Nuova Medicina Germanica – Le 5 leggi biologiche del Dott. Hamer
Ogni malattia si genera e si sviluppa contemporaneamente ai tre livelli: psichico, cerebrale ed organico.
Hamer, il fondatore della nuova medicina, le definisce leggi in quanto verificabili sempre, in ogni paziente preso a caso e ovunque, sostenendo che se esse non trovassero conferma anche in soli due pazienti su cento, sarebbero da scartare (“clausola” che la medicina ufficiale non mette in ballo mai).
Hamer, il fondatore della nuova medicina, le definisce leggi in quanto verificabili sempre, in ogni paziente preso a caso e ovunque, sostenendo che se esse non trovassero conferma anche in soli due pazienti su cento, sarebbero da scartare (“clausola” che la medicina ufficiale non mette in ballo mai).
Prima legge: Il trauma è il detonatore
Ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, uno choc che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere. Allo scopo di continuare la specie, l’uomo ha sviluppato col passare del tempo dei programmi biologici di sopravvivenza che sono diventati automatici e si sono inscritti nel suo cervello, nelle sue cellule.
Esiste una triade indissociabile: mente-cervello-corpo, tre unità che funzionano sempre insieme.
a) Il cervello non è in grado di distinguere tra reale e simbolico, tra realtà e immaginazione.
b) Siamo programmati per sopravvivere, quindi la malattia è la soluzione perfetta del cervello in termini biologici di sopravvivenza.
c) Tutte le volte che un individuo viene colpito da un trauma emotivo che abbia le seguenti caratteristiche:
– vissuto in maniera drammatica
– ci colga impreparati
– l’emoziona abbia il sopravvento sulla ragione
– sia vissuto in solitudine, rimuginando continuamente il problema
– non si trovi una soluzione soddisfacente
Allora e solo allora il cervello entra in azione mettendo in moto uno speciale programma biologico per la sopravvivenza dell’individuo.
L’intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo.
Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo.
Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione!
Esiste una triade indissociabile: mente-cervello-corpo, tre unità che funzionano sempre insieme.
a) Il cervello non è in grado di distinguere tra reale e simbolico, tra realtà e immaginazione.
b) Siamo programmati per sopravvivere, quindi la malattia è la soluzione perfetta del cervello in termini biologici di sopravvivenza.
c) Tutte le volte che un individuo viene colpito da un trauma emotivo che abbia le seguenti caratteristiche:
– vissuto in maniera drammatica
– ci colga impreparati
– l’emoziona abbia il sopravvento sulla ragione
– sia vissuto in solitudine, rimuginando continuamente il problema
– non si trovi una soluzione soddisfacente
Allora e solo allora il cervello entra in azione mettendo in moto uno speciale programma biologico per la sopravvivenza dell’individuo.
L’intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo.
Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo.
Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione!
Per comprendere questa sincronicità mettete le vostre mani giunte come quando si prega: poi chiudete una delle due a pugno. Essa rappresenta il cervello, e l’altra il corpo. Immaginate ora le due mani come se si guardassero allo specchio: quando si verifica lo choc ciò che accade nell’uno accade anche nell’altro.
Questo fatto comporta due conseguenze importanti:
1) i mutamenti che si verificheranno durante la malattia avverranno contemporaneamente sui tre livelli;
2) conoscendo bene uno dei tre, si potranno determinare esattamente gli altri due: ciò significa che nel cervello, attraverso la lettura della TAC, troviamo sia il fotogramma che il filmato dell’evoluzione della malattia (un modo di leggerla, questo di Hamer, che ce ne ricorda altri, quali la riflessologia, l’iridologia, l’auricoloterapia, il massaggio zonale della mano e tanti ancora, tanti quanti sono i microcosmi di un organismo vivente, se è vero che nella più piccola cellula si può, o si potrà, leggere la storia dell’intero macrocosmo che la comprende).
Questo fatto comporta due conseguenze importanti:
1) i mutamenti che si verificheranno durante la malattia avverranno contemporaneamente sui tre livelli;
2) conoscendo bene uno dei tre, si potranno determinare esattamente gli altri due: ciò significa che nel cervello, attraverso la lettura della TAC, troviamo sia il fotogramma che il filmato dell’evoluzione della malattia (un modo di leggerla, questo di Hamer, che ce ne ricorda altri, quali la riflessologia, l’iridologia, l’auricoloterapia, il massaggio zonale della mano e tanti ancora, tanti quanti sono i microcosmi di un organismo vivente, se è vero che nella più piccola cellula si può, o si potrà, leggere la storia dell’intero macrocosmo che la comprende).
Seconda legge: niente esiste senza il suo contrario
Tutte le malattie presentano due fasi: fase “fredda” detta simpaticotonia, e fase “calda” detta vagotonia. E’ sempre la fase “fredda” che arriva per prima, seguita dalla fase “calda” di riparazione una volta superato il trauma. Lo choc interrompe il ritmo normale dell’alternarsi giorno/notte (normotonia), c’è un periodo di conflitto, di stress, in cui il tumore è attivo (ma di solito non ci si accorge): si dorme poco e male, non si ha fame non si suda, si fa poca pipì, si perde peso, piedi e mani sono freddi (simpaticotonia). Quando per una qualsiasi ragione, il conflitto finisce, segue la fase di riparazione chiamata anche di rilassamento, in cui si dorme tantissimo, si suda molto, si fa molta pipì, si mangia, si riacquista peso e si hanno piedi e mani calde (vagotonia). E’ a questo punto che ci si accorge della “malattia”. Nel mezzo di quest’ultima fase la vagotonia è interrotta dalla cosiddetta crisi epilettoide (infarto, embolia polmonare e l’ittero) che rappresenta la “virata di timone” verso il ritorno alla normalità. Da questo momento se la crisi epilettoide viene superata positivamente, l’organismo inizia lentamente a ritornare al ritmo normale (normotonia).
Terza legge: Il sistema ontogenetico dei tumori e delle malattie equivalenti
Il termine ontogenetico (1) si riferisce alla vita embrionale dell’individuo e si parla di “malattie equivalenti” perché non solo i tumori, ma tutte la malattie, si comportano secondo l’enunciato delle cinque leggi.
La ragione di tutti i comportamenti biologici risale alla notte dei tempi e comincia con l’apparizione della prima cellula sul nostro pianeta.
Abbiamo già detto che l’uomo non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che nel corso dei millenni si sono presentati sul cammino della sua evoluzione. Una volta superato l’ostacolo, la soluzione viene trasmessa alle generazioni future: nei primi due mesi di vita intrauterina il feto incarna tutta questa memoria dall’inizio della vita ad oggi.
La ragione di tutti i comportamenti biologici risale alla notte dei tempi e comincia con l’apparizione della prima cellula sul nostro pianeta.
Abbiamo già detto che l’uomo non sarebbe potuto sopravvivere fino ad oggi se non avesse integrato nel suo cervello programmi biologici di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacoli che nel corso dei millenni si sono presentati sul cammino della sua evoluzione. Una volta superato l’ostacolo, la soluzione viene trasmessa alle generazioni future: nei primi due mesi di vita intrauterina il feto incarna tutta questa memoria dall’inizio della vita ad oggi.
Sul piano psichico assistiamo ad una proiezione di sé in un contesto sempre più vasto e complesso. Se ho paura di morire la soluzione biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere più aria e sopravvivere, insomma una proliferazione cellulare, un cancro ai polmoni. Se invece mi “tolgono il fiato”, mi “manca il respiro”, ossia un conflitto dipendente dal mio rapporto con gli altri, la soluzione sarà quella di ulcerare i bronchi affinché passi più aria. Mentre se il conflitto è legato a dover andare allo stesso tempo in due direzioni diverse e non sappiamo cosa decidere, la soluzione biologica è la paralisi delle gambe (blocco funzionale).
In sintesi:
Al verificarsi di un conflitto inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico.
– a livello mentale c’è uno stato di stress permanente
– a livello cerebrale si verifica un corto circuito in una specifica area del cervello
– a livello organico avviene la proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora un blocco funzionale (paralisi).
Al verificarsi di un conflitto inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime contemporaneamente a livello mentale, cerebrale e organico.
– a livello mentale c’è uno stato di stress permanente
– a livello cerebrale si verifica un corto circuito in una specifica area del cervello
– a livello organico avviene la proliferazione cellulare (tumore) oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora un blocco funzionale (paralisi).
L’eliminazione del conflitto è la chiave di svolta che permette di passare alla fase di riparazione.
Quarta legge: I microbi sono al servizio del cervello
I microbi sono nostri alleati, sono loro che si occupano di riparare i danni durante la seconda fase. Ora i microbi assumono la funzione di eliminazione del tumore che, avendo esaurito il suo compito, non è più necessario e quindi ha smesso di proliferare. Dopo la soluzione del conflitto infatti inizia la fase di riparazione: saranno funghi e micobatteri che renderanno i tumori masse necrotiche senza più alcuno sviluppo, saranno invece virus e batteri che attiveranno la “cicatrizzazione” di piaghe e ulcere. L’uomo convive con i microbi: il nostro corpo contiene dieci volte più batteri che cellule umane: centomila miliardi.
Quinta legge: La quintessenza
Tutti i comportamenti dell’uomo (e malattie) sono determinati da programmi speciali di sopravvivenza inscritti nel cervello fin dalla notte dei tempi. La malattia è una soluzione biologica del cervello, l’ultima possibilità di sopravvivenza.Il tumore non è una crescita casuale, dissennata e selvaggia di cellule impazzite, bensì un processo del tutto comprensibile e addirittura prevedibile che si attiene ai dati dell’evoluzione ontogenetica (1). Ogni organismo vivente possiede un cervello più o meno sviluppato, in grado di captare inconsciamente le informazioni provenienti dal mondo che lo circonda. Le cellule, i batteri che abitano in noi, i vari organi, tutto funziona all’unisono, con lo steso ritmo del cervello principale.
INTERVENIRE… DOLCEMENTE
Una volta si diceva: lasciate che la malattia faccia il suo corso. Secondo Hamer bisogna acquisire la lucidità necessaria per capire in quale fase ci si trova, prima di decidere alcunché. Se si è raggiunta la consapevolezza di questo percorso, ci si servirà di interventi clinici e farmacologici atti alla attenuazione dei sintomi fisici eccessivi o mal tollerati.
Intervenire con chemioterapia o radiazioni significa interrompere, alterare, squilibrare un percorso biologico, sensato e utile, che la natura ha stabilito che deve essere compiuto fino in fondo. Viene alla luce che terapie dolci come: l’ascorbato di potassio, il cloruro di magnesio, gli immunostimolanti atossici, l’aloe ecc possono dare spesso risultati positivi. Sono terapie che portano aiuto all’organismo affaticato durante il suo percorso biologico e sensato che chiamiamo malattia, che lo sostengono senza squilibrare, senza avvelenare, e senza creare panico eccessivo.
Se il cancro e la malattia sono dunque la risposta biologica ad un ordine sensato del cervello, non esiste nessuna sostanza cancerogena che lo provoca (2), nessuna cellula impazzita, nessuna malattia incurabile che crea metastasi(3): conoscendo l’intero decorso della malattia e dei suoi processi ognuno di noi può essere il regista/protagonista della propria malattia.
Intervenire con chemioterapia o radiazioni significa interrompere, alterare, squilibrare un percorso biologico, sensato e utile, che la natura ha stabilito che deve essere compiuto fino in fondo. Viene alla luce che terapie dolci come: l’ascorbato di potassio, il cloruro di magnesio, gli immunostimolanti atossici, l’aloe ecc possono dare spesso risultati positivi. Sono terapie che portano aiuto all’organismo affaticato durante il suo percorso biologico e sensato che chiamiamo malattia, che lo sostengono senza squilibrare, senza avvelenare, e senza creare panico eccessivo.
Se il cancro e la malattia sono dunque la risposta biologica ad un ordine sensato del cervello, non esiste nessuna sostanza cancerogena che lo provoca (2), nessuna cellula impazzita, nessuna malattia incurabile che crea metastasi(3): conoscendo l’intero decorso della malattia e dei suoi processi ognuno di noi può essere il regista/protagonista della propria malattia.
Note
(1) Ontogenetica: l’evoluzione delle singole specie fino a quella umana si trova riproposta nella fase embrionale. Noi conosciamo nello sviluppo embrionale tre differenti foglietti da cui derivano tutti gli organi: l’endoderma (interno), il mesoderma (in mezzo), l’ectoderma (esterno). Ogni cellula dell’organismo ed ogni organo del corpo si può ricondurre per la sua formazione istologica ad uno di questi tre foglietti.
Endoderma (ed organi collegati) hanno il loro “relè” nel tronco cerebrale (la parte più antica) del cervello; in caso di tumore si avranno tumori solidi.
Mesoderma (le cellule del gruppo più antico) hanno il loro relè nel cervelletto e (le cellule del gruppo più recente) nel midollo cerebrale; in caso di tumore si avranno tumori solidi nel primo caso e necrosi o buchi nel secondo.
Ectoderma: ha il suo relè nella parte più recente del cervello, la corteccia cerebrale; in caso di tumore si avranno piaghe ulcerose.
Endoderma (ed organi collegati) hanno il loro “relè” nel tronco cerebrale (la parte più antica) del cervello; in caso di tumore si avranno tumori solidi.
Mesoderma (le cellule del gruppo più antico) hanno il loro relè nel cervelletto e (le cellule del gruppo più recente) nel midollo cerebrale; in caso di tumore si avranno tumori solidi nel primo caso e necrosi o buchi nel secondo.
Ectoderma: ha il suo relè nella parte più recente del cervello, la corteccia cerebrale; in caso di tumore si avranno piaghe ulcerose.
(2) Sostanze cancerogene? secondo Hamer non esiste alcuna prova dell’esistenza di sostanze cancerogene. Le argomentazioni a sostegno di questa tesi sono:
1) non è possibile provocare tumori su organi le cui connessioni nervose con il cervello sono state tagliate (organi trapiantati)
2) le sostanze inoculate agli animali per indurre il cancro non inducono nulla se non c’è l’intervento del cervello. Esse possono distruggere, avvelenare ma non indurre il tumore.
La sperimentazione del fumo di sigaretta sui criceti e sui ratti conferma tutto questo:
* 6000 criceti esposti al fumo giorno e notte per sei anni hanno vissuto in media più a lungo dei loro confratelli non sottoposti al trattamento (secondo Hamer poiché abitano sottoterra non hanno codificato nel cervello un segnale di allarme per il fumo, e quindi non hanno acquisito, durante la loro evoluzione, “il programma speciale, biologico e sensato del pericolo fumo”).
* Per i topi domestici avviene esattamente il contrario. Alla più piccola emanazione di fumo vengono presi dalla paura/panico di morire e fuggono perché, lungo il loro cammino evolutivo il fumo ha acquisito un segnale di allarme. Ne consegue che sui topi si può indurre un carcinoma alveolare al polmone provocato da un conflitto di paura della morte (ed è proprio per queste considerazioni che Hamer considera un’inutile tortura la sperimentazione su animali che si suppongono privi di psiche e di emozioni!).
Stesso discorso vale per la radioattività. Le radiazioni distruggono le cellule ma non provocano i tumori.
Per quanto riguarda l’alimentazione Hamer sostiene semplicemente che un organismo ben nutrito è in grado di reagire meglio ai conflitti.
Tratto da Nexus New Times ed. italiana n.26
1) non è possibile provocare tumori su organi le cui connessioni nervose con il cervello sono state tagliate (organi trapiantati)
2) le sostanze inoculate agli animali per indurre il cancro non inducono nulla se non c’è l’intervento del cervello. Esse possono distruggere, avvelenare ma non indurre il tumore.
La sperimentazione del fumo di sigaretta sui criceti e sui ratti conferma tutto questo:
* 6000 criceti esposti al fumo giorno e notte per sei anni hanno vissuto in media più a lungo dei loro confratelli non sottoposti al trattamento (secondo Hamer poiché abitano sottoterra non hanno codificato nel cervello un segnale di allarme per il fumo, e quindi non hanno acquisito, durante la loro evoluzione, “il programma speciale, biologico e sensato del pericolo fumo”).
* Per i topi domestici avviene esattamente il contrario. Alla più piccola emanazione di fumo vengono presi dalla paura/panico di morire e fuggono perché, lungo il loro cammino evolutivo il fumo ha acquisito un segnale di allarme. Ne consegue che sui topi si può indurre un carcinoma alveolare al polmone provocato da un conflitto di paura della morte (ed è proprio per queste considerazioni che Hamer considera un’inutile tortura la sperimentazione su animali che si suppongono privi di psiche e di emozioni!).
Stesso discorso vale per la radioattività. Le radiazioni distruggono le cellule ma non provocano i tumori.
Per quanto riguarda l’alimentazione Hamer sostiene semplicemente che un organismo ben nutrito è in grado di reagire meglio ai conflitti.
Tratto da Nexus New Times ed. italiana n.26
(3) Metastasi: secondo Hamer le metastasi sono nuovi conflitti provocati da nuovi choc conflittuali, provocati cioè dallo choc di diagnosi e prognosi mediche apparentemente ineluttabili. Il paziente cui viene diagnosticato il cancro, cioè viene preso dal panico del “brutto male che prolifera in modo anarchico e dal quale apparentemente non c’è scampo”, e “questo panico” sarebbe il nuovo choc all’origine di quelle che vengono chiamate metastasi.
Per approfondire
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