martedì 15 ottobre 2013

Saccomani

SACCOMANNI E L’ARTE DI PRENDERCI PER I FONDELLI: UN MESE FA DICEVA “NESSUNA MANOVRA”. ADESSO CI BASTONERANNO PER 12 MILIARDI CON LA LEGGE DI (IN)STABILITA’ Posted on ottobre 15, 2013 inShare MANOVRA ECONOMICA, ECCO IL SUPPOSTONE PREVISTO DAL GOVERNO COSA DICEVA UN MESE FA QUEL PARASSITA DI SACCOMANNI? “NESSUNA MANOVRA IN VISTA”. PUNTUALE, ECCO CHE VIENE SMENTITO. COSA PREVEDE DUNQUE LA LEGGE DI (IN)STABILITA’ MENTALE DEL GOVERNO? ECCO A VOI LE PROPOSTE: DI REDAZIONE Rush finale per la legge di stabilità, la ex Finanziaria, del governo Letta che oggi approda sul tavolo del Consiglio dei ministri per il via libera entro il termine del 16 ottobre fissato dall’Europa. Il Tesoro è ancora al lavoro per le ultime limature al testo, ma ormai lo scheletro degli interventi è stato definito e illustrato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal premier, Enrico Letta, e dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Si va dal taglio del cuneo fiscale per un valore fra i 4 e i 5 miliardi con deduzioni Irap per i neo assunti all’allentamento del patto di stabilità interno dei comuni, dai tagli alla sanità alla nuova ‘service tax’ denomitata ‘Trise’, dal rifinanziamento della Cig con 600 milioni per il 2014 alle novità sulle pensioni e la pubblica amministrazione. Arriva anche l’ipotesi di aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 22%. Tutte novità al momento smentite dal Tesoro che invita ad attendere il testo che verrà licenziato dal governo. Nel complesso si tratterebbe di una manovra di circa 12 miliardi di euro, che potrebbe arrivare a 15 miliardi con interventi su dismissioni e infrastrutture. Il presidente Letta ha garantito che la legge di stabilità sarà pluriennale e “darà certezze a imprenditori, operatori e lavoratori per tre anni”. Mentre il titolare dell’Economia – oltre a sottolineare che l’obiettivo è quello di rilanciare la crescita, ridurre gli oneri fiscali su lavoro e imprese, e la ripresa degli investimenti – ha rassicurato i governatori sui tagli alla sanità. “Alla fine – ha detto – troveremo una soluzione equa per tutti”. Infatti, sull’ipotesi di ulteriori tagli al sistema sanitario nazionale, che secondo le bozze ammontano a 2,6 miliardi in tre anni, le Regioni sono sul piede di guerra. Ma anche lo stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso preoccupazione: “Ho detto con grande chiarezza che il Ssn non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi. La sanità – ha ricordato – ha avuto tagli per 22 miliardi negli ultimi anni”. Entrando nello specifico degli interventi, il taglio del cuneo fiscale dovrebbe essere articolato in maggiori detrazioni sul lavoro dipendente e maggiori deduzioni dall’imponibile Irap per i nuovi assunti, fino a un massimo di 15mila euro per ciascun dipendente. Per i Comuni arriva allentamento del patto di stabilità interno che servirà a compensare parte dei mancato gettito Iva. Quanto alla nuova ‘service tax’, si chiamerà ‘Trise’ e si articolerà in due parti, la prima riguarderà la gestione dei rifiuti urbani (Tari) e la seconda sarà a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (Tasi). L’aliquota di base della Tasi dovrebbe essere fissata all’1 per mille. Per quanto riguarda l’Iva, potrebbe essere introdotta un’aliquota del 7% che potrebbe non essere aggiuntiva alle tre aliquote esistenti (4%, 10% e 22%) ma sostitutiva di una delle due aliquote ridotte. Novità anche su pensioni e pubblica amministrazione. Sulla previdenza, nel 2014 le pensioni superiori a 6 volte il minimo (ossia circa 3mila euro lorde) non godranno di alcuna rivalutazione. Arriva anche un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro: dal primo gennaio 2014 e per un periodo di tre anni, per le pensioni complessivamente superiori a 100.000 euro lordi annui, è previsto un contributo pari al 5% della parte eccedente e fino a 150.000 euro, del 10% per la parte eccedente 150.000 euro e del 15% per la parte eccedente fino a 200.000 euro. Per quanto riguarda la P.A., il blocco dei contratti dovrebbe essere esteso al 31 dicembre 2014. La tassa sulle rendite finanziarie passerebbe dal 20% al 22 per cento, e aumenterebbe anche l’imposta di bollo su comunicazioni relative a prodotti finanziari. Regioni ed enti locali, inoltre, non potranno più ricorrere ai derivati. Diventa definitivo, infatti, il blocco temporaneo alla finanza derivata. E ancora, per banche e assicurazioni svalutazioni e perdite sui crediti torneranno ad essere deducibili in cinque anni. Ci sono, inoltre, 4 miliardi di spese indifferibili. Un capitolo che va dal rifinanziamento delle missioni internazionali di pace (900 mln) al 5 per mille, dalle risorse per il trasporto pubblico locale a quelle per l’Anas e le Ferrovie. Uno stanziamento di circa 1 miliardo dovrebbe andare al fondo per le politiche sociali e la non autosufficienza, mentre dovrebbe essere introdotto anche un avvio del reddito minimo garantito. Viene istituito un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria con dotazione 120 milioni per tre anni e 20,75 milioni nel 2014 andranno alla banda larga. ISCRIVITI ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK https://www.facebook.com/pages/Politici-che-non-hanno-MAI-lavorato-ELENCO-UFFICIALE-MANDIAMOLI-A-CASA/274354875910343 fonte: http://www.movimentolibertario.com/2013/10/manovra-economica-ecco-il-suppostone-previsto-dal-governo/ Questo articolo è stato pubblicato in Senza categoria e contrassegnato come ACCISE, BOLLI, CUNEO FISCALE, LEGGE FINANZIARIA, letta, MARCHE DA BOLLO, NAPOLITANO, PATTO DI STABILITA, SACCOMANNI, SERVICE TAX, TASSE, TRISE da bastacasta . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Navigazione articolo← Precedente

Nessun commento:

Posta un commento