sabato 19 ottobre 2013

DISORDINI

Scontri davanti al Ministero dell'Economia, bombe-carta contro i blindati

Lanciate diverse bombe-carta. Realizzate barricate con cassonetti vicino a Porta Pia. Fermati 15 manifestanti. Alta tensione anche vicino alla sede di Casa Pound

20 ottobre, 00:00
Scontri a Roma davanti al ministero dell'EconomiaGuarda la foto1 di 1Scontri a Roma davanti al ministero dell'Economia
Scontri davanti al Ministero dell'Economia, bombe-carta contro i blindati
di Luca Laviola
Puntuali come un treno ad Alta velocità i professionisti del disordine di piazza sono entrati in azione anche a Roma, quando hanno raggiunto i ministeri. La novità è che questa volta il servizio d'ordine del corteo stesso li ha arginati, limitando e contenendo le azioni violente. In serata addirittura i due gruppi, manifestanti e incappucciati, si sono fronteggiati a manifestazione terminata. Anarchici, incappucciati, black bloc, con bandiere nere e bandiere rosse, il fronte dei duri comprende gruppi e sigle eterogenei. In molti erano arrivati dall'estero. Estremisti venuti dalla Francia, dalla Germania, dal nord Europa, dalla Grecia e da altri Paesi. Che al momento stabilito si sono uniti agli italiani e sono saliti al proscenio. Da loro proveniva il pericolo infiltrati che la Questura ha monitorato tanto da rafforzare le operazioni di prevenzione: in 14 sono stati fermati prima del corteo, alcuni francesi con precedenti specifici.
Assieme a dire no alle politiche di austerità italiane ed europee, al precariato e a una vita senza casa, alla Bce, alla Tav e al Muos (il sistema radar militare Usa in Sicilia) sono state decine di migliaia di persone. In gran parte giovani ma non solo, portati in piazza dai sindacati di base Usb, dai Cobas già in corteo ieri, dai collettivi studenteschi e dai centri sociali di tutta Italia, dai partiti dell'estrema sinistra come Rifondazione e Comunisti. Canti e balli, musica, ironia, colori, slogan duri e caschi alla cintola si mescolano in modo quasi inestricabile nella galassia dei protestatari. La più cospicua quella delle lotte territoriali, del fronte del No, No Tav, No Muos, No Expo. I No Tav sono l'avanguardia ideologica, la battaglia più nota. E accanto a loro gli sfrattati e gli squatters, cioè i tanti occupanti del Movimenti per la casa.
Poi studenti, disoccupati, lavoratori a termine, cassintegrati, ma anche una quota di romani di tutte le età solidali con loro. Partecipa anche qualche bambino piccolo in carrozzina. E poi tanti, tantissimi migranti, rifugiati, profughi che urlano "Lampedusa". Tutti da piazza San Giovanni a Porta Pia con almeno un'ora di ritardo per aspettare i compagni controllati dalle forze dell' ordine su alcuni pullman all'ingresso di Roma. 'Chiomonte (in Val Susa, fronte dei No Tav, ndr) come Atene', 'Cerco una casa tutto l'anno, ma non c'é niente da fare...tocca occupare', 'E' l'ora della rivolta' e 'Siamo tutti black bloc' sono alcune delle parole d'ordine e quanto scritto sugli striscioni della manifestazione. Ce n'é anche per Erich Priebke: qualcuno scrive su un muro 'Mo' il vespino me lo batto (prendo) io', ricordando l'ex capitano delle Ss in motociclo. E l'antifascismo stavolta ha colpito anche i black bloc.

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