domenica 29 marzo 2015

Sequestrò beni per 800milioni di euro

Sequestrò beni per 800milioni di euro alla criminalità Laziale.Poliziotto costretto al congedo

poliziotto(Foto : twitterare.altervista.org)

Non ci sono dubbi,è LA MAFIA CHE COMANDA L’ITALIA!La storia di un poliziotto costretto al congedo DALLA POLIZIA STESSA dopo aver messo in seria difficoltà criminalità e politica del basso Lazio.

Era il poliziotto che combatteva la criminalità organizzata nel litorale laziale. Aveva sequestrato un tesoro ai clan, guadagnando numerosi encomi. Poi è caduto in disgrazia, fino a ricevere una sanzione disciplinare poi annullata dal Tar. Ma ora l’investigatore ha abbandonato la divisa. La denuncia dell’Anip-Italia sicura Regionale per il Lazio.
Alle forze dell’ordine, che combattono il crimine senza più mezzi né risorse, rimangono gli uomini, ma se poi neanche questi vengono messi in condizione di lavorare, allora tanto vale andare tutti a casa”. Parola di Filippo Bertolami, vice questore e segretario regionale per il Lazio del sindacato di polizia Anip-Italia Sicura, che denuncia “uno strano caso” avvenuto all’interno della Questura di Latina: “Una storia tutta da chiarire perché sembra un vero e proprio caso di mobbing”.
La vittima è uno di quegli sbirri che da soli portano avanti il lavoro di un intero ufficio: il sostituto commissario per oltre quattro anni si è occupato, praticamente da solo, delle cosiddette misure di prevenzione, e cioè i sequestri e le confische di capitali, beni mobili e immobili di presunti esponenti delle organizzazioni criminali che infestano il basso Lazio, territorio ad alta densità mafiosa. A parlare sono i risultati: 800 milioni di euro sequestrati e una carriera impreziosita da premi ed encomi vari sul suo operato. Ma non è bastato. Prima l’isolamento, poi la sanzione disciplinare e infine il trasferimento in un altro ufficio. “Una tecnica che ha funzionato – prosegue il sindacalista – tant’è che Carlo (nome di fantasia, ndr) alla fine è stato costretto a lasciare la Polizia di Stato”. 

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