martedì 15 ottobre 2013

VIVISEZIONE

Vivisezione: vergogna dell'umanita ha condiviso la foto di Hans Ruesch per l'abolizione della vivisezione. Ora. (...) Come dimostra l'analisi del Dott. Jones, gli ammalati di cancro alla mammella che hanno rifiutato tutte le terapie tradizionali, la sopravvivenza mediana è stata di 12 anni e mezzo, laddove quelli che si sono sottoposti alle terapie - operazione, medicamenti e irradiazione - sono morti in media entro i 3 anni. Questa notizia è apparsa in sordina sulle principali riviste mediche americane che si occupavano specificamente del problema del cancro, ma come altre simili è stata taciuta in tutti i grandi congressi internazionali sui quali riferiscono i giornalisti, col semplice sistema dell'esclusione dalla lista dei partecipanti di medici che desiderano diffonderle e che, come si sa, devono presentare con mesi di anticipo i testi delle loro comunicazioni al vaglio dei dirigenti. E così vengono ignorate dai principali organi di stampa, ossia dai "fabbricanti dell'opinione pubblica", che invece sono sempre disposti a farsi portavoce del kombinat, raccomandando al pubblico di non mancare di affidarsi il più precocemente possibile delle amorevoli cure dei suoi membri. La sfacciata tracotanza del Potere Medico ha da tempo varcato ogni limite. Come sono stati fatti ripetuti tentativi negli Stati Uniti di far vietare come "frode" qualsiasi affermazione che le vitamine naturali sono superiori a quelle sintetiche, così si tenta ancora oggi di far vietare per legge qualsiasi terapia di cancro diversa da quella "ufficiale", sebbene questa si sia rivelata catastrofica, laddove varie altre terapie, tutte molto economiche, basate sulla nutrizione, hanno ottenuto successi dimostrati. Però non essendo redditizie per il kombinat vengono sottaciute o messe al bando dalla medicina ufficiale. (...) TERAPIE MORTALI A conferma di un'affermazione che sembrava un paradosso quando venne pubblica per la prima volta in Imperatrice Nuda, nel gennaio 1976, e cioè che molte terapie attuali sono peggiori del male che esse pretendono guarire, una notizia dal Cairo. Nel luglio 1980, in occasione delle esequie dell'ex scià dell'Iran, Reza Pahlevi, l'agenzia Reuter riportava la seguente dichiarazione del massimo chirurgo cardiaco statunitense DeBakey, il primo americano che aveva tentato i trapianti cardiaci e ne aveva in seguito riconosciuta e denunciata l'assurdità: Il Dott. Michael DeBakey, uno dei medici dello scià, ha dichiarato che la chemioterapia era responsabile della morte dell'ex sovrano iraniano. "E' la chemioterapia intesa ad arginare il suo cancro che ha indebolito la sua resistenza all'infezione ed è l'infezione, non il cancro, che per finire lo ha distrutto", ha dichiarato il Dott. DeBakey nel corso di un'intervista televisiva. << Un'altro medico, che conosce il caso ma ha voluto conservare l'anonimato, ha precisato che l'infezione fatale si era dichiarata dopo la decisione degli specialisti egiziani di aumentare la dose di chemioterapia >>. (La Suisse, 29-7-80). Intanto il massacro criminale continua in tutti gli ospedali del mondo che hanno adottato il dogma errato di una medicina "ufficiale" la quale ha voltato le spalle agli ideali umanitari ippocratici ed esiste solo per la perpetuazione dei propri profitti. Complice anche la credulità di un pubblico che non sa distinguere la truffa e la verità. Mentre la pseudoricerca sul cancro, che dal 1773 viene condotta sugli animali, con i ben noti risultati (aumento costante del morbo, che sarebbe già stato per la massima parte debellato mediante la medicina preventiva, niente redditizia e pertanto invisa al kombinat chimico-medico) apporta grassi benefici anche agli organizzatori di varie collette destinate a tale "ricerca" illusoria, per non dire fraudolenta, l'attuale "terapia" del cancro rappresenta una delle principali fonti di un guadagno per il medesimo kombinat medico-chimico. Non era una semplice battuta l'affermazione di Ivan Illich in Nemesi Medica che "Il trattamento precoce di malattie incurabili ha l'unico effetto di aggravare la condizione del paziente". L'odierna medicina "ufficiale" commercializzata, che non conosce altre vie se non quella della violenza, infligge ai malati di cancro tre terapie, ognuna delle quali basterebbe da sola a scatenare un cancro in una persona sana: 1) intervento chirurgico massiccio, che scombussola il sistema immunologico naturale di difesa dell'organismo; 2) chemioterapia, ossia somministrazione di vari prodotti chimici, tutti altamente tossici, di solito cancerogeni ossia responsabili di causare il cancro e spesso comprovatamente mortali; 3) irradiazioni di vario genere ma tutte egualmente cancerogene. Negli USA, grazie a tale "terapia", ogni caso di cancro rapporta sui 25.000 dollari al kombinat di cui sopra e se il malato ha la disgrazia di essere danaroso, come l'ex scià dell'Iran, molto di più. Intanto la casistica esistente, analizzata negli Stati Uniti, dimostra che chi rifiuta le terapie convenzionali non ha minore probabilità di sopravvivenza e spesso ha possibilità di guarigione di gran lunga superiore. Lo afferma tra l'altro una vasta indagine condotta su un arco di 23 anni dal Dott. Hardin B. Jones, fisiologo del dipartimento di medicina dell'Università della California, conclusasi nel 1975: mentre il più delle volte non c'è differenza tra il periodo di sopravvivenza dei cancerosi che si sottomettono a tutta la gamma di terapie tradizionali e quelli che rifiutano tali terapie, in molti casi sopravvivono più a lungo - soffrendo meno e non spendendo nulla - coloro che le rifiutano. Ciò vale soprattutto per il cancro alla mammella. Come dimostra l'analisi del Dott. Jones, gli ammalati di cancro alla mammella che hanno rifiutato tutte le terapie tradizionali, la sopravvivenza mediana è stata di 12 anni e mezzo, laddove quelli che si sono sottoposti alle terapie - operazione, medicamenti e irradiazione - sono morti in media entro i 3 anni. Questa notizia è apparsa in sordina sulle principali riviste mediche americane che si occupavano specificamente del problema del cancro, ma come altre simili è stata taciuta in tutti i grandi congressi internazionali sui quali riferiscono i giornalisti, col semplice sistema dell'esclusione dalla lista dei partecipanti di medici che desiderano diffonderle e che, come si sa, devono presentare con mesi di anticipo i testi delle loro comunicazioni al vaglio dei dirigenti. E così vengono ignorate dai principali organi di stampa, ossia dai "fabbricanti dell'opinione pubblica", che invece sono sempre disposti a farsi portavoce del kombinat, raccomandando al pubblico di non mancare di affidarsi il più precocemente possibile delle amorevoli cure dei suoi membri. La sfacciata tracotanza del Potere Medico ha da tempo varcato ogni limite. Come sono stati fatti ripetuti tentativi negli Stati Uniti di far vietare come "frode" qualsiasi affermazione che le vitamine naturali sono superiori a quelle sintetiche, così si tenta ancora oggi di far vietare per legge qualsiasi terapia di cancro diversa da quella "ufficiale", sebbene questa si sia rivelata catastrofica, laddove varie altre terapie, tutte molto economiche, basate sulla nutrizione, hanno ottenuto successi dimostrati. Però non essendo redditizie per il kombinat vengono sottaciute o messe al bando dalla medicina ufficiale. Il Dott. Charles S. Cameron, allorché era direttore dell'ACS, pubblicò un libro sul cancro in cui definiva "criminale" e "omicida" ogni terapia diversa da quella, disastrosa, raccomandata ufficialmente. Egli stesso avrebbe dovuto essere il primo ad andare sul banco degli accusati, poiché consigliava di farsi radiografare due volte l'anno dall'età di 45 anni in poi e di farsi operare non appena si scoprisse un tumore al polmone, sebbene i malati di cancro al polmone sopravvivessero al massimo un anno e mezzo all'operazione e le irradiazioni avessero un effetto ancora più calamitoso. (Di questo libro scandaloso, di uno dei massimi rappresentanti della medicina ufficiale, si è occupato diffusamente anche il dott. Heinrich Jung nella rivista medica tedesca Hippokrates, vol. 24, 1956). Dal libro: I falsari della scienza di Hans Ruesch - Rapporto tecnico sull'attuale pseudoricerca medica - a pag. 18-19 Descrizione dell'ALBUM: I FALSARI DELLA SCIENZA - http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487759637968554.1073741837.469925656418619&type=3 Info scientifiche: http://www.hansruesch.net ___________________________________ TERAPIE MORTALI A conferma di un'affermazione che sembrava un paradosso quando venne pubblica per la prima volta in Imperatrice Nuda, nel gennaio 1976, e cioè che molte terapie attuali sono peggiori del male che esse pretendono guarire, una notizia dal Cairo. Nel luglio 1980, in occasione delle esequie dell'ex scià dell'Iran, Reza Pahlevi, l'agenzia Reuter riportava la seguente dichiarazione del massimo chirurgo cardiaco statunitense DeBakey, il primo americano che aveva tentato i trapianti cardiaci e ne aveva in seguito riconosciuta e denunciata l'assurdità: Il Dott. Michael DeBakey, uno dei medici dello scià, ha dichiarato che la chemioterapia era responsabile della morte dell'ex sovrano iraniano. "E' la chemioterapia intesa ad arginare il suo cancro che ha indebolito la sua resistenza all'infezione ed è l'infezione, non il cancro, che per finire lo ha distrutto", ha dichiarato il Dott. DeBakey nel corso di un'intervista televisiva. << Un'altro medico, che conosce il caso ma ha voluto conservare l'anonimato, ha precisato che l'infezione fatale si era dichiarata dopo la decisione degli specialisti egiziani di aumentare la dose di chemioterapia >>. (La Suisse, 29-7-80). Intanto il massacro criminale continua in tutti gli ospedali del mondo che hanno adottato il dogma errato di una medicina "ufficiale" la quale ha voltato le spalle agli ideali umanitari ippocratici ed esiste solo per la perpetuazione dei propri profitti. Complice anche la credulità di un pubblico che non sa distinguere la truffa e la verità. Mentre la pseudoricerca sul cancro, che dal 1773 viene condotta sugli animali, con i ben noti risultati (aumento costante del morbo, che sarebbe già stato per la massima parte debellato mediante la medicina preventiva, niente redditizia e pertanto invisa al kombinat chimico-medico) apporta grassi benefici anche agli organizzatori di varie collette destinate a tale "ricerca" illusoria, per non dire fraudolenta, l'attuale "terapia" del cancro rappresenta una delle principali fonti di un guadagno per il medesimo kombinat medico-chimico. Non era una semplice battuta l'affermazione di Ivan Illich in Nemesi Medica che "Il trattamento precoce di malattie incurabili ha l'unico effetto di aggravare la condizione del paziente". L'odierna medicina "ufficiale" commercializzata, che non conosce altre vie se non quella della violenza, infligge ai malati di cancro tre terapie, ognuna delle quali basterebbe da sola a scatenare un cancro in una persona sana: 1) intervento chirurgico massiccio, che scombussola il sistema immunologico naturale di difesa dell'organismo; 2) chemioterapia, ossia somministrazione di vari prodotti chimici, tutti altamente tossici, di solito cancerogeni ossia responsabili di causare il cancro e spesso comprovatamente mortali; 3) irradiazioni di vario genere ma tutte egualmente cancerogene. Negli USA, grazie a tale "terapia", ogni caso di cancro rapporta sui 25.000 dollari al kombinat di cui sopra e se il malato ha la disgrazia di essere danaroso, come l'ex scià dell'Iran, molto di più. Intanto la casistica esistente, analizzata negli Stati Uniti, dimostra che chi rifiuta le terapie convenzionali non ha minore probabilità di sopravvivenza e spesso ha possibilità di guarigione di gran lunga superiore. Lo afferma tra l'altro una vasta indagine condotta su un arco di 23 anni dal Dott. Hardin B. Jones, fisiologo del dipartimento di medicina dell'Università della California, conclusasi nel 1975: mentre il più delle volte non c'è differenza tra il periodo di sopravvivenza dei cancerosi che si sottomettono a tutta la gamma di terapie tradizionali e quelli che rifiutano tali terapie, in molti casi sopravvivono più a lungo - soffrendo meno e non spendendo nulla - coloro che le rifiutano. Ciò vale soprattutto per il cancro alla mammella. Come dimostra l'analisi del Dott. Jones, gli ammalati di cancro alla mammella che hanno rifiutato tutte le terapie tradizionali, la sopravvivenza mediana è stata di 12 anni e mezzo, laddove quelli che si sono sottoposti alle terapie - operazione, medicamenti e irradiazione - sono morti in media entro i 3 anni. Questa notizia è apparsa in sordina sulle principali riviste mediche americane che si occupavano specificamente del problema del cancro, ma come altre simili è stata taciuta in tutti i grandi congressi internazionali sui quali riferiscono i giornalisti, col semplice sistema dell'esclusione dalla lista dei partecipanti di medici che desiderano diffonderle e che, come si sa, devono presentare con mesi di anticipo i testi delle loro comunicazioni al vaglio dei dirigenti. E così vengono ignorate dai principali organi di stampa, ossia dai "fabbricanti dell'opinione pubblica", che invece sono sempre disposti a farsi portavoce del kombinat, raccomandando al pubblico di non mancare di affidarsi il più precocemente possibile delle amorevoli cure dei suoi membri. La sfacciata tracotanza del Potere Medico ha da tempo varcato ogni limite. Come sono stati fatti ripetuti tentativi negli Stati Uniti di far vietare come "frode" qualsiasi affermazione che le vitamine naturali sono superiori a quelle sintetiche, così si tenta ancora oggi di far vietare per legge qualsiasi terapia di cancro diversa da quella "ufficiale", sebbene questa si sia rivelata catastrofica, laddove varie altre terapie, tutte molto economiche, basate sulla nutrizione, hanno ottenuto successi dimostrati. Però non essendo redditizie per il kombinat vengono sottaciute o messe al bando dalla medicina ufficiale. Il Dott. Charles S. Cameron, allorché era direttore dell'ACS, pubblicò un libro sul cancro in cui definiva "criminale" e "omicida" ogni terapia diversa da quella, disastrosa, raccomandata ufficialmente. Egli stesso avrebbe dovuto essere il primo ad andare sul banco degli accusati, poiché consigliava di farsi radiografare due volte l'anno dall'età di 45 anni in poi e di farsi operare non appena si scoprisse un tumore al polmone, sebbene i malati di cancro al polmone sopravvivessero al massimo un anno e mezzo all'operazione e le irradiazioni avessero un effetto ancora più calamitoso. (Di questo libro scandaloso, di uno dei massimi rappresentanti della medicina ufficiale, si è occupato diffusamente anche il dott. Heinrich Jung nella rivista medica tedesca Hippokrates, vol. 24, 1956). Dal libro: I falsari della scienza di Hans Ruesch - Rapporto tecnico sull'attuale pseudoricerca medica - a pag. 18-19 Descrizione dell'ALBUM: I FALSARI DELLA SCIENZA - http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487759637968554.1073741837.469925656418619&type=3 Info scientifiche: http://www.hansruesch.net ___________________________________

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