Allarme della Bonino: jihadisti tra i clandestini che arrivano in Italia
NEWS, POLITICAnov 18, 2013
18 nov. – Il ministro agli Esteri Emma Bonino ha lanciato l’allarme contro la possibile infiltrazione di elementi jihadisti o membri di al Qaeda tra gli immigrati irregolari che giungono in Italia attraverso il Mediterraneo.
“Ci sono elementi, sospetti che tra i vari disperati ci siano anche elementi provenienti da gruppi jihadisti, qaedisti,” ha detto il ministro in una conferenza stampa a Bruxelles, parlando di “una minaccia alla sicurezza” .
“Ci sono elementi, sospetti che tra i vari disperati ci siano anche elementi provenienti da gruppi jihadisti, qaedisti,” ha detto il ministro in una conferenza stampa a Bruxelles, parlando di “una minaccia alla sicurezza” .
“Ci sono sospetti che dalla Libia fra i vari disperati ci siano anche provenienze di jihadisti o qaidisti su una via europea, che tra l’altro è uno dei metodi che hanno usato spesso. Terrorismo? Non so dire. E’ una minaccia alla sicurezza”. Così il ministro Emma Bonino al termine del consiglio Ue. “La questione sicurezza si pone sempre di più e noi abbiamo molte informazioni su questo.
La Libia si conferma un Paese sull’orlo del fallimento, in uno stato di grande fragilità, una specie di canale aperto su cui convergono tutta una serie di traffici, di esseri umani, ma non solo”, spiega Bonino. “E’ una specie di canale, di collettore fuori da qualsiasi controllo – afferma il ministro -. La presentazione in termini di sicurezza è stata recepita da tutti i colleghi e la questione sarà approfondita a anche in una riunione tra Cops e Cosi, le strutture sicurezza della parte politica e degli interni, in modo da congiungersi o allinearsi all’attività che la task force del Mediterraneo sta compiendo. E’ iniziato un lavoro che non è stato archiviato”.
Tra i ministri degli Esteri “c’e’ la consapevolezza che non si tratta più del burden sharing, di chi si prende quanti rifugiati, ma è molto più grave di questo – conclude -. Tutta la costa sud del Mediterraneo si trova in uno stato di instabilità con conseguenze che non possono essere affrontate dall’Italia da sola e tanto meno dalla sola Malta. Mi pare che questa consapevolezza prenda terreno. Dobbiamo lavorare per arrivare a decisioni operative speriamo a partire da consiglio”. (ANSAmed).
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