domenica 16 febbraio 2014

VIVISEZIONE VERGOGNA DELL'UMANITA"

(...) è indispensabile e urgente promulgare leggi che considerino la sperimentazione-vivisezione come un reato contro l'incolumità e la vita delle persone, e predisporre sanzioni penali proporzionate al danno da essa derivante.

(…)

Tratto dal capitolo: SPERIMENTARE SULL'UOMO - vedi da pag. 146 a pag. 149
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)
(…) Ciò che succede in Germania ce lo racconta il giornalista tedesco, Günter Wallraff che, volendosi documentare di persona sul maltrattamento e lo sfruttamento inflitto "su scala industriale" ai turchi emigrati in cerca di lavoro nella Repubblica Federale Tedesca, si è travestito da turco.
Alcuni turchi disperati fino al suicidio per la inumanità del trattamento subito in alcune industrie, trovano un lavoro meno faticoso ma più micidiale, nel significato autentico della parola, in certe industrie farmaceutiche. Come portiere? come addetto alle pulizie? Nossignori come cavia.

Sul muro di Duisburg sta scritto: "Basta con gli esperimenti sugli animali: usate i turchi". Il finto turco prende l'esortazione alla lettera e, così, Levant Ali Sigirlioglu (cioè, la versione turca del giornalista Günter Wallraff) si presenta presso la LAB di Neu-Ulm che possiede nel suo "stabulario" già 2800 "collaboratori", cioè cavie umane di tutte le razze, ma soprattutto turchi, indonesiani, latino-americani e pakistani. Firma una dichiarazione di consenso e riceve la prima dose di Fenobarbital e di Fenitoina associati.

Scheda del Fenobarbital ("Luminale"): in caso di trattamenti cronici, risciò di anemia megaloblastica, assuefazione al farmaco.
Scheda della Feniotoina a dosi elevate o prolungate: disturbi motori, iperplasia e sanguinolento gengivale, iperglicemia, iperlipidemia, anemia megaloblastica, porfirea, alterazioni del midollo osseo, necrosi epatica. Particolarmente pericolosa l'associazione fenitoina-fenobarbital, con pericolo di asfissia e di shock circolatorio, talvolta mortali.

Il falso turco prende la prima dose. Viene colto immediatamente da disturbi visivi e, il giorno dopo, da stordimento, emicrania, ottundimento sensoriale, sanguinamento dalle gengive.
Tutte le altre "cavie" che insieme a lui avevano subito lo stesso trattamento, denunciano le stesse sofferenze; lui decide di desistere, ma lui può farlo; quei soldi non gli sono indispensabili.
Gli altri, invece, sono costretti a continuare anche se sanno che i disturbi si aggraveranno sensibilmente nelle undici settimane di durata dell'esperimento.
Sanno anche però, che se dovessero ritirarsi non riceverebbero nemmeno un marco dei 2000 pattuiti. Perciò continueranno anche a costo di sofferenze estreme, per non perdere ciò che hanno acquisito. Il contratto è un capestro che stringe: peggio per chi ci ha infilato il collo.

Günter Wallraff, alias Ali Sigirlioglu, ha fatto bene a darsela a gambe: uomini-cavia sono morti per intossicazione acuta, come nel 1983 l'industriale Neill Rush, di 30 anni, dello "stabulario" gestito dalla Kali-Chemie. Ma quanti altri sono morti a distanza di mesi o di anni per intossicazione cronica, ignorati, forse anche vilipesi perché scambiati per drogati o per alcolizzati? Quanti sono rimasti menomati per tutta la vita?
Con un pizzico di cinismo ci si potrebbe domandare: "Ma, almeno, questi esperimenti servono a qualcosa?" Risponde Norbert Rielbrock*: "Circa i due terzi di queste prove sono assolutamente inutili. Si tratta di esperimenti destinati a scopi commerciali".

*Norbert Rielbrock, professore dell'Università di Frankfurt am Main, in una trasmissione televisiva della rete ZDF, del 28 agosto 1985.

Günter Wallraff ci prova ancora, e si fa assumere dalla BIO-DESIGN di Freiburg in Breisgau. IL salario è di 2500 marchi (circa 1.800.000 lire) per quindici giorni. Il farmaco da sperimentare è il Masperinon, un diuretico antagonista dell'Aldosterone. Scheda degli effetti nocivi (da Bittere Pillen 108bis): disendocrinie, impotenza sessuale, ginecomastia irreversibile, alterazioni della voce, astenia, disturbi dell'equilibrio elettrolitico. Inoltre: cefalea, stato confusionale, gastralgia, alterazioni cutanee. Nel contrartto d'ingaggio sta scritto: "In caso di rinuncia, la BIO-DESIGN può richiedere al candidato il risarcimento per le spese sostenute durante l'esecuzione delle prove". Questa volta Günter Wallraff rinuncia prima ancora di cominciare: anche per non dover pagare l'ospitalità così simpaticamente offertagli dalla BIO-DESIGN nel suo irreprensibile stabulario.
I fatti dianzi descritti, sia quelli dell'Università di Pavia, sia quelli dei "turchi da esperimento" ci insegnano che si può commettere impunemente qualsiasi crimine purché si indossi la maschera di scienziato. Ma allora, che così che protegge questa maschera, e questi crimini, dai rigori della legge e dalla riprovazione dell'opinione pubblica? Si tratta sempre dell'ipocrita "lo facciamo per il bene dell'umanità"; o del cinico "sacrificare pochi per il bene di tutti"; o del perverso "il fine giustifica i mezzi". Dove, ovviamente, il fine è sempre "nobilissimo" e i mezzi "irrinunciabili" dato che sono al servizio di un fine nobilissimo.

La condanna morale della sperimentazione-vivisezione sembrerebbe troppo ovvia per meritare commenti. Invece, un commento deve essere fatto a condizione, però, che si usi razionalità scientifica e si rifugga da aggettivi iperbolici come "esecrabile", "orrendo", "incredibile", che vengono usati, per allontanare da sé stessi ogni sospetto, proprio dai vivisezionisti i quali, sotto l'incalzare dei tempi e di un'opinione pubblica sempre più informata, stanno abbandonando il classico e melenso "lo facciamo per il bene dell'umanità" per rifugiarsi nella segretezza e nell'anonimato pertinenti ai criminali e ai cospiratori.

Qual'è, dunque, il commento conclusivo alla sperimentazione-vivisezione?

1) sul piano morale, la sperimentazione-vivisezione eseguita sull'uomo non viene più esibita come titolo di merito nemmeno dai vivisezionisti più convinti e più spregiudicati.

2) sul piano scientifico, la sperimentazione-vivisezione eseguita sull'uomo è non meno falsificante di quella eseguita sull'animale.

La conclusione, dunque, non può essere che la seguente, e deve essere rivolta ai legislatori:

è indispensabile e urgente promulgare leggi che considerino la sperimentazione-vivisezione come un reato contro l'incolumità e la vita delle persone, e predisporre sanzioni penali proporzionate al danno da essa derivante.


(…)


Tratto dal capitolo: SPERIMENTARE SULL'UOMO - vedi da pag. 146 a pag. 149
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)

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