Servizio pubblico. Dal fango ai propositi sanguinari: sparare ai poliziotti, uccidere la Santanchè
NEWS, Tv & Spettacolodic 21, 2013
21 dic – Non solo Bonev. Tutti ricordano la grottesca performance dell’attrice bulgara a Servizio Pubblico, da Michele Santoro, quando sparò fango su Francesca Pascale affermando che fosse lesbica, il tutto condito da altre improbabili e ingiuriose affermazioni (supportate da verità alcuna). Ora, però, la trasmissione di Santoro fa un salto di qualità: dal fango al sangue. Nell’ultima puntata, infatti, è stato gentilmente offerto il microfono (per 3 minuti e 23 secondi) a un teppista incappucciato, che senza giri di parole ha spiegato: “Voglio fare un morto“. Un morto politico, per la precisione. Magari, spiega, Daniela Santanchè.
“Voglio ammazzare la Santanchè” – Quanto detto dal folle e trasmesso senza remore dal teletribuno è sconcertante. Tramite Servizio Pubblico,l’istigazione all’omicidio ha fatto capolino nelle case degli italiani. Leggete un po’ a che parole Santoro ha dato diritto di cittadinanza nel suo programma: “Per morire fra dieci anni di cancro ai polmoni preferisco morire sparatoda un poliziotto”, diceva l’incappucciato, senza nome, anonimo, codardo, sanguinario, violento. E ancora: “Sono su Canale 5 con mia mamma, che mi guardo Barbara D’Urso con quei quattro stronzi tipo la signora Santanchè che parla, dopo tre minuti mi sale un nervoso che vorrei andare lì ad ammazzare nel vero senso della parola, ma non posso, non perché non ho le capacità, ma perché fra me e loro ci sono quei personaggi, i poliziotti”.
“Sparare alle gambe non basta” – Il teppista prende la mira, sotto tiro ci sono D’Urso e Santanchè. Ma anche “quei personaggi, i poliziotti”. Già, perché Santoro fa ascoltare anche la parte in cui questo tizio afferma: “I poliziotti sono nemici perché difendono quei criminali. Mio padre ripeteva: hai capito che il forno era caldo dopo che hai messo la mano… Tu non puoi capire i tuoi errori se nessuno ti punisce, io posso punirti una volta, due, alla terza volta devo ammazzarti. Se comincio a sparare alle gambe, io ci penso due volte prima di sbagliare, allora, c… uno dice sarà meglio che mi comporti bene perché hanno sparato a quello. E ti dirò di più – continua nella sconcertante tirata -: questo che ti ‘sto dicendo è un po’ il pensiero comune di tutti: vecchi, donne, pensionati, non pensionati. Se domani parto per Roma e invece di fare come quel signore calabrese (Preiti, ndr) che ha sparato al carabiniere ne secco uno di quelli, io faccio l’ergastolo ma nel giro di 24 ore ho più fan di Eminem e Madonna”.
Santanchè denuncia – Un delirio sanguinario: gambizzare, ammazzare, l’elogio di Preiti, punire e, nel caso, uccidere. Il tutto trasmesso in televisione. La follia di un teppista qualunque elevata a spunto catodico nella trasmissione di Santoro. Il teletribuno, al rientro in studio, afferma: “Se non ci fossero i poliziotti, sarei io a difendere quelle persone“. Una frase che non basta, non basta affatto, a “giustificare” quanto appena trasmesso. Un delirio che però, secondo Santoro, merita una “riflessione” sulla “percezione” della Casta. Semmai, una riflessione, la merita il fatto che nessuna Authority, nessun organo competente, abbia stigmatizzato il comportamento di Santoro, che si è permesso di trasmettere una simile porcheria nel suo Servizio Pubblico. Daniela Santanchè, contattata da Il Giornale, ha fatto sapere di avere intenzione di andare a presentare denuncia contro l’uomo che l’ha minacciata in televisione: “Spero che questo signore venga identificato”, ha chiosato.
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