sabato 25 aprile 2015

25 aprile 2015: festa dell’occupazione.

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Adesso guardate questa:
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Trovate qualche collegamento tra le due?
No? Allora continuante a leggere…
Il 25 aprile 1945 l’Italia festeggiava la liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Purtroppo, dopo settant’anni la storia è tornata al punto di partenza. Abbiamo un regime fascista al Governo e forze d’occupazione che hanno invaso il nostro territorio cancellando la personalità giuridica del paese.
La vera ed unica differenza tra quanto accadeva ieri e quanto avviene oggi è che una volta il nemico si vedeva, era percepibile, oggi non lo è più. Una volta il nemico girava armato nelle strade. L’attuale nemico è impalpabile, non lo si scorge a prima vista. Curiosamente infatti le truppe d’invasione di questa nuova forza d’occupazione le troviamo in un posto in cui molti non penserebbero: nei nostri portafogli!
Avete capito bene, le forze d’occupazione stanno nelle nostre tasche! Oggi l’esercito di occupazione è la moneta griffata BCE.
L’euro infatti, come abbiamo più volte detto, come sempre ribadisce il Prof. Antonio Maria Rinaldi con una frase di grande effetto, è sic et simpliciter un metodo di governo: una moneta concepita con lo scopo preciso di causare una crisi (una grave crisi) che rappresenti il mezzo con cui convincerci (costringerci) a cedere fette sempre maggiori della nostra sovranità. E ricordiamo che la sovranità non può essere ceduta in quanto appartiene al popolo che la esercita per mezzo del diritto di voto, anzi sarebbe meglio dire la esercitava quando poteva ancora votare in maniera libera, eguale, diretta e personale.
Come funziona l’euro? Semplice. L’euro è una cosa sola con i suoi vincoli economici codificati fin dal protocollo 12 allegato al Trattato di Maastricht. Parliamo in particolare di quel micidiale strumento di distruzione di massa che è il limite all’indebitamento annuo (deficit) fissato nella misura del 3% del PIL. Dunque dal 1992 l’Italia, posto che il costo degli interessi sul debito erano maggiori al limite del 3%, è stata costretta a tassare più di quanto ha speso e dunque si è realizzata una serie record di avanzi primari che hanno letteralmente raso al suolo la nostra economia. In sostanza anno dopo anno la moneta circolante nell’economia reale è stata gradualmente ridotta (mentre la base monetaria complessiva è aumentata con la creazione di moneta unicamente a favore del circuito finanziario, favorendo la speculazione) ed è chiaro che, dato che cittadini ed imprese non possono creare moneta, la differenza tra quanto speso dallo Stato e il maggior importo recuperato a tassazione è stato prelevato dalle tasche degli italiani.
Ovviamente l’avanzo primario impedisce matematicamente la creazione di risparmio diffuso, ma anzi lo erode gradualmente in radicale e palese contrasto con l’art. 47 Cost che, al contrario, impone l’obbligo giuridico del deficit posto che la Repubblica deve incoraggiare e tutelare il risparmio in tutte le sue forme.
Davvero paradossale poi, che oggi sia un partito asseritamente di sinistra, il PD, ad agire per mettere in atto una riforma degli assetti istituzionali volta proprio a consolidare l’occupazione del paese in corso (L’ultimo che voleva abolire il Senato fu Mussolini). Un PD che con disinvoltura applaude i partigiani in Parlamento mentre contemporaneamente tradisce i grandi valori di libertà della resistenza assoggettandoci al vincolo esterno della dittatura finanziaria UE.
Noi che scriviamo su Scenari Economici, i membri di Riscossa Italiana, quelli di Salviamo gli Italiani, e tutti i difensori della Costituzione e della democrazia oggi non abbiamo davvero nulla da festeggiare. Inutile ricordare una liberazione quando si è prigionieri di una dittatura che, continuando così, potrebbe portare a conseguenze altrettanto catastrofiche.
In questo 25 aprile non si festeggia più la liberazione, ma si può trovare comunque un motivo di speranza annunciando la ferma ed inamovibile volontà di riprenderci paese e sovranità! I nuovi partigiani siamo noi e la storia ce ne darà certamente atto!
Andiamo avanti!
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