giovedì 2 aprile 2015

VERGOGNE ITALIANE DI UNA NON POLITICA


PIÙ GALERA PER TUTTI! – “IL FATTO” PUBBLICIZZA L’OTTAVA MERAVIGLIA DEL CREATO: LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI GRATTERI – VERA PERLA È IL NUOVO REATO DI “PUBBLICAZIONE ARBITRARIA DI INTERCETTAZIONI”, PUNITO FINO A 6 ANNI DI CARCERE! – ROBA CHE TRAVAGLIO TRASFERISCE A REBIBBIA LA SUA REDAZIONE
Solo perché la proposta arriva da un magistrato amico facciamo finta di nulla? Se anziché Gratteri a proporre il carcere fosse stato Carlo Nordio, vicino a Forza Italia, e se al governo ci fosse Silvio Berlusconi non starebbero tutti gridando al bavaglio liberticida?… –
DAGONOTA
Vi sono molte cose condivisibili nella lenzuolata pubblicata dal “Fatto Quotidiano” dedicata alle riforme presentate dalla commissione guidata dal procuratore Nicola Gratteri, mancato ministro della Giustizia per veto di un malfidato Napolitano. Per esempio, è razionale interrompere la prescrizione con la formulazione dell’imputazione e farla cessare dopo la sentenza di primo grado. Ed è giusto sancire che le prove restino valide anche se cambia il giudice del dibattimento, come è comprensibile lo sforzo di aumentare il ricorso al rito abbreviato e al patteggiamento.

Un po’ meno prudente, e garantista, l’ansia di ridurre i ricorsi “inammissibili” e l’idea di punire il voto di scambio mafioso anche senza le intimidazioni. Ma sono vicende sulle quali è lecito e utile discutere.
Fa invece letteralmente accapponare la pelle la parte che riguarda le intercettazioni. Gratteri vuole istituire un nuovo reato ad hoc (ne abbiamo troppo pochi…) che si chiama “Pubblicazione arbitraria delle intercettazioni”, dove nell’aggettivo “arbitrario” c’è già tutta la pericolosità di un reato, appunto, “arbitrario”.
Il reato consiste in un divieto ai magistrati di utilizzare il testo integrale delle intercettazioni negli atti, “a meno che la riproduzione testuale dell’intera comunicazione intercettata non sia rilevante ai fini della prova”. E poi nel divieto ai cronisti di “divulgare i dati”. Per ora, come si vede, la formulazione del reato è piuttosto vaga ma non meno pericolosa. In compenso ecco le pene: reclusione da due a sei anni e la multa da 2.000 a 10.000 euro.
Fermiamoci un attimo e respiriamo: sei anni di carcere per la pubblicazione “arbitraria” di un’intercettazione? Ma non vi sembra un’enormità? Dagospia di intercettazioni ne pubblica pochine, ma il “Fatto” letteralmente ci campa. Solo perché la proposta arriva da un magistrato amico facciamo finta di nulla? Se anziché Gratteri a proporre il carcere fosse stato Carlo Nordio, vicino a Forza Italia, e se al governo ci fosse Silvio Berlusconi non starebbero tutti gridando al bavaglio liberticida?
Gratteri vuole istituire un nuovo reato ad hoc (ne abbiamo troppo pochi…) che si chiama “Pubblicazione arbitraria delle intercettazioni”
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