I call center si difendono: non siamo noi gli stalker
di
Dario D'Elia
Assocontact plaude l'intervento del Garante sulle "chiamate mute". Si dice pronta a lavorare con l'Autorità per migliorare le regole. Non è chiaro però se qualcuno abbia violato qualche codice etico.
Le chiamate da stalker effettuate da alcuni call center probabilmente arrivano da Marte, perché l'Associazione nazionale dei Contact Center in Outsourcing si è detta felice della recente presa di posizione del Garante della Privacy.
"Tengo infine a sottolineare che le aziende nostre associate hanno tuttesottoscritto un codice etico che fornisce precise linee guida per la gestione dei rapporti con i consumatori", si legge nel comunicato ufficiale di Assocontact. Quindi chi sono questi call center che per eliminare tempi morti tra una telefonata e l'altra si affidano a un sistema che genera in automatico chiamate in numero superiore agli operatori disponibili?
Chiamate mute
"Queste chiamate, una volta ottenuta risposta, possono essere mantenute in attesa silenziosa finché non si libera un operatore", spiega il Garante. Ed ecco quindi l'effetto collaterale di ritrovarsi la cornetta in mano e il silenzio più totale.
"Sappiamo bene che produrre un bombardamento di chiamate mute può infastidire i consumatori e questo è controproducente per il nostro settore. Non serve aumentare la quantità di telefonate se poi la qualità dei servizi di call center diminuisce troppo", sostiene il Presidente di Assocontact Umberto Costamagna.
"I call center non sono dei molestatori ma un vero e proprio canale di vendita che ha aiutato a crescere tante aziende in Italia. Come tutti i canali commerciali deve funzionare bene e questo è uno dei compiti della nostra associazione".
Ok, partendo dal presupposto che qualcosa non ha funzionato e forse continua a non funzionare, l'associazione ha almeno espresso apprezzamento per l'intervento del Garante che ha regolamentato il settore.
"Dobbiamo essere in grado di usare la tecnologia in modo appropriato, senza che questa poi ci sfugga di mano", prosegue Costamagna. "Apprezziamo l’apertura del Garante della Privacy a consultazioni per mettere a punto un metodo di controllo efficace. Saremmo lieti di avere un tavolo di confronto per fornire proposte costruttive e approfondire aspetti tecnici strettamente legati al fenomeno".
Ecco, facciamo partire il tavolo di confronto. Che ne facciamo però degli operatori che nel tempo hanno sgarrato? Un codice etico adeguato di solito prevede anche sanzioni, sospensioni, radiazioni. Iniziare a fare pulizia in casa sarebbe sicuramente un bel passo in avanti per recuperare punti di fronte ai consumatori.