RETROSCENA – QUANDO RE GIORGIO HA VISTO IL SUO DE GENNARO SOTTO ATTACCO, SI È SUBITO MOBILITATO CON RENZI – ECCO COME SONO NATI L’INTERVENTO DI CANTONE A FAVORE DEL PRESIDENTE DI FINMECCANICA E LA SORTITA DI NAPOLITANO SULL’ITALICUM
Matteo Renzi non era per nulla entusiasta di dover difendere l’ex capo della Polizia, che gli sta cordialmente sulle scatole, ma alla fine ha ceduto al pressing di Bella Napoli. Che poi si è sdebitato monitando a favore della legge elettorale…
DAGONEWS
In politica, nei palazzi del potere, non si fa mai nulla per nulla. Ed è andata così anche sulla testa di Gianni De Gennaro.
La scorsa settimana, di mercoledì, Matteo Orfini, conoscendo bene l’insofferenza di Renzi per De Gennaro, ha definito “una vergogna” la sua presidenza della Finmeccanica, visto che era il capo della Polizia ai tempi del G8 di Genova.
Dopo l’attacco frontale, si è subito mosso Giorgio Napolitano, grande sponsor del poliziottone (era stato lui a imporre la sua conferma in piazza Montegrappa al riluttante Renzi, la scorsa primavera). L’ex capo dello Stato ha chiesto a Renzi un intervento diretto e immediato in difesa di De Gennaro, ma il premier ha fatto resistenza dicendogli che doveva essere lui a muoversi per primo.
Napolitano non si è perso d’animo e ha chiamato la toga più popolare e rispettata del momento come Raffaele Cantone per chiedergli una mano. E lo zar dell’anticorruzione non si è fatto pregare. A metà giornata di giovedì scorso ha dichiarato alle agenzie: “Gianni De Gennaro è stato indagato e assolto. L’assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera”. Dopo pochi minuti, con scarso entusiasmo, è intervenuto lo stesso Renzi per chiudere il caso: “Il governo non ha alcun dubbio sulla sua qualità e competenza”. Fine della storia? Solo per De Gennaro.
Renzi a sua volta ha chiesto un favore al vecchio presidente e lunedì il favore è arrivato sul tema più caro al premier: la legge elettorale. “Non si può tornare indietro, disfare quello che è stato faticosamente costruito, elaborato, discusso in questi mesi. Guai se si piomba in un ricominciamo da capo”.
Insomma, un bel monito presidenziale come ai vecchi tempi. Ma purtroppo Bella Napoli, fuori dal Colle, non conta un bel niente. E il Pd si è spaccato lo stesso. E ora Renzi trema…
FONTE
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/retroscena-quando-re-giorgio-ha-visto-suo-de-gennaro-sotto-attacco-si-98668.htm
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