Quattro arresti, 50 indagati, cento perquisizioni. Gli appalti pubblici tornano nel mirino della magistratura. Tra gli arrestati dell’ultima inchiesta c’è anche Ercole Incalza, ex capo della Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (in pensione dal dicembre scorso). L’accusa dei pm è di corruzione. Tangenti in cambio di appalti pilotati. Oltre a Incalza, l’altro personaggio chiave dell’inchiesta è l’imprenditore Stefano Perotti. Nelle carte torna più volte anche il nome del ministro Maurizio Lupi, che non è indagato.
LE MAZZETTE
Tra gli indagati ci sono invece l’ex eurodeputato Vito Bonsignore e Antonio Acerbo, l’ex manager già arrestato lo scorso ottobre nel filone d’inchiesta milanese sulla “cupola degli appalti” che ora è accusato di turbativa d’asta per aver pilotato la gara per il “Palazzo Italia”. Secondo Lupi, Incalza «era ed è una delle figure tecniche più autorevoli che il nostro Paese abbia sia da un punto di vista dell’esperienza tecnica nazionale che della competenza internazionale, che gli è riconosciuta in tutti i livelli». L’importanza della Struttura Tecnica di Missione è ben rappresentata in una conversazione telefonica intercorsa il 16 dicembre 2014 proprio tra il ministro Lupi ed Ercole Incalza.
L’INTERCETTAZIONE DEL MINISTRO
Lupi, infatti, a fronte della proposta di soppressione di tale struttura o di passaggio della stessa sotto la direzione della Presidenza del Consiglio arriva a minacciare una crisi di governo: «… vado io guarda … siccome su questa cosa … te lo dico già … però io non voglio … cioè vorrei che tu dicessi a chi lavora con te che senno’ vanno a cagare! .. cazzo! … ho capito! … ma non possono dire altre robe! … su questa roba ci sarò io lì e ti garantisco che se viene abolita la Struttura Tecnica di Missione non c’è più il Governo! … l’hai capito non l’hanno capito?!».
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