martedì 10 dicembre 2013

MANDELA

dicembre 7, 20
Neil Mackay Sunday Herald 19 marzo 2000 – GreenHouse
Nelson Mandela e Bandar bin Sultan, attuale capo dell'intelligence saudita ed ex-ambasciatore saudita a Washington
Nelson Mandela e Bandar bin Sultan, attuale capo dell’intelligence saudita ed ex-ambasciatore saudita a Washington

Nelson Mandela sarebbe stato un agente dell’MI6 che supportò gli ufficiali dei servizi segreti inglesi nelle operazioni contro il programma per gli armamenti libici del colonnello Gheddafi, fornendo ai suoi controllori i dettagli sull’invio di armi ai terroristi dell’Ulster e permesso operazioni di spionaggio del Regno Unito in Sud Africa. Tali affermazioni su Mandela furono svelati in un libro controverso, MI6: Fifty Years of Special Operations, del noto esperto d’intelligence Stephen Dorril. Il libro venne pubblicato nel marzo 2000. L’MI6 ha tentato legalmente, ma senza successo, di non far pubblicare il libro all’editore Fourth Estate. Gli agenti della Sezione Speciale perquisirono la casa editrice a Londra e ne sequestrarono i computer, ma non scovarono i dettagli sul reclutamento di Mandela dell’MI6. I capi dell’intelligence inglese erono irritati per non essere riusciti ad accedere al contenuto del libro di Dorril, dopo che un giudice dell’Old Bailey aveva ordinato ai giornali Guardian e Observer di cedere i documenti relativi all’ex ufficiale MI5 David Shayler. La sentenza si basava sul fatto che i giornali avrebbero potuto aiutare la polizia a perseguire la spia rinnegata in base all’Official Secrets Act. Shayler aveva fatto affermazioni secondo cui l’MI6 era coinvolto in un complotto per assassinare il colonnello Gheddafi. Il libro di Stephen Dorril interdirà il mondo con le sue affermazioni su Mandela, Premio Nobel per la Pace. Si pensa che l’arruolamento di Mandela sia stata motivata in parte dal suo virulento anticomunismo. In cambio, l’MI6 offriva informazioni sui potenziali attentati alla sua vita.

Dorril sostiene che alti ufficiali dell’MI6 gli parlarono dell’arruolamento di Mandela da parte del Secret Service, ramo dell’intelligence inglese che svolge attività di spionaggio all’estero, recluta spie straniere e ingaggia il contro-spionaggio contro agenti stranieri che operano nel Regno Unito. Fonti interne del ministero degli Esteri e del servizio d’intelligence hanno detto che l’affermazione di Dorril “è del tutto credibile”. Il Foreign Office non fece nulla per smentire l’affermazione secondo cui Mandela avrebbe lavorato per l’MI6. Non ci furono smentite o minacce di azioni legali contro il libro, né dall’ufficio di Nelson Mandela a Johannesburg, Sud Africa, né dal suo avvocato di Londra. Nella parte del libro di Dorril sulle attività del MI6 in Africa, si legge: “Un’altra conquista dell’MI6 fu il leader dell’ANC Nelson Mandela. Se Mandela fu reclutato a Londra, prima di essere imprigionato in Sud Africa non è chiaro, ma si è capito che in un recente viaggio a Londra compì una visita segreta nella sezione addestramento dell’MI6 per ringraziare il servizio per l’aiuto prestatogli nel sventare due attentati nei suoi confronti, subito dopo esser diventato presidente.” Dorril dice che probabilmente uno dei tentativi di assassinio provenisse da una fazione del Congresso nazionale africano (ANC) aspramente contraria alla riuscita manovra di Mandela nel cacciare i leader del partito comunista dall’ombrello del Congresso nazionale africano. L’altro sarebbe stato progettato da un’ala per le operazioni segrete dei militari del governo dell’apartheid.
MI6Dorril, autore di testi sull’intelligence e docente presso l’Huddersfield University, sostiene che Mandela fu utile all’MI6 per la sua amicizia con il governo libico del colonnello Gheddafi, aprendo la strada alla consegna dei due agenti libici accusati dell’attentato di Lockerbie. I governi inglese e statunitense volevano ricostruire i rapporti con la Libia per sfruttarne i ricchi giacimenti petroliferi. “Mandela fu il tasto per trasformare la Libia da Stato terrorista a uno aperto all’occidente“, ha detto Dorril al Sunday Herald. “Il risultato delle sue azioni sarà un enorme impulso economico per le economie occidentali. Si può dire che abbia incantato Gheddafi verso gli interessi economici occidentali.” Ha affermato che il dipartimento per la guerra psicologica, o Iops, dell’MI6, responsabile della propaganda, diffuse un massaggio all’opinione internazionale permettendo che Mandela incontrasse Gheddafi senza suscitare una virulenta riprovazione occidentale. Dorril aggiunse: “Mandela ha dato all’MI6 informazioni sul finanziamento e l’armamento libici dell’IRA, e sull’invio di armi ai terroristi lealisti in Ulster dal Sud Africa dell’apartheid.” Dorril ha affermato che Mandela informò i suoi controllori dell’MI6 dei tentativi della Libia di sviluppare armi chimiche e biologiche e sull’arsenale nucleare segreto del Sudafrica. Dorril sostiene nel suo libro che la Gran Bretagna non voleva la piena desecretazione del programma per le armi biologiche del Sud Africa, nell’ambito del piano per supportare Mandela quando era presidente, e Mandela contribuì ad impedire che gli scienziati sudafricani venissero reclutati dalla Libia per realizzare il programma di  armi biologiche di Gheddafi.
Una delle più grandi stazioni oltremare dell’MI6 era in Sud Africa. Fu un importante centro spionistico durante la guerra fredda mentre URSS e USA lottavano per porre nella loro sfera d’influenza i Paesi vicini come Mozambico e Angola. Il Sud Africa è la chiave anche degli interessi economici della Gran Bretagna per via dei giacimenti di uranio, oro e platino. Non è chiaro esattamente quando Mandela sia stato reclutato. Né è chiaro se l’MI6 abbia corteggiato Mandela  avvertendolo sui tentativi di assassinio, al fine di attirarlo nelle grinfie del servizio, o se fu reclutato dall’MI6, fornendo informazioni e quindi ricevendo in cambio gli avvertimenti.
L’editore del libro, Fourth Estate, è stato sottoposto a forti pressioni affinché non rivelasse i contenuti nell’opera di 900 pagine di Dorril sull’MI6, prima della pubblicazione il 30 marzo (2000).  L’MI6 chiese tramite i suoi avvocati d’impedire la piena divulgazione dei contenuti, ma Fourth Estate ebbe successo nel difendersi dalla causa. Tuttavia, la casa editrice fu perquisita su mandato da agenti della sezione speciale che sequestrarono il computer del caporedattore di Fourth Estate,  Clive Priddle, che conteneva appunti sul libro. Secondo Nicky Eaton, pubblicista di Fourth Estate, il servizio d’intelligence è a conoscenza delle accuse su Mandela. Il libro è stato meticolosamente revisionato dagli stessi avvocati diFourth Estate. Sia Neil Harold, dell’ufficio personale di Mandela, e che l’avvocato di Mandela Londra, Iqbal Meer, della Meer Care Desai, rimassero sorpresi dall’apparizione delle accuse. Potevano contattare Mandela subito per informarlo delle accuse. Si pensava fosse in vacanza nelle campagne sudafricane, ma non era rintracciabile. Dorril sostiene che le suoi rivelazioni non fossero dannose per la reputazione di Mandela. “Non c’è niente di diffamante nell’essere una recluta dell’MI6“, aveva detto.
Ufficialmente il Foreign Office disse di non poter commentare tale affermazione per questioni di sicurezza, tuttavia, ufficiosamente fonti del Foreign Office fecero capire che la richiesta di arruolamento fosse credibile: “Se ci concentriamo sulle accuse riguardanti un presunto assassinio, non sorprende che l’ANC abbia voluto consultarsi per la sicurezza con il Regno Unito, o i suoi servizi d’intelligence, per proteggere i propri elementi chiave.” Analisti esteri ed esperti africani sostengono anche che il reclutamento di Mandela nell’MI6 non è solo credibile, ma anche che avrebbe un effetto sismico a livello internazionale. Un esperto del Sud Africa ha detto: “La sua storia mostra come egli sarebbe stato interessante per l’MI6, e come l’MI6 sarebbe stata interessante per Mandela, essendo profondamente anticomunista. Da giovane avrebbe interrotto le riunioni del Partito Comunista a pugni. I seguito, si sarebbe reso conto che per porre fine all’apartheid aveva bisogno di qualsiasi alleato avrebbe potuto raccogliere e pragmaticamente decise di andare a letto con i comunisti. Mandela ammira la Gran Bretagna, la sua democrazia parlamentare e il suo sistema giudiziario. Una volta in prigione, Mandela si allontanò dai comunisti, dichiarando privatamente il suo disprezzo verso la loro politica. Quando fu liberato, iniziò la lotta all’interno dell’ANC tra i comunisti e i ‘democratici’ come Mandela.”
Vi furono molte speculazioni, comprese l’accusa di Winnie Mandela secondo cui il leader comunista sudafricano Chris Hani, assassinato nel 1992 a quanto pare da estremisti bianchi, forse fosse stato effettivamente vittima di questa faida interna. “Molti democratici dell’ANC certamente odiavano i comunisti, abbastanza da farli uccidere. Anche i diplomatici inglesi furono centrali nell’ammorbidire la fine dell’apartheid durante i negoziati tra Mandela e il presidente De Klerk. Non può essere sottovalutato quanto gli agenti di MI6 e CIA abbiano lavorato in questa campo. Fecero un lavoro colossale.”

Christopher Hani
Christopher Hani

Christopher Hani e Nelson Mandela
Christopher Hani e Nelson Mandela

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Nelson Mandela: la verità che nessuno racconta

Chi è veramente Nelson Mandela 


Egregio Direttore,è sconcertante con quanta ipocrisia e falsità si è celebrato alcuni giorni fa il “Mandela Day” in onore di Nelson Mandela, ex presidente del Sud Africa, con uno spreco di lodi e venerazioni al limite della blasfemia.
Se si osservano realisticamente e oggettivamente i fatti, diventa chiaro che una falsa immagine di Mandela è stata presentata al mondo.  E’ difficile stabilire quanto abbia influito l’ingenuità di certi giornalisti pappagalli e quanto abbia influito la propaganda capitalista e comunista, nel costruire quest’immagine del tutto errata. Egli non è affatto l’amante della pace, della giustizia e della libertà che si crede, ma solo un tiranno, un comune delinquente. Non venne imprigionato a Robben Island senza ragione, e non perché era un semplice oppositore dell’apartheid. Venne incarcerato per aver pianificato di rovesciare lo stato, causando, in tale processo, la morte violenta di migliaia di persone innocenti (neri compresi). Un crimine che prevedeva la pena di morte, per cui deve considerarsi fortunato che il cosidetto regime dell’apartheid non l’abbia applicata. Nella sua autobiografia intitolata: Il Lungo Cammino Verso la Libertà, ha amesso di aver dato lui l’ordine per la bomba di Church Street, scoppiata alle ore 16.30 di Venerdì 20 Maggio 1983, nella cui strage morirono 19 persone e altre 217 rimasero ferite.
Furono poi i paesi occidentali come l’Inghilterra, l’America e i Paesi Scandinavi a finanziare i movimenti terroristi in Sud Africa. Parteciparono anche attivamente con la rete comunista internazionale nel costruire l’immagine di Mandela facendovi riferimento come l’uomo che avrebbe salvato la nazione, la venuta del Messia Nero. Il supporto attivo dei poteri occidentali all’ANC fece sì che, in tutto il mondo, non vi fosse praticamente alcuna critica alla campagna di violenze dell’ANC. Quanto profondamente l’occidente fosse coinvolto è confermato dal fatto che la sede dell’ANC non era in un paese comunista, ma a Londra, da sempre capitale di intrighi ed inganni internazionali organizzati dai poteri forti politici e finanziari.
Saluti
Lettera di Gian Franco Spotti alla “Gazzetta di Parma” 3 agosto 2013
Tratto da: Fonte

Nessun commento:

Posta un commento