidemiologia
Recentemente sono stati annunciati (Corriere della sera, 12 giugno 2004) i risultati di uno studio epidemiologico, il <<China Project>>, cominciato negli anni 1980 tra i contadini cinesi, le cui abitudini alimentari non erano state ancora influenzate dalla dieta americana ed europea. In quelle zone il consumo di proteine di origine animale costituiva circa il 10% di quello attuale degli Usa e di molti paesi europei. […] L'incidenza di molte malattie degenerative, come quelle cardiocircolatorie, diversi tipi di cancro, diabete e obesità costituiva il 10% circa di quelle americane.
Ancora, è stato stimato da Tim Key dell'Università di Oxford, direttore di una grande ricerca epidemiologica, Epic, che sta esaminando le diete di mezzo milione di persone in 10 paesi in relazione all'incidenza del cancro, che la dieta viene subito dopo il tabacco come principale causa di cancro e, insieme all'alcol, è responsabile di quasi un terzo dei casi della malattia nei paesi sviluppati [Reaney 2004].
Nel 1982 Ruesch così commentava:
Malgrado il generale riconoscimento che l'85% di tutti i cancri è cusato da influenze ambientali, meno del 10% degli investimenti dell'Nci ( [National Cancer Institute] è dato alle cause ambientali. E malgrado il riconoscimento che la maggioranza delle cause ambientali è legata all'alimentazione, meno dell'1% degli investimenti del Nci è dedicato agli studi nutrizionali. E anche quella piccola somma dovette essere imposta all'Istituto per mezzo di uno speciale emendamento al National Cancer Act nel 1974 [NE, p.177]
Dal libro: "La medicina smascherata" di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria (pag. 79-81)
Vedi descrizione album: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3
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![[...] il parere di sir George Pickering, professore regio di medicina all’Univeristà di Oxford, apparso sul British Medical Journal del 26 dicembre 1964: L’idea, per come la capisco, è che verità fondamentali sono rivelate attraverso la sperimentazione di laboratorio su animali inferiori, e quindi applicate ai problemi del malato. Poiché la mia formazione è di fisiologo, mi sento in certo modo competente a valutare una tale affermazione. E’ UNA PURA SCIOCCHEZZA.
Un parere, come si vede, non solo negativo ma addirittura sprezzante, cosa che dovrebbe ancor più far riflettere, dato il tradizionale “understatement” britannico e l’appartenenza di Pickering ai vertici dell’ufficialità medica del suo paese. Qualche lettore dubita che si tratti di una momentanea incertezza che la scienza attuale avrebbe trionfalmente superato? E allora spostiamoci in avanti di esattamente quarant’anni, e leggiamo un articolo apparso sulla stessa rivista e che si intitola:
“Dove sono le prove che la ricerca su animali porta beneficio agli umani?”.
La risposta è che tali prove, ancora nel 2004, non ci sono.
I cinque autori concludono quindi, del tutto ragionevolmente, auspicando una moratoria su tale ricerca:
“Idealmente nuovi studi su animali non dovrebbero essere intrapresi finché non si sia fatto il miglior uso degli studi su animali già esistenti, e finché la loro validità e generalizzabilità alla medicina clinica non sia stata valutata.”
Si tratta di persone senza “la minima cultura scientifica”?
Un po’ difficile crederlo, anche perché fra essi troviamo ben quattro professori universitari di medicina, operanti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti in altrettanti settori diversi …
E certamente non sarà un caso se una rivista medica di indubbio prestigio internazionale come il British Medical Journal ha compiuto la trasparente scelta editoriale di evitare di pubblicare articoli che trattino di esperimenti su animali!
Alla luce di queste inequivocabili prese di posizione (e tante altre dello stesso segno se ne potrebbero citare), risulta sconcertante, per chi è nuovo della questione, la propensione al falso storico – e a ripetere gli stessi falsi storici, già innumerevoli volte confutati – esibita da tanti più o meno famosi vivisezionisti. Se essa sia di buono o di cattivo auspicio per quanto riguarda l’affidabilità di questi personaggi in campo scientifico, è una questione ineludibile, che però si può tranquillamente lasciare ala giudizio di ognuno.
Con tutto ciò è difficile che, nel suo complesso, il mondo della ricerca privata o pubblica sia disposto ad accettare con equanimità una critica scientifica ed epistemologica, per quanto valida, che mina le basi dell’attività quotidiana di tanti dei suoi operatori (anche se non certo di tutti). Quindi su questo fronte bisogna aspettassi il perdurare di una fortissima resistenza, almeno finché sarà praticabile senza provocare il pubblico scandalo – cioè finché si riuscirà a proteggere la vivisezione per mezzo di segretezza e disinformazione, a cui purtroppo hanno dato e danno man forte molti scienziati e presunti “comitati etici”.
La determinazione dei vivisezionisti a mantenere lo status quo è pure evidente in Italia dal fatto della violazione sistematica delle leggi che regolamentano la sperimentazione, il decreto legislativo 116 del 1992 e la legge 413 del 1993.
[...]
leggi tutto: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478602162217635&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=1&relevant_count=1
capitoli 10, 11, 12: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.470030849741433.1073741828.469925656418619&type=3
Un vero imbroglio statistico...
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475167512561100&set=a.475167459227772.1073741833.469925656418619&type=3&theater
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 50 e 51 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470162899728228&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 100 e 101 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470350826376102&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 102 e 103 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470351133042738&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 104 e 105 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470351299709388&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
______________ *** ______________](https://fbcdn-photos-f-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/t1/p118x90/994215_487939311283920_750651514_a.jpg)

![La Chiesa cattolica e la vivisezione
L'opinione della Chiesa cattolica - anche se non certo dei singoli cattolici! - a favore della vivisezione è rimasta coerente nel tempo pur subendo delle leggere correzioni di rotta.
Nella versione originale del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), l'articolo 2417 descriveva così la posizione rispetto alla vivisezione:
"2417. Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. E' dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali, se rimangono entro limiti ragionevoli, sono pratiche moralmente accettabili, perché contribuiscono a curare o salvare vite umane."
Insomma la Chiesa prendeva posizione su una questione scientifica, dichiarando la sua adesione alla tesi vivisezionista! La cosa deve essere apparsa disdicevole a qualcuno dei consulenti del testo, sicché l'ultima frase è stata tempestivamente modificata in una Corrigenda di contenuti allegato successivamente al volume:
"Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane".
In altre parole, l'utilità medica delle vivisezioni figura stavolta solo in forma ipotetica ("se […] contribuiscono"), e non più categorica ("perché contribuiscono"). Questo è certamente un progresso rispetto alla prima versione. Nel 1999, tuttavia, un editoriale apparso sulla rivista dei gesuiti, La Civiltà Cattolica, è tornato con insistenza sulla presunta utilità della vivisezione (l'editoriale è stato firmato con il semplice nome della rivista, a chiarirne l'importanza):
"In realtà tutte le creature, in quanto tali, hanno un proprio valore, che va apprezzato e difeso, ma tutte sono subordinate all'uomo e finalizzate a servire il suo bene. Si deve anzi affermare che sperimentazione animale sugli animali non solo è lecita, ma "doverosa", per il fatto che l'uomo ha il dovere di tutelare la vita e la salute umana anche cercando medicine e terapie in grado di superare o prevenire malattie che possono metterle in pericolo [CC 1999, pp. 542-542]".
A confronto della tesi della "necessità" della vivisezione, l'organo dei gesuiti cita il documento del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb 1997) e un articolo del 1989 di un "fisiologo" secondo cui "Le più grandi scoperte medico-biologiche di questi ultimi anni sono state fatte sugli animali" e tra queste elenca, con tipico disprezzo della verità storica, "la scoperta dell'insulina" […] di altri ormoni, delle vitamine, ecc."
Ancora più estremista, se possibile, un articolo pubblicato nel 2003 proprio il giorno di S. Francesco di Assisi, e in cui i gesuiti citano a difesa della vivisezione Garattini. Lo scopo dell'articolo è però, più in generale, boicottare il già travagliato iter legislativo della legge contro i maltrattamenti degli animali; vi si afferma, per esempio, che l'arresto fino a un anno e un'ammenda da 1000 a 10.000 euro per chi abbandona un cane o un gatto è "veramente eccessivo" (CC 2003).
Per completezza bisogna dire che autorevoli esponenti del cattolicesimo furono tra i primi ad aderire alla Victoria Street Society (1875), che diverrà poi la National Anti-Vivisection Society. Tra questi il cardinale Henry E. Manning che nel 1882 dichiarò:
La vivisezione è una pratica detestabile. […] Niente può giustificare - né pretesa di scienza, né risultato congetturale, né speranza di scoperta - orrori come questi. E si deve anche ricordare che mentre questi tormenti, raffinati e indescrivibili, sono certi, il risultato è del tutto congetturale - ogni cosa circa il risultato è incerta, tranne la certa infrazione delle prime leggi della pietà e dell'umanità [cit. in Preece 2003, p. 418].
Varrebbe la pena di indagare su che cosa abbia indotto la Chiesa cattolica a non abbracciare questa posizione limpida e onesta, che congiunge in maniera ineccepibile l'istanza etica con quella scientifica.
dal libro: La medicina smascherata di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria (pag. 186-188)
____________________________
vedi anche: -- Alcune religioni raccomandano espressamente il rispetto per la vita degli animali e in particolare il vegetarianismo. Non è questo però il caso del cattolicesimo.
In Imperatrice nuda lei cita, tra gli altri, Agostino Gemelli, Francescano e rettore dell'Università Cattolica di Milano, che lungi dal seguire il santo fondatore del suo ordine nel rispetto degli animali, era un impenitente vivisettore, che ai suoi discepoli "insegnava" la "ginnastica del silenzio", ossia il taglio delle corde vocali delle sue vittime perché la gente di fuori "non capisce" (IN, P.49). Che ne pensa?
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=487944511283400&set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3&src
leggi anche il capitolo LE RELIGIONI tratto da Imperatrice Nuda: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=487936274617557&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=1&relevant_count=1
Informazioni scientifiche:
http://www.hansruesch.net/
____________________________](https://fbcdn-photos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/t1/p118x90/993610_487946281283223_81724435_a.jpg)
![Case farmaceutiche e problemi del Terzo Mondo
Quando si tratta delle difficoltà sanitarie del Terzo Mondo, l'attenzione dei media è di solito rivolta alle questione della disponibilità e del costo di farmaci in quei paesi.
Se poi questi farmaci abbiano veramente il potenziale per debellare le malattie e a quale prezzo in termini di effetti indesiderati, è invece un argomento che suscita nei commentatori (purtroppo anche quelli di "sinistra") un interesse di gran lunga inferiore. (rif 23: Per quanto riguarda i farmaci "anti-Aids", rinvio a Mamone Capria 2003a, pp. xxx-xxxiii e agli articoli di David Rasnick (II/I), Serge Lang (IV/6 e IV/8) e Peter Duesberg (IV/7) nello stesso volume).
E' allora il caso di ricordare che i problemi sanitari dei paesi in via di sviluppo dipendono in grandissima misura dalla mancanza di risorse fondamentali la cui fornitura non richiede affatto l'intervento di prodotti farmaceutici costosi o addirittura sperimentali.
Si calcola infatti che, in tutto il mondo:
- più di un miliardo di persone non hanno accesso ad acqua pulita;
- più di due miliardi non hanno strutture igieniche;
- ogni 15 secondi un bambino muore per le conseguenze di malattie collegate alla qualità e disponibilità dell'acqua (<WA>);
- ogni 6 secondi un bambino muore di fame (<Fao_04>).
La situazione non è in via di miglioramento, e il rapporto Fao del 2004 (sesto della serie "The State of Food Insecurity in the World - Sofi") da cui è tratto l'ultimo dato dichiara che "nel triennio 2000-2002 ci sono state 852 milioni di persone denutrite in tutto il mondo, di cui 825 nei paesi in via di sviluppo […]. (rif. 24: A proposito di un precedente rapporto così scriveva il sociologo svizzero e consulente Onu Jean Ziegler: "La Fao (Food and Agricolture Organization), l'organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, nel suo più recente rapporto stima che siamo state più di trenta milioni le persone morte di fame nel 1998. Nello stesso anno gli esseri umani che hanno sofferto di denutrizione grave e permanente sono stati più di 828 milioni. Si tratta di uomini, donne e bambini che, a causa della penuria di alimenti, hanno subito lesioni irreversibili, e sono condannati a morire in un arco di tempo più o meno breve o a vegetare in un grave stato di handicap (cecità, rachitismo, sviluppo insufficiente delle capacità cerebrali, ecc.)" (Ziegler 1999, p. 11)
I disturbi più letali per bambini sotto i cinque anni, dopo la polmonite, sono quelli intestinali; la diarrea ricorrente uccide 2,2 milioni di persone ogni anno, di cui 1,8 di età inferiore a cinque anni; già la sola possibilità di lavarsi le mani con acqua e sapone ridurrebbe i casi di diarrea di oltre il 40% (cfr. anche Checkley et al. 2004). E tuttavia il progresso verso le mete di sviluppo del millennio per quanto riguarda acqua e igiene pubblica è stato così "deplorevolmente lento" che, al ritmo attuale, l'Africa impiegherà più di 30 anni per raggiungere l'obiettivo acqua, e non raggiungerà mai l'obiettivo igiene pubblica [...] [Morris 2004].
Come esempio della concatenazione dei problemi del sottosviluppo sociale, si consideri che i problemi dell'acqua sono anche un'importante ragione della poca frequenza scolastica dei bambini, che devono dedicare gran parte del tempo a procurare acqua alla comunità.
Le multinazionali chimico-farmaceutiche non solo non alleviano questa situazione, ma l'aggravano con lo smercio di insetticidi agricoli che nei paesi occidentali sono proibiti, e che dove continuano ad essere utilizzati sono responsabili dell'avvelenamento di decine di milioni di persone ogni anno. Secondo un rapporto diffuso a Giacarta dalla Fao nel 2001 (cit. in <Fao>):
al primo posto [è] il parathion metile, organofosfato classificato dall'Organizzazione mondiale della sanità come "estremamente pericoloso", importato illegalmente e prodotto in Tailandia sotto 200 nomi diversi, tra cui quello folidol (marchio Bayer). Fatali anche il methamidophos, venduto dalla Bayer con il nome Monitor, il monoctophos e il mevinphos.
Punto di smistamento per pesticidi "proibiti" - secondo il rapporto Fao - il Sudest asiatico: "Il 73% delle importazioni tailandesi riguardano prodotti elencati dall'OMS come estremamente tossici, mentre l'84% dei pesticidi utilizzati in Cambogia è nocivo per la salute". E' proprio in Cambogia che la percentuale di avvelenamenti tocca la punta massima: "l'88% degli agricoltori cambogiani è vittima di avvelenamenti da pesticidi".
In breve: nei paesi poveri del mondo sarebbero possibili interventi sanitari semplici e a basso costo, e con enormi e indiscutibili ricadute positive. Invece si preferisce scaricarvi farmaci inefficaci, dannosi o scaduti, insieme a fiumi di veleni - e, non meno pericolose, tonnellate di latte artificiale (cfr. capitolo 2).
Nel presente contesto è importante sottolineare che a fare tutto ciò sono le stesse multinazionali che affermano di praticare la sperimentazione animale per tutelare la salute dei cittadini, salvo poi a difendersi, in caso di catastrofi, adducendo come scusante l'irriducibile incertezza di quella metodologia.
dal libro: "La medicina smascherata" di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria (pag. 45-46)
(vedi anche "Allattamento al seno" a pag. 50 e 51 del libro "La medicina smascherata": http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470162899728228&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&src)
Info: http://www.hansruesch.net
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![[...] Nonostante il grande pubblico ne sia tenuto all'oscuro, dubbi sostanziali sull'utilità e sull'innocuità delle vaccinazioni sono stati avanzati fin dal XIX secolo, e da illustri medici e scienziati, come per esempio da Walter Hadwen e dal celebre Alfred Russel Wallace, coscopritore della teoria dell'evoluzione - tra l'altro anch'egli contrario alla vivisezione.
Il dottor Gerhard Buchwald, di cui si parlerà di seguito, "ha redatto oltre 200 monografie sui danni causati dai vaccini, ignorate nella maggior parte dei casi dalle riviste di medicina ufficiale. Di conseguenza questi lavori sono apparsi nelle riviste di medicina non istituzionalizzata e su altri organi di stampa. Ha steso circa 150 perizie per conto dei tribunali tedeschi nei processi per danni causati dalle vaccinazioni" (Buchwald 2000, p. 11). Il testo fondamentale Buchwald 2000 "raccolse quasi 35 anni di esperienza professionale."
___ Le vaccinazioni sono l'elemento più vistoso di quel movimento, iniziato nel Settecento e che è avanzato incessantemente fino ad oggi, che vuole imporre a norma di legge a masse di cittadini ignari trattamenti o esami medici rischiosi e di non chiara utilità. Oppure ha ragione chi dice che è grazie alle campagne di vaccinazioni che sono state debellate gravi malattie? ___
Per niente. Si prenda ad esempio la poliomielite. Non tutti sono predisposti a una data malattia, il che vale anche per la polio. La polio è sempre stata rarissima fino al giorno in cui il potere medico inglese, e tutto il sistema vivisezionista che vuole usare animali a ogni costo, decise di fare un vaccino antipolio. C'è il famoso medico americano Robert Mendelsohn, un professore dell'Università dell'Illinois (Chicago), che ha scritto l'introduzione alla seconda edizione di Slaughter, e che ha raccontato l'imbroglio con cui il potere medico, ossia il clan dei vivisezionisti, è riuscito a sostenere il mito delle vaccinazioni.
Un giorno furono impartite direttive a tutti i medici d'America di riportare come "caso di sospetta poliomielite" chiunque fosse stato a letto per alcuni giorni con certi sintomi d'influenza anche senza aver avuto alcuna sensazione di paralisi.
Con questo trucco sono riusciti a spargere l'allarme che in un solo anno c'erano stati negli Stati Uniti più di cinquantamila casi di poliomielite e che pertanto urgeva sviluppare un vaccino. Allora i vivisettori si sono dati da fare, massacrando scimmie a non finire, con i cui reni Salk ha prodotto un primo vaccino antipolio. Dopo l'imposizione di questo presunto "vaccino", il clan ha cambiato le direttive ai medici, e secondo le nuove andavano riportati come "casi di poliomielite" soltanto quelli responsabili di una paralisi permanente.
Con questo trucco i "casi di poliomielite" erano miracolosamente precipitati - miracolo attribuito naturalmente al lucrosissimo vaccino, non al cambiamento delle direttive impartite ai medici. (rif. 4)
riferimenti:
4. Cfr. la citazione di Mendelsohn in DAV, p. 57, e il seguente passo da Acerra 2002 (p. 66): << […] i sostenitori dei vantaggi del vaccino antipolio riportano che negli Usa si è passati dai 15.600 casi del 1953 a soli 2.499 casi nel 1957. Ebbene, il professor Bernard Greenberg, che durante le epidemie di polio degli anni Cinquanta fu presidente della Committee on Evaluation and Standards della American Pubblic Health Association, ha ricordato nella seduta del Congresso Usa sui vaccini antipolio (HR0541, maggio 1962), che nel valutare l'abbassamento dei casi riscontrati bisognava tenere conto dell'effetto dei "Cambiamenti nella diagnosi, sia nelle definizioni che nei metodi, che hanno comportato un abbassamento istantaneo dell'incidenza di polio dai primi anni 1953 al 1957" >>
fonte: La medicina smascherata di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria. (pg. 59 - 60)
Vedi: Vaccinazioni, rabbia, epidemiologia:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=496217930456058&set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3&permPage=1
Continua: Un vero imbroglio statistico...
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info: http://www.hansruesch.net
VACCINAZIONI Il business della paura - Quello che ogni genitore dovrebbe sapere: è il titolo di un libro del medico tedesco dr. Gerhard Buchwald (consulente medico, da 38 anni, dell'associazione tedesca che tutela i danneggiati dalle vaccinazioni, viene considerato il massimo esperto tedesco sulle problematiche relative ai danni da vaccino)
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![4. Poteri, case editrici e giornali
La libertà del direttore di un giornale è la libertà di pubblicare quei pregiudizi del proprietario a cui gli inserzionisti non fanno obiezione.
[Lieve adattamento dall'originale ingress: "Freedom of the press in Britain is freedom to print such of the proprietor's prejudices as the advertisers don't object to" (di Hannen Swaffer, giornalista, 1928).]
___ Lei ha detto che con l'uso della logica tutto diventa chiaro. Ma si direbbe che l'uso della logica non sia molto incoraggiato dai media… ___
Chi ha il potere, chi ha la possibilità di far pagare a ogni proprietario di un cane sia un vaccino, sia una tassa di proprietà… Capisce che guadagno è per il potere? Tutte queste cose sono sempre fatte col pretesto, con la scusa, con la bugia dell'amore del prossimo, della protezione della popolazione o degli animali. Ma è vero proprio il contrario. Vengono protetti i potenti. Loro si autoproteggono. Poco tempo fa si parlava tanto dei poveri operai di Termini Imerese in Sicilia licenziati dalla Fiat fallita. Tutti i media piangevano insieme agli operai licenziati, che si domandavano come avrebbero fatto a sfamare i figli la prossima settimana, ecc. Ma intanto Agnelli, lui, non solo mangiava, moderatamente magari, ma aveva anche scialacquato centinaia di milioni nel corso degli anni per comprare alla sua Juventus i migliori giocatori del mondo. Certo, poteva dire che li pagava di tasca propria, non con i soldi della Fiat, ma chi era stato a riempirgliele, le tasche, se non gli operai della Fiat?
Anche le grosse case editrici sono un potere economico. La Bantam Books faceva parte di un pacchetto di azioni che apparteneva proprio ad Agnelli - non al tempo in cui hanno comparto i diritti di Slaughter of the Innocent, ma quando il libro uscì a New York, nel 1978. In quel periodo la Bantam Books apparteneva a Gianni Agnelli. Come il Corriere del sera, che un tempo è appartenuto agli Agnelli, e poi ha cambiato proprietà. Ma il grande pubblico non sa tutte queste cose. Sono tutti giochi finanziari, ma effettivamente giochi di potere.
___ Che cosa pensa del fatto che Gianni Agnelli sia stato definito un grand'uomo da quasi tutti i nostri giornali? ___
In un certo senso lo è stato, se quando morì il settimanale Time poté annunciare "E' morto il re d'Italia". Era così potente che da tempo ormai era a tutti gli effetti considerato un politico; e del resto nel 1991 era stato fatto senatore a vita (rif.1).
Come mai tutti quelli che hanno capito il sistema cercano di andare in politica? Perché in politica, senza faticare eccessivamente, uno ha gente che lavora per lui, e piglia pure un sacco di soldi. Come chi vuole diventare eurodeputato, perché così conquista un certo potere, ed ha un grande prestigio che si traduce in soldi, a cominciare dal grosso stipendio (rif. 2). E allora non c'è nulla da meravigliarsi se gli piace tenere in vita il sistema.
___ Certamente i giornali e le reti televisive non possono che difendere e adulare i potenti e i ricchi, quando questi ne sono proprietari o sono altrimenti in grado di influenzarne la linea editoriale… ____
E' il metodo sfruttato da John D. Rockefeller, il primo della dinastia. Questo l'ho scoperto, devo dirlo, grazie al quel giornalista americano, Morris Bealle, su cui ho basato una parte di Naked Empress (rif. 3). Un giorno, negli anni Trenta, sul giornale locale di sua proprietà e di cui era direttore, Bealle aveva preso le difese di certi suoi abbonati che si erano lagnati della società elettrica del paese: ne aveva pubblicato le lamentele, facendone uno scandalo.
Appena questo numero del suo giornale era uscito, ebbe una chiamata dall'azienda elettrica, e gli fecero una ramanzina tremenda, minacciandolo che se ancora una volta si permetteva di fare apparire critiche del genere, il suo giornale avrebbe perso non solo la pubblicità dell'azienda elettrica, ma anche quella del gas ed di quella del telefono! Allora Bealle cominciò a chiedersi: ma vediamo un poco, com'è possibile che accada questo nella nostra America, che è il paese della libertà? Finì col vendere il suo giornale al miglior offerente, rimettendoci naturalmente un sacco di soldi, e si trasformò in un giornalista investigativo. Lui se lo poteva permettere, perché apparteneva a una delle grandi famiglie del Maryland, ma non tutti i direttori di giornale sono tanto fortunati…
___ Conosce altri casi del genere? ___
Una cosa simile è successa negli anni Settanta a Gianluigi Melega, direttore dell'Europeo, quando pubblicò un articolo su Seveso e Andreotti che Rizzoli gli aveva proibito di pubblicare.
Più tardi io l'ho ristampato su uno dei miei rapporti italiani e anche su uno degli inglesi (rif. 4). L'allora redattore scientifico di quel periodico, Giuliano Ferrieri, aveva fatto un'intervista a un ex dirigente della roche, e guardi un po' con che razza di titolo: "…il nome del ministro che difese la Roche quando il Mec [Mercato comune europeo] l'aveva messa sotto accusa: l'onorevole Giulio Andreotti". Rizzoli aveva dato ordine a Melega di buttarlo via, Melega lo pubblicò lo stesso, e venne immediatamente licenziato in tronco. Alcuni direttori di giornali protestarono, espressero solidarietà al collega, ma non servì a niente. Anche Melega decise di lasciare il giornalismo e si diede alla politica.
___ Può ricordare che cosa si raccontava in quell'intervista? ___
In quell'articolo si vede che Andreotti è stato responsabile della tragedia di Seveso (rif. 5). Infatti, per intervento di Andreotti è stato permesso alla ditta svizzera Roche di allargare l'impianto dell'Icmesa, che produceva il tossicissimo triclorofenolo, senza nessuna misura di sicurezza. Mentre se una persona normale vuole produrre prodotti chimici, deve dare una montagna di garanzie, ha bisogno di questo e quello, ecc.
La succursale della Roche ha avuto subito il permesso di costruire, non le è stato chiesto niente, ha potuto subito produrre. Si trattava di defolianti per la guerra degli americani in Vietnam, e l'unica ditta esistente in America capace di produrli non riusciva a farne abbastanza, e perciò avevano chiesto l'aiuto della Roche.
I defolianti non solo distruggevano le piante della giungla in cui i soldati vietnamiti, che poi erano dei semplici contadini, cercavano di nascondersi dai bombardamenti americani, ma uccidevano anche i contadini.
E poi a Seveso è successo quel che è successo. E subito il Garattini, che si pretende grande intenditore e contrario al consumo eccessivo di medicine, è accorso in difesa di questa ditta, dicendo in televisione a tutti gli italiani che ci sono limiti tollerabili alla diossina. Subito dopo aver così tranquillizzato gli italiani, ha ricevuto un nuovo enorme contributo per le sue ricerche farmacologiche.
[...]
Continua…
Rif.:
1. Giovanni Agnelli, noto sulla stampa italiana come "l'Avvocato", è morto nel gennaio del 2003. A conferma di quanto asserito da Ruesch, basti considerare le decine di pagine dedicate dai quotidiani italiani alla sua scomparsa, e i titoli apparsi in prima pagina su quelli di tutto il mondo: "L'ultimo Re" (Avvenire), "Le roi d'Italie est mort" (Libération), "Giovanni Agnelli, Fiat Patriarch and a Force in Italy, Dies at 81" (The New York Times), ecc.
2. Gli stipendi dei 732 membri del Parlamento europeo, provenienti da 25 stati, vanno dal minio degli ungheresi (761 euro) al massimo degli italiani (12.000 euro). Le indennità medie, sempre in euro, sono: 3700 (mensile), 267 (spese giornaliere), 50 (per il taxi, alla settimana), 5000 (per lezioni di lingua), 12,576 (spese di segreteria), più le spese di viaggio ordinarie (in proporzione alla distanza da Bruxelles) e 3652 per altri viaggi per ragioni di lavoro. (Fonte: la Repubblica, 21 luglio 2004, p.9). Per un confronto, si può notare che in Italia la media degli stipendi mensili per gli operai è di 1100 euro, per gli impiegati 1300, e per gli insegnanti 1350 (il Venerdì di Repubblica, 9 settembre 2004, copertina).
3. NE, pp. 97; Belle 1949
4. Ferrrieri 1997.
5. Protagonista per decenni della scena politica italiana, Andreotti, dopo ben 18 autorizzazioni a procedere rifiutate dal Parlamento, è stato processato due volte negli anni Novanta, con le pesantissime accuse - rispettivamente - di mandante dell'omicidio di un giornalista (avvenuto nel 1979) e di associazione mafiosa. In entrambi i casi la sentenza definitiva è stata di assoluzione, anche se i rapporti con esponenti della mafia siciliana fino al 1980 sono dimostrati, così come quelli con la loggia massonica segreta P2, centro di potere occulto di cui fu ordinato lo scioglimento nel 1982. Per un resoconto dettagliato, si veda il capitolo "Giulio Andreotti - Assolto per aver commesso il fatto" (pp. 19-72) in Gomez, Travaglio 2001.
fonte: capitolo 4 del libro: La medicina smascherata di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria. (pg. 82-85)
SEVESO: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=490381157706402&set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3&src
Descrizione album: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3
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![SEVESO
La Roche aveva comprato nel 1964 la Givaudan, che possedeva il 30% dell'Icmesa di Meda, vicino Seveso (20 km da Milano), e che nel 1969 ne divenne unica proprietaria, per poter produrre su larga scala il triclorofenolo. Si era in un momento in cui la pericolosità di questa sostanza aveva già provocato incidenti con conseguente chiusura di stabilimenti della concorrenza. Nel 1970 la Roche ingrandì l'Acmesa, senza però realizzare i dispositivi di sicurezza previsti dall'ingegnere che aveva fatto il progetto, e così l'Icmesa cominciò questa produzione, pur avendo solo il <<Permesso per produrre prodotti farmaceutici e coloranti "non pericolosi">>. Nessun ispettore del governo italiano - dichiareranno in seguito gli stessi funzionari dell'Icmesa - era stato mandato da Roma a visitare gli impianti.
Il 10 luglio 1976, dallo stabilimento si sprigionò una nube tossica, contenente diossina (o più precisamente tetraclorodibenzo-p-diossina, o Tcdd, che si produce a partire dal triclorofenolo se si raggiunge una temperatura abbastanza elevata) e altre sostanze. I giornali ne dettero la notizia solo sette giorni dopo. La diossina era stata usata sistematicamente in Vietnam dai soldati statunitensi come defoliante (il cosiddetto "Agente Arancione"), tra il 1962 e il 1970; si calcola che ne furono spruzzati almeno 40 milioni di litri.
A Seveso provocò già pochi giorni dopo decine di casi di "eczemi, vesciche e ustioni al viso, alle gambe e alle braccia" tra i bambini, "[…] oltre mille, fra cani, gatti, galline, conigli, topi, rondini morti dopo lenta agonia. Alcuni adulti con vomito, mal di stomaco, disturbi intestinali e respiratori, allergie. Piante e colture praticamente bruciate". (Borella, grazzini 1976). In tutto, si sono stimate circa 37.000 persone esposte alla diossina.
La giornalista Camilla Cederna scrisse tre mesi dopo:
Perfino i dotti dell'Istituto Mario Negri [diretto, allora come oggi da Garattini, cfr. capitolo 1], ben pagati per questo, hanno deciso che il rischio è minimo, dichiarando che esiste un "livello accettabile" di diossina… In cambio della stupefacente trovata del "livello accettabile", l'Istituto Negri riceverà dalla regione attrezzature per 400 milioni… [Espresso, 24 ottobre 1976, cit. in FS. p. 30].
Sei mesi dopo Giulio A. Maccacaro, direttore dell'Istituto di biometria e statistica medica dell'Università di Milano, scrisse in un articolo intitolato "Seveso: un crimine di pace":
Non si è trattato di un incidente ma di un delitto. Data: 10 luglio 1976; luogo: Seveso e altri comuni della Brianza; colpevole: Icmesa di Meda; mandante: Hoffmann-La Roche di Basilea; complici: governanti e amministratori italiani di vario livello (centrale, regionale, locale); arma: organizzazione scientifica di produzioni tossiche; reato: lesioni e danni di varia natura e gravità; vittime: lavoratori, popolazione, ambiente [Maccacaro 1976].
Studi condotti nel ventennio successivo (che è la scala temporale giusta per questo tipo di indagini epidemiologiche) hanno rivelato tra le persone esposte alla diossina a Seveso "un aumento di tumori al sistema linfatico" (Moccarelli 2001, p. 399). Da uno studio recente è risultato che dopo un quarto di secolo il livello di diossina nel latte delle donne di Seveso è ben tre volte più altro che in quelle di Milano (la Nazione, 26 novembre 2003, p. 18).
Le persone di Seveso che da bambini furono colpite da cloracne, una malattia deturpante, sono ancora in lotta per ottenere dal Givaudan un risarcimento per danni (<CCD>).
Il governo vietnamita attribuisce all'Agente Arancione la nascita di decine di migliaia di bambini deformi, e ha chiesto agli Stati Uniti un risarcimento, che finora gli è stato negato.
I dati ottenuti col metodo vivisezionista per stimare la potenza cancerogena della diossina sono stati, come al solito, inconcludenti, per la variabilità sia tra le diverse specie (conigli maschi e femmine, criceti, topi ratti, polli, visoni, cavie, ecc.), sia all'interno delle singole specie. Ecco una citazione che dà il tono delle argomentazioni tipiche nella tossicologia vivisezionista:
La Tcdd è stata definita il composto chimico sintetico più tossico che l'uomo conosca. Se la sua tossicità acuta nei confronti della cavia, e perfino del ratto o del topo, ne è il parametro, l'affermazione è probabilmente corretta. Se, invece, il parametro fosse determinato dalla minor tossicità per il criceto, l'affermazione sarebbe sicuramente non corretta [Tschirley 1986, p. 16].
In effetti la tossicità della diossina, somministrata per esempio per via orale e su cavie di sesso maschile, è ben cinquemila volte inferiore a quella somministrata per via intraperitoneale e su criceti (di entrambi i sessi). Questi risultati, come al solito incoerenti e di ambigua decifrazione, hanno permesso anche in questo caso come in innumerevoli altri la sottovalutazione dei risultati epidemiologici da parte delle agenzie sanitarie (cfr. Fano 1997, pp. 117-118).
Attualmente la larc (ultima revisione: 1997) classifica la diossina come cancerogena, fondandosi su una "limitata evidenza" sugli umani, e una "evidenza sufficiente" sugli "animali" (cfr.<IA>).
fonte: La medicina smascherata di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria. (pg. 85-87)
Poteri, case editrici e giornali: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=490380184373166&set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3&permPage=1
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![Epidemie del passato e ratti
Lo storico francese Jean Delumeau così scrive delle pesti nei secoli XIV-XVIII:
[...] le cronache antiche e l'iconografia non menzionano come segno precorritore di una epidemia la mortalità massiccia dei ratti sulla quale insiste A. Camus ne La peste. Il ruolo della pulce era similmente ignorato. Di contro, tutte le relazioni di una volta descrivono il pericolo del contagio interumano. [...] Ma la ricerca medica attuale si interroga sul "dogma del ratto" per quanto riguarda la peste bubbonica. Certo, la storia di questa malattia a partire dalle sue origini resta legata a quella del ratto. Ma, in numerose epidemie di peste bubbonica, sembra che il fattore moltiplicatore, il principale agente di trasmissione, sia stato non il parassita murino, ma la pulce dell'uomo, che passava da un ospite agonizzante a un ospite in buona salute. La mortalità non avrebbe dunque necessariamente implicato un antecedente epizootico. Da ciò le devastazioni del contagio nei quartieri popolari in cui il parassitismo era più denso. [...] La gente di una volta aveva [...] notato che la peste colpiva soprattutto in estate (anche se non sempre) [...]; che attaccava più particolarmente i poveri, le donne e i bambini e che essa decimava con predilezione le popolazioni che erano appena state vittime di una penuria. Il trattato della peste di César Morin (Paris, 1610) include un capitolo intitolato: "Come la peste segue ordinariamente le grandi carestie" [Delumeau 1978, pp. 136-138].
Nel suo libro Buchwald scrive:
La peste per trasmettersi ha bisogno della pulce e dei ratti. In tempi remoti il letto era considerato un oggetto per privilegiati. La maggior parte della popolazione, nelle loro baracche di terracotta, dormiva per terra e sul fieno. Lì i ratti erano ospiti abituali. Con la costruzione di case di pietra e la diffusione dei letti a tutti i ceti sociali sparirono i ratti dalle camere da letto degli uomini e la peste regredì. Ci furono anche dei miglioramenti di civilizzazione che portarono al regresso di diverse malattie infettive. [...] Questo regresso iniziò circa 200 anni fa e quindi tanto tempo prima dell'introduzione delle vaccinazioni. La causa principale di tale regresso, secondo [Thomas] McKeown sta nell'eliminazione della fame [Buchwald 2000, pp. 133, 135].
Recentemente due studiosi britannici hanno sostenuto con nuove prove e argomenti che né i topi né le pulci ebbero alcun ruolo nelle grandi pesti tra il XIV e il XVII secolo, le quali non sarebbero state causate dal bacillo di Yersin (donde la denominazione Yersinia pesti) ma da virus a trasmissione interumana, come nel caso dell'influenza (Scott, Duncan 2001).
dal libro: La medicina smascherata di Hans Ruesch a cura di Marco Mamone Capria (pag. 77-78)
Descrizione album: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487939297950588.1073741838.469925656418619&type=3
Informazioni scientifiche:
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