La Germania sarà la prima a uscire dall'euro
Da économie-matin.fr un articolo che delinea lo scontro in atto all'interno della BCE: alla fine, può anche essere che sarà il falco tedesco a farci il favore di uscire, costretta dalle colombe che vogliono imporre il Quantitative Easing per mantenere la moneta unica...
I rimproveri della UE sulle eccedenze tedesche che superano il 6% del PIL potrebbero convincere la Germania a uscire dall'eurozona. cc/flickr/ILRI |
Sicuramente avete avuto notizia dell'apertura di un'inchiesta da parte della Commissione europea, non contro la Francia e il suo deficit eccessivo, ma contro la Germania e i suoi avanziabusivi!
Un mondo alla rovescia, dove il bravo studente viene sanzionato dal maestro perché fa venire dei complessi ai somari della classe, e Dio sa quanti ce n'è!
Un mondo alla rovescia, dove il bravo studente viene sanzionato dal maestro perché fa venire dei complessi ai somari della classe, e Dio sa quanti ce n'è!
Questa è la prima lettura. Tuttavia, questo conflitto e questa procedura avviata contro la Germania da parte della Commissione nasconde in realtà una grande battaglia diplomatica ed economica all'interno di un'Europa divisa in due campi.
Da un lato ci sono i paesi latini in senso lato, tra cui la Francia e l'Irlanda, vale a dire i paesi superindebitati e in panne con la crescita. Dall'altra, i paesi più virtuosi, con la Germania in prima fila, seguita dai Paesi Bassi e anche dall'Austria.
Al centro di questa lotta e di questo conflitto vi è il mandato della BCE scolpito nel marmo dal Trattato di Maastricht e che tiene bloccata la politica monetaria Europea sotto il giogo della disciplina.
L'obiettivo è di piegare la Germania di Angela Merkel e consentire alla BCE di lanciarsi in una politica di quantitative easing con acquisto massiccio di obbligazioni di Stati quasi in fallimento. Ritorniamo così al punto in cui eravamo all'inizio della crisi quasi cinque anni fa. La scelta tra salvare la moneta unica al prezzo di un'immensa deflazione / recessione, o imbarcarsi in una politica di stampa di moneta in stile anglosassone che, alla fine, distruggerà l'economia e la moneta con l'iperinflazione (va beh, al netto delle esagerazioni, ndt).
Solo che questa volta i paesi del Sud Europa, impantanati in una crisi sociale senza precedenti e in un marasma economico innegabile, sono dalla stessa parte e il peso è sulle spalle di dirigenti francesi totalmente sopraffatti e spaventati. La Francia vacilla. Il rigore è impossibile. Una riduzione della spesa improbabile. L'aumento delle tasse inattuabile. Quindi non c'è più molta scelta. O la Francia esplode, rischiando di destabilizzare l'Europa intera, o si offre ai paesi come la Francia una soluzione a colpi di stampa di moneta, cosa che va contro tutti i principi economici finora difesi con le unghie e coi denti da Berlino.
Da un lato la Germania blocca l'unione bancaria e impedisce la monetizzazione da parte della Banca centrale europea. Dall'altro lato, la Commissione avvia un procedimento contro la Germania al fine né più né meno di mettere all'angolo la Germania e farle pagare il prezzo del suo rifiuto, nel senso stretto del termine.
Due articoli sono stati pubblicati di recente, che sono da collegare tra loro perché rappresentano la battaglia tra due concezioni dell'Europa e della moneta che attualmente si gioca nei corridoi silenziosi e ovattati di Bruxelles e dei governi europei.
Perché la Germania sta bloccando l'unione bancaria
Il primo è un articolo de La Tribune, che discute le presunte ragioni del blocco tedesco all'unione bancaria.
"Sull' unione bancaria i Ministri delle finanze si sono zelantemente affrettati a non decidere nulla sull'argomento. Nessun meccanismo di risoluzione unico, nessuna garanzia comune dei depositi. Null'altro che l'ennesima dichiarazione di buona volontà. Come è possibile che questa unione bancaria, una volta così imperativamente necessaria, sia ora così lenta a nascere? La risposta, come spesso accade, si trova dalle parti di Berlino."
Anche in questo caso, dare la colpa alla Germania è sempre la spiegazione più semplice. I tedeschi non vogliono avere nulla a che fare con il nostro debito, la nostra mancanza di coraggio politico che dura da 40 anni, la cattiva gestione delle élites francesi che se la fanno sotto e non hanno mai voluto far pagare ai francesi il vero costo del loro sistema di welfare, che oggi ci torna indietro come un boomerang, in un momento che per il nostro paese è ovviamente il più delicato e in piena crisi economica mondiale.
«Ma se Berlino ha acconsentito non senza limiti e reticenze a far monitorare le sue banche dalla BCE, quando si tratta di pagare è diverso. Cioè quando si arriva alla creazione di un meccanismo che permetta al MES di intervenire per aiutare direttamente le banche. Eppure, l' unico obiettivo dell'unione bancaria era questo: "Rompere il legame tra il rischio sovrano e il rischio bancario”. Ma è proprio qui che la discussione si blocca .
Le elezioni tedesche del 22 settembre, confermando Angela Merkel e dando quasi il 5 % dei voti al partito anti-euro, probabilmente hanno firmato la condanna a morte dell'unione bancaria come la si immaginava. La cattiva volontà tedesca porterà a una soluzione minimale, riducendo a nulla l'azione del MES? Il legame tra rischio sovrano e rischio bancario non sarà spezzato.
E probabilmente gli stress test della BCE del prossimo annofaranno venire alla luce le difficoltà bancarie, che bisogneràrisolvere con rapidità. Gli Stati dovranno farlo da soli, quindi con delle misure di austerità e un appello al MES di tipo classico. Probabilmente è questa la nuova solidarietà europea, come la vedono a Berlino."
La BCE pronta a stampare, la Germania pronta ad alzare la voce
E questo ci porta al nostro secondo articolo, scritto un paio di giorni fa dal grande giornalista Ambrose Evans- Pritchard del Telegraph di Londra.
In sostanza, Pritchard ci spiega che in seno alla BCE le colombe pro - stampa di moneta hanno preso il potere e hanno la maggioranza nel consiglio dei governatori, hanno messo in minoranza i falchi guidati dai tedeschi, e che i membri della BCE ora semplicemente rifiutano di prendere istruzioni dalla Bundesbank.
C'è dunque una rottura ormai in atto all'interno della BCE ed è la Francia che ha "vinto". In realtà, il nostro governo e e i nostri mocciosi di mamma non sono rimasti inattivi, diciamo che ragionano sempre da idioti e scelgono la via più facile, l'obiettivo è quello di soffrire di meno ora senza tener conto delle sofferenze che le loro decisioni di oggi rischiano di farci subire domani. E' la dittatura del breve termine, la vigliaccheria e l'incompetenza, per non parlare di una certa "collusione" con interessi finanziari non molto morali.
L 'Euro non è più praticabile
E' questa l'idea che emerge anche da questa analisi, e la condivido. La crisi economica dal 2007 ha dimostrato che le economie della regione divergono e le dinamiche vanno in direzioni opposte. Pertanto, la conclusione è abbastanza semplice. O i "ricchi" pagano per gli altri e i tedeschi staccano un assegno, quella che chiamano unione di trasferimenti, come facciamo naturalmente in Francia dove l'Île-de-France, la regione più ricca, paga per tutte le altre regioni, o l'euro esplode perché la moneta unica non può continuare indefinitamente a venir dilaniata senza raggiungere il suo punto di rottura.
Ecco la conclusione raggiunta da Ambrose Evans-Pritchard :
" Quanto alla guerra civile che si profila all'interno dell'unione economica e monetaria (l'Euro ) sulla politica monetaria, esiste una facile soluzione. La Germania può recedere educatamente dall'euro e il Sud può essere educatamente d'accordo, ognuno sforzandosi di dimostrare al mondo che è tutto sotto controllo."
Il che ci porta esattamente a quello che scrivevo un paio d'anni fa: "Signori tedeschi uscite per primi", articolo di cui non c'è una parola da ritrattare e che dimostra l'incompetenza dei nostri dirigenti che non hanno mai capito niente e non hanno mai previsto rigorosamente niente di quel che stava accadendo.
Per sei anni abbiamo girato in tondo, ma l'ora delle decisioni si avvicina e queste decisioni saranno politiche.
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