E' stato definito anche "oppio dei popoli". Il fascino che gli spettacoli in cui sono state coinvolte le masse sono risaputi sin dalla notte dei tempi. Nella fattispecie del calcio, le sue origine datano l'età comunale e precisamente a Firenze dove sono state disputate le prime partite di un'attività agonistica in cui i giocatori dovevano correre dietro ad un oggetto sferico. Per poi assumere le varianti che ormai sono note a tutti come non solo il calcio ma anche il cricket ed il rugby a partire dall'Inghilterra, che si sono man mano allargate a tutto il vecchio continente.
Al di la' delle origini storiche, resta il dato di fatto che questo sport ha appassionato e continuerà a farlo, intere generazioni. Prima le partitine con gli amici, anche nei luoghi più improbabili, poi lo scambio di figurine ed infine l'emozione di andare allo stadio ad assistere dal vivo all'evento agonistico. E' proprio di quest'ultimo aspetto che intendo parlare, in questo articolo.
Prima, quando non esistevano ne' il professionismo, ne' tantomeno queste grosse pressioni economiche, le famiglie avevano l'abitudine di trascorrere la domenica pomeriggio fuori casa per distrarsi e divertirsi per un paio di ore, prima di tornare alla vita di tutti i giorni. 
Ovvio che questo non significa che certe squadre, sopratutto quelle del Nord ricco ed industrializzato, non evitavano comunque di influire sull'operato degli arbitri (la cosiddetta "sudditanza psicologica") oltre che naturalmente sulle principali istituzioni calcistiche contribuendo in maniera lenta ed inesorabile, ad esacerbare gli animi!
Oggi invece lo stadio e' diventato quasi un campo di battaglia dove poter sfogare le proprie frustrazioni e repressioni. E così vediamo praticamente dappertutto striscioni inneggianti orrende tragedie del passato (Heysel e Superga, tanto per citare le più gettonate), cori offensivi ed evocativi di catastrofi naturali (eruzione del Vesuvio che ormai è diventata un vero e proprio must inneggiata non più dai soliti idioti, ma anche dai tifosi "normali") ed infine anche razzismo verso sopratutto il Sud del paese. 
Qualche buontempone vorrebbe etichettare tali fenomeni come semplici sfottò, quando in realtà il limite del cattivo gusto è stato già abbondantemente superato. A rendersi protagonisti di tali bravate, sono quasi sempre gli ultras la cui principale professione e' quella magari di fare i fannulloni alle spalle delle società, elemosinando soldi e posti in prima fila nelle partite interne dei propri beniamini.
Si tratta di personaggi che in nome di enigmatici concetti come "mentalità", "coerenza", "ideale" ed altre amenità del genere ("onore ai diffidati" e' senz'altro la più allucinante!) vanno allo stadio non solo e non tanto per sostenere la squadra del cuore, ma nella maggior parte dei casi per cercare lo scontro con le tifoserie avversarie e trasformare il campo di gioco ed i suoi dintorni, in un qualcosa di simile ad una trincea. Oltre che per autocelebrarsi in insopportabili cori e, magari già che si trovano, far esplodere pure qualche petardo che per motivi a dir poco misteriosi riesce sempre a superare il controllo che si fa nei varchi di entrata, prima dello svolgimento delle gare.
Quando poi accade che questi buzzurri iniziano a metterla sul piano della violenza, ecco che assistiamo impotenti ad ordinarie scene di guerriglia urbana contro cui le forze dell'ordine da noi stipendiate, possono ben poco o nulla. Rischiando anzi a loro volta la vita come nel caso del povero ispettore di polizia Raciti, vittima alcuni anni fa della follia omicida di alcuni delinquenti travestiti da tifosi. 
Uno "spettacolo" che trova dunque (e non potrebbe essere davvero altrimenti) il beneplacito del regime massonico che con facilità a dir poco disarmante ed irrisoria, riesce così a trovare un modo pulito per convogliare la rabbia che serpeggia in ampi strati della popolazione. Le tante trasmissioni televisive, le radio ed i giornali che dedicano all'argomento infatti rispettivamente ampie parti dei propri palinsesti ed intere pagine, hanno poi il compito di completare l'opera anestetizzando a dovere gli utenti. Anche con pettegolezzi che riguardano la vita privata di queste autentiche divinità che rispondono al nome di "calciatori"!
Si dice spesso e volentieri che in questo paese esistano quasi 60 milioni di commissari tecnici, perché tutti conosciamo bene le regole di questo antico gioco e ci riteniamo addirittura maggiormente capaci di chi ha il compito di preparare gli schemi e le tattiche da adottare, nelle varie competizioni calcistiche. Sarebbe meraviglioso se iniziassimo a capire i nostri diritti ed a discutere al bar anche di questione politiche ed economiche, come e più di quello che i maestri inglesi, sin dai suoi primordi, hanno definito "football". 
Il regime massone e bilderberghino infatti avrebbe davvero i giorni contati se dovessimo prendere coscienza di ciò che ci viene quotidianamente negato e non limitassimo più le nostre chiacchiere e le nostre energie, solo ed esclusivamente dietro ad un pallone che rotola in un prato verde!

Franco Svevo