sabato 25 aprile 2015

Fallita la Gitras. 17 milioni di debiti

gitras
La Gitras di Collecchio, uno dei maggiori operatori nel campo dei trasporti di prodotti refrigerati in nord Italia, è finita in fallimento.
Gitras era l’azienda di Gian Paolo Faggioli, ex presidente di Apindustria di Parma, poi vicepresidente dell’Unione industriali con Borri. Forte di una flotta di oltre 150 motrici, 120 semirimorchi frigoriferi ed altrettanti telonati, con 50 anni di attività alle spalle, non ha retto alla crisi.
L’estate scorsa Gitras aveva chiesto di poter presentare un concordato per ridurre i propri 
debiti. Ma dopo una serie di rinvii ha rinunciato. Da qui la dichiarazione di fallimento. La Gistras spiega la mancata presentazione della proposta di concordato con l’incertezza di possibili affittuari di rami aziendali, affitti che avrebbero rappresentato una parte importante del concordato, ma anche incertezza rispetto alla possibilità di vendere alcuni beni. Ma anche il commissario giudiziale aveva chiesto la revoca del concordato, avendo riscontrato “condotte della società debitrice ritenute passibili di rientrare nell’ambito di operatività dell’art. 173 L.F”.”, riferisce il decreto di fallimento del Tribunale, cioè azioni non ammesse dopo aver chiesto il concordato in bianco.
Il decreto di fallimento è stato preceduto da un lungo dibattito fra Tribunale e avvocati della Gitras, che hanno cercato di evitare il crac, sostenendo che essendo stata ritirata per tempo la richiesta di pre-concordato, il giudice non poteva proclamare subito il fallimento. Ma il giudice Pietro Rogato ha respinto questa tesi, anche perché “aderendo alla tesi della Gitras, si sarebbe in presenza di una palese ipotesi di abuso dello strumento concordatario”. Il giudice ha respinto anche le ipotesi di “atti di frode” ex art. 173 sollevate dal commissario giudiziale, perché non si è arrivati ad alcuna proposta concordataria formale.
Gitras fallisce a causa di una situazione economica di grave dissesto, con un patrimonio netto negativo di quasi 10 milioni di euro e debiti per circa 17 milioni. Nel 2012 ha perso 6,3 milioni, nel 2013 altri 5,5 milioni. La società ha spiegato il tracollo in relazione ad “una aspettata contrazione del credito di finanziamento con conseguente riduzione della liquidità” nel corso del 2012, “tale situazione ha rappresentato un ostacolo rilevante alla proficua prosecuzione dell’attività, determinando uno stato di crisi che ha generato, a partire dall’anno in corso, un verificarsi di situazioni di insolvenza che hanno ulteriormente minato il rating riconosciuto dalle banche e di conseguenza il mantenimento delle necessarie linee di finanziamento”.
Nel periodo pre-concordatario o immediatamente prima, più imprese di trasporto creditrici di Gitras si sono rivolti a Tribunali diversi chiedendo ingiunzioni di pagamento, per una somma di 656mila euro. C’è poi un debito di 1.482.000 euro verso un fornitore di gasolio, la Cornini Attilio spa: un debito della società Crc – Consorzio riunito carburanti, che nel 2013 Gitras si era assunta. I debiti scaduti verso banche e enti finanziatri arrivano a poco meno di 1,8 milioni di euro. Ci sono anche cambiali e assegni protestati per 1,4 milioni. Rilevanti anche i debiti verso l’erario e gli enti previdenziali, con 1,8 milioni di Iva da versare – cumulo degli ultimi tre esercizi e non più ravvedibili – e quasi 100mila euro reclamati da Equitalia. Le ritenute erariali sui redditi da lavoro dipendente risultano non pagate dalla metà del 2011 in poi, per una somma di 143mila euro e altri 100mila sono i debiti per contributi previdenziali non versati, a partire dal dicembre 2012. Il decreto del Tribunale sottolinea che nei “debiti erariali e previdenziali si manifesta un elemento caratterizzante dello stato di insolvenza: l’irregolarità dell’adempimento

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