Prov. AN – Volpi
Provincia di Ancona – Lega Nazionale per la Difesa del Cane contro la caccia alle volpi in tana.
Con il pretesto delle loro appartenenza a una specie “nociva” vengono massacrati con crudeltà migliaia di animali. E per compiacere i cacciatori viene ignorata la legge che prevede un contenimento con metodi ecologici. Il Ministero dell’Ambiente intervenga per far rispettare le norme vigenti.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha appreso con costernazione della delibera emanata dalla Provincia di Ancona che autorizza l’uccisione di migliaia di volpi con la pretestuosa motivazione di appartenere a una specie dannosa per il patrimonio zootecnico.
In realtà l’unica colpa della volpe è quella di essere un’antagonista dei cacciatori, in quanto si nutre dei cosiddetti animali ”pronto-caccia”, come lepri e fagiani, acquistati e immessi sul territorio dal popolo delle doppiette per poi essere uccisi. E’ questa la ragione che induce il mondo venatorio a esercitare pressioni nei confronti delle provincie per ottenere – come in questo caso – illecite autorizzazioni per poter togliere di mezzo, spesso in modo particolarmente cruento, i “rivali” a quattro zampe.
Si è parlato di autorizzazioni illecite in quanto la Legge 157/92 all’articolo 19 comma 2 prevede obbligatoriamente l’utilizzo di metodi ecologici – concordati con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) – per il contenimento delle sedicenti specie nocive. E soltanto dopo aver accertato l’inutilità di questi metodi, le regioni (previa ulteriore consultazione con l’INFS) possono autorizzare progetti di abbattimento. Una norma rafforzata anche da una sentenza del TAR Veneto sez. II 24 ott. 2008 n. 3274.
In altre parole è necessario che i piani provinciali di abbattimento, prima di essere emessi, documentino di aver precedentemente sperimentato metodi ecologici e che la loro inefficacia sia stata certificata dall’INFS (TAR Friuli Venezia Giulia, 22 novembre 2007, n. 732).
Invece, le pianificazioni delle “stragi” vengono scriteriatamente stabilite dagli enti locali in spregio a quanto stabilito da una Legge dello Stato. Un comportamento che mette in evidenza la prepotente influenza delle lobby venatorie nei confronti delle pubbliche amministrazioni che, ovviamente, ignorano le innumerevoli petizioni popolari e le richieste delle associazioni ambientaliste e animaliste.
Ma il particolare più raccapricciante sta nella modalità di intervento, che autorizza la caccia in tana con l’ausilio di cani. Un sistema crudele che uccide i cuccioli indifesi assieme alle madri che si battono fino all’ultimo respiro per difenderli e che espone al pericolo anche i cani coinvolti nella mattanza. Non va inoltre dimenticato il preciso ruolo biologico delle volpi che abitualmente si cibano di piccoli animali selvatici aiutando a mantenere l’equilibrio fra le varie specie.
Purtroppo ciò che sta accadendo in questi giorni nelle Marche non è un caso isolato ma la tragica normalità. Basta ricordare le stragi perpetrate nelle province di Piacenza e di Siena, l’attuale piano di abbattimento triennale di migliaia di esemplari in Abruzzo, per finire con la barbara taglia di 50 euro per ogni testa consegnata che l’amministrazione di Reggio Calabria elargiva ai cacciatori utilizzando i fondi per la protezione dell’ambiente, per un ammontare di 250mila euro.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane condanna in toto questi “piani” e richiede un opportuno intervento da parte del Ministero dell’Ambiente volto a riportare alla legalità un’attività da troppo tempo gestita con modalità incontrollate, clientelari e pretestuose. Un’attività che torna comoda a molti a eccezione delle volpi perseguitate e brutalmente uccise.
Michele di Leva
Responsabile caccia e Fauna selvatica LNDC
19 marzo 2015
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Ufficio Stampa
Tel.: 0226116502
Fax: 02.36638394
www.legadelcane.org
Con il pretesto delle loro appartenenza a una specie “nociva” vengono massacrati con crudeltà migliaia di animali. E per compiacere i cacciatori viene ignorata la legge che prevede un contenimento con metodi ecologici. Il Ministero dell’Ambiente intervenga per far rispettare le norme vigenti.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha appreso con costernazione della delibera emanata dalla Provincia di Ancona che autorizza l’uccisione di migliaia di volpi con la pretestuosa motivazione di appartenere a una specie dannosa per il patrimonio zootecnico.
In realtà l’unica colpa della volpe è quella di essere un’antagonista dei cacciatori, in quanto si nutre dei cosiddetti animali ”pronto-caccia”, come lepri e fagiani, acquistati e immessi sul territorio dal popolo delle doppiette per poi essere uccisi. E’ questa la ragione che induce il mondo venatorio a esercitare pressioni nei confronti delle provincie per ottenere – come in questo caso – illecite autorizzazioni per poter togliere di mezzo, spesso in modo particolarmente cruento, i “rivali” a quattro zampe.
Si è parlato di autorizzazioni illecite in quanto la Legge 157/92 all’articolo 19 comma 2 prevede obbligatoriamente l’utilizzo di metodi ecologici – concordati con l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) – per il contenimento delle sedicenti specie nocive. E soltanto dopo aver accertato l’inutilità di questi metodi, le regioni (previa ulteriore consultazione con l’INFS) possono autorizzare progetti di abbattimento. Una norma rafforzata anche da una sentenza del TAR Veneto sez. II 24 ott. 2008 n. 3274.
In altre parole è necessario che i piani provinciali di abbattimento, prima di essere emessi, documentino di aver precedentemente sperimentato metodi ecologici e che la loro inefficacia sia stata certificata dall’INFS (TAR Friuli Venezia Giulia, 22 novembre 2007, n. 732).
Invece, le pianificazioni delle “stragi” vengono scriteriatamente stabilite dagli enti locali in spregio a quanto stabilito da una Legge dello Stato. Un comportamento che mette in evidenza la prepotente influenza delle lobby venatorie nei confronti delle pubbliche amministrazioni che, ovviamente, ignorano le innumerevoli petizioni popolari e le richieste delle associazioni ambientaliste e animaliste.
Ma il particolare più raccapricciante sta nella modalità di intervento, che autorizza la caccia in tana con l’ausilio di cani. Un sistema crudele che uccide i cuccioli indifesi assieme alle madri che si battono fino all’ultimo respiro per difenderli e che espone al pericolo anche i cani coinvolti nella mattanza. Non va inoltre dimenticato il preciso ruolo biologico delle volpi che abitualmente si cibano di piccoli animali selvatici aiutando a mantenere l’equilibrio fra le varie specie.
Purtroppo ciò che sta accadendo in questi giorni nelle Marche non è un caso isolato ma la tragica normalità. Basta ricordare le stragi perpetrate nelle province di Piacenza e di Siena, l’attuale piano di abbattimento triennale di migliaia di esemplari in Abruzzo, per finire con la barbara taglia di 50 euro per ogni testa consegnata che l’amministrazione di Reggio Calabria elargiva ai cacciatori utilizzando i fondi per la protezione dell’ambiente, per un ammontare di 250mila euro.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane condanna in toto questi “piani” e richiede un opportuno intervento da parte del Ministero dell’Ambiente volto a riportare alla legalità un’attività da troppo tempo gestita con modalità incontrollate, clientelari e pretestuose. Un’attività che torna comoda a molti a eccezione delle volpi perseguitate e brutalmente uccise.
Michele di Leva
Responsabile caccia e Fauna selvatica LNDC
19 marzo 2015
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Ufficio Stampa
Tel.: 0226116502
Fax: 02.36638394
www.legadelcane.org
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