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Tonno, conserve e capperi scaduti da sette anni: 21 tonnellate di cibi sequestrate a Trapani
La guardia costiera ha passato al setaccio i capannoni di tre aziende di distribuzione di Trapani e Casa Santa: multe per 30 mila euro e informativa alla procura
TRAPANI – Prodotti che sono l’orgoglio del Trapanese, come pregiate conserve di tonno e i capperi, ma anche baccalà, sardine, acciughe, prosciutto, frutta sciroppata, olive, sugo con funghi porcini, gelatina, aceto, riso, legumi, mais, concentrato di pomodoro e farine. Tutti prodotti pronti per essere immessi sul mercato provinciale e regionale, ma scaduti anche da sette anni e privi di etichetta capace di ricostruirne la tracciabilità, come previsto dalla legge. Ventuno le tonnellate di cibi di origine animale e vegetale sequestrate dalla guardia costiera di Trapani, che ha passato al setaccio tre aziende di distribuzione di Trapani ed Erice Casa Santa, mettendo i sigilli a merce non in regola per un valore di circa 250 mila euro e consegnando un’informativa alla procura di Trapani, che ora accerterà eventuali responsabilità penali.
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La maxi operazione “Phoenix 3″ è stata disposta su base nazionale dal comando generale del corpo delle Capitanerie di porto. I capannoni delle tre aziende, nell’arco di due settimane, sono stati controllati a tappeto: tra la merce sequestrata ci sono prodotti ittici congelati in celle frigorifere non registrate all’Asp, ovvero prive di autorizzazione sanitaria. Ma ci sono anche prodotti del mare e della terra lavorati: sotto sale, sott’olio o conservati all’interno di anonime scatole di latta, probabilmente pronte per essere etichettate.
“L’operazione – ha detto il comandante della Capitaneria di Porto di Trapani Giuseppe Guccione – è stata molto complessa e ha previsto un’attenta attività di monitoraggio delle aziende sospettate di commerciare prodotti non in regola. Il nostro obiettivo è stato anzitutto quello di prevenire l’immissione sul mercato dei prodotti adesso sequestrati ma sono in corso indagini per accertare eventuali reati da parte dei rappresentanti delle tre società”.
Prodotti scaduti da anni, privi di etichetta o, secondo le ipotesi investigative non corrispondenti alle etichette apposte, come ad esempio il contenuto delle scatolette di “tonno rosso” che sono state subito affidate all’analisi dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo per verificarne la corrispondenza con la pregiata conserva ittica. Le sanzioni amministrative elevate per “violazione delle normative igienico-sanitarie e inadempienze per la notifica all’Autorità sanitaria della dichiarazione di inizio attività” ammontano a circa 30 mila euro, a cui potrebbero aggiungersi sanzioni più pensanti se dovessero essere accertati reati penali. Un’indagine complessa e articolata che presenta elementi che nei prossimi giorni potrebbero portare a nuovi e clamorosi sviluppi.
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