sabato 25 aprile 2015

Allarme di “Altroconsumo”: Batteri resistenti ad antibiotici nell’84% della carne di pollo.ATTENZIONE

Pollo
Alcuni batteri possono sviluppare un pericoloso meccanismo di resistenza agli antibiotici, usati in quantità massicce anche negli allevamenti di animali. Con la diffusione di batteri resistenti, percorrendo la catena alimentare dagli allevamenti sino alla tavola, il rischio è che gli antibiotici perdano il loro effetto curativo anche negli uomini. I risultati dell’inchiesta di Altroconsumo dimostrano la gravità del fenomeno nel settore.
Il test: analizzati a livello europeo 250 campioni di petti di pollo per valutare la presenza di batteri (famiglia Enterobatteriacea) più inclini di altri a sviluppare un meccanismo di resistenza agli antibiotici. Trovati E. Coli resistenti nell’84% dei 45 campioni comprati in Italia, a Milano e a Roma.
Segnalati i risultati al ministero della Salute.
In seguito al trattamento degli animali con antibiotici, usati per cura delle malattie, i batteri che vivono nel loro tratto gastrointestinale possono diventare resistenti al farmaco e contaminare il cibo e l’ambiente. Non necessariamente questi microrganismi possono farci ammalare, il vero problema è che possono trasmettere il loro meccanismo di resistenza ad altri batteri presenti nel nostro organismo: senza seri provvedimenti, dunque, – che ne limitino l’uso negli allevamenti – gli antibiotici potrebbero, tra una decina di anni, non riuscire a sconfiggere la maggior parte dei batteri, anche negli uomini.
I risultati del test dimostrano che il problema della resistenza del pollo agli antibiotici è molto diffuso ed è strettamente legato al tema della sicurezza alimentare: occorre migliorare il monitoraggio dell’uso di questi medicinali in ambito veterinario con sistemi di sorveglianza più severi. Serve un sistema che lavori maggiormente sulla prevenzione delle malattie animali, per ridurre la necessità di usare gli antibiotici. Non solo: visto i rischi per l’uomo, sarebbe opportuno conservare una classe di antibiotici da usare solo per gli animali e non per le persone, in modo da limitare i danni. Queste le richieste girate al ministero della Salute da cui ci si aspetta interventi chiari e maggiore informazione ai consumatori.

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