Orban: discorso in Romania dopo l’attentato
Riassunto a cura di Klara Nagy
Riassumendo: Orbán ha parlato principalmente della sua lotta contro le multinazionali, le banche e l’Unione europea. Ha iniziato il suo discorso facendo riferimento all’importanza della sua permanenza come premier ed ha continuato elencando le politiche che intende fare che, secondo lui, porteranno ad una completa trasformazione del sistema politico ed economico in Ungheria.
La prima parte del discorso e’ focalizzata sulla sua teoria originale riguardo al declino dell’Occidente e la sua previsione di uno scontro politico e militare tra l’Occidente guidato dagli Stati Uniti e l’Asia guidata dalla Cina. Non e’ certo un mistero la sua intensa avversione per gli Stati Uniti che accusa continuamente di “tentare in ogni modo di impedire ad altri paesi di mettersi al passo economicamente”.
Ha parlato del predominio dei grandi stati membri all’interno dell’Unione europea (in sostanza la Germania e la Francia), e della sua convinzione che i “poteri forti”, in realta’, sfruttino i paesi piccoli drenando via da essi risorse finanziarie ed umane. “L’obiettivo di Ungheria – dice Orbán – e’ quello di prevenire e contrastare tale sfruttamento e la fuga di cervelli”. Questa e’ l’essenza della strategia nazionale ungherese.
Poi ha parlato a lungo di tutto il percorso storico dell’Ungheria, partendo dalla prima guerra mondiale, fino all’attuale crisi finanziaria, che a suo parere non puo’ essere risolta con l’Unione europea. Il quadro istituzionale dell’Unione, la Commissione europea, e il Parlamento europeo, “non sono adatti per gestire le sfide storiche che ci attendono”. Il rimedio per Orbán e’ quello di restituire il potere ai singoli Stati nazionali perche’ sono i soli in grado di superare la crisi attuale. Ha citato, poi, ha un verso di Sándor Kányádi, poeta ungherese della Transilvania, la cui traduzione e’: “Il cane e’ lo stesso, solo la catena e’ stata cambiata”. Ed ha proseguito: “Appena andati via i carri armati sono arrivate le banche!”
Poi si e’ profuso in una spiegazione delle differenze tra il prodotto nazionale lordo (PIL) e il reddito nazionale lordo (RNL). Il PIL e’ il valore di mercato di tutti i beni e servizi prodotti all’interno di un paese in un dato periodo di tempo. Il RNL e’ un concetto meno familiare, costituito da tutto il reddito prodotto all’interno di un paese.
Il RNL dell’Ungheria, sostiene Orbán, e’ maggiore del suo PIL. La differenza, circa due trilioni di fiorini all’anno, viene trasferita all’estero da banche e società estere. Quando i governi nazionalisti (come il suo) sono al potere, ha sostenuto, la differenza tra PIL e RNL si restringe. Quando governano invece i socialisti e i liberali, questo divario si allarga. In sostanza con socialisti e liberali la ricchezza abbandona il paese.
Ha iniziato poi col tema preferito della sua campagna elettorale: la lotta contro le multinazionali e le banche straniere colpevoli di essere lo strumento mediante il quale gli ungheresi si impoveriscono a favore dei “poteri forti” europei al cui vertice ci sono la finanza USA e la grande industria tedesca. Dopodiche’ ha elencato undici realizzazioni del suo governo di cui e’ fiero. Sarebbe troppo lungo elencarle tutte e persino noioso, ma una vale la pena di indicarla. Parlando infatti di uno studio di Carmen Reinhart e Ken Rogoff, due economisti da lui molto rispettati, intitolato “Crescita al tempo del debito”, ha spiegato perche’ una delle misure principali del governo sia stata quella di creare posti di lavoro anche a costo di fare altro debito. Orbán, come i due economisti, e’ convinto che se il debito nazionale di un paese supera il 90% del PIL, non ci puo’ essere crescita economica. L’UE sostiene che solo la crescita economica puo’ favorire una maggiore occupazione, mentre Viktor Orbán e’ convinto esattamente del contrario. Per lui, in primo luogo, si devono creare i posti di lavoro, e sara’ questo ad innescare di conseguenza la crescita economica.
E’ esattamente, sostiene Orbán, cio’ che e’ accaduto negli Stati Uniti nel 1930, e sebbene lui stesso ammetta che le due situazioni non siano esattamente uguali, perche’ gli Stati Uniti erano abbastanza ricchi per dare il via a tale politica, mentre l’Ungheria e’ un paese povero, e’ convinto altresi’ che la stessa strategia possa funzionare anche in Ungheria.
FONTE: http:// www.stampalibera.com/ ?p=65493#more-65493
[video all’interno]
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L'Uomo che sta combattendo una dura battaglia per il diritto e la sovranità contro i poteri occulti masso-bancari e i falchi della finanza internazionale vivo per miracolo. Attentato? La mente porta ad altri celebri casi analoghi
ARTICOLO COMPLETO:
http://www.quieuropa.it/ attentato-a-viktor-orban-au to-del-suo-convoglio-coinv olte-in-un-gravissimo-inci dente/
Riassunto a cura di Klara Nagy
Riassumendo: Orbán ha parlato principalmente della sua lotta contro le multinazionali, le banche e l’Unione europea. Ha iniziato il suo discorso facendo riferimento all’importanza della sua permanenza come premier ed ha continuato elencando le politiche che intende fare che, secondo lui, porteranno ad una completa trasformazione del sistema politico ed economico in Ungheria.
La prima parte del discorso e’ focalizzata sulla sua teoria originale riguardo al declino dell’Occidente e la sua previsione di uno scontro politico e militare tra l’Occidente guidato dagli Stati Uniti e l’Asia guidata dalla Cina. Non e’ certo un mistero la sua intensa avversione per gli Stati Uniti che accusa continuamente di “tentare in ogni modo di impedire ad altri paesi di mettersi al passo economicamente”.
Ha parlato del predominio dei grandi stati membri all’interno dell’Unione europea (in sostanza la Germania e la Francia), e della sua convinzione che i “poteri forti”, in realta’, sfruttino i paesi piccoli drenando via da essi risorse finanziarie ed umane. “L’obiettivo di Ungheria – dice Orbán – e’ quello di prevenire e contrastare tale sfruttamento e la fuga di cervelli”. Questa e’ l’essenza della strategia nazionale ungherese.
Poi ha parlato a lungo di tutto il percorso storico dell’Ungheria, partendo dalla prima guerra mondiale, fino all’attuale crisi finanziaria, che a suo parere non puo’ essere risolta con l’Unione europea. Il quadro istituzionale dell’Unione, la Commissione europea, e il Parlamento europeo, “non sono adatti per gestire le sfide storiche che ci attendono”. Il rimedio per Orbán e’ quello di restituire il potere ai singoli Stati nazionali perche’ sono i soli in grado di superare la crisi attuale. Ha citato, poi, ha un verso di Sándor Kányádi, poeta ungherese della Transilvania, la cui traduzione e’: “Il cane e’ lo stesso, solo la catena e’ stata cambiata”. Ed ha proseguito: “Appena andati via i carri armati sono arrivate le banche!”
Poi si e’ profuso in una spiegazione delle differenze tra il prodotto nazionale lordo (PIL) e il reddito nazionale lordo (RNL). Il PIL e’ il valore di mercato di tutti i beni e servizi prodotti all’interno di un paese in un dato periodo di tempo. Il RNL e’ un concetto meno familiare, costituito da tutto il reddito prodotto all’interno di un paese.
Il RNL dell’Ungheria, sostiene Orbán, e’ maggiore del suo PIL. La differenza, circa due trilioni di fiorini all’anno, viene trasferita all’estero da banche e società estere. Quando i governi nazionalisti (come il suo) sono al potere, ha sostenuto, la differenza tra PIL e RNL si restringe. Quando governano invece i socialisti e i liberali, questo divario si allarga. In sostanza con socialisti e liberali la ricchezza abbandona il paese.
Ha iniziato poi col tema preferito della sua campagna elettorale: la lotta contro le multinazionali e le banche straniere colpevoli di essere lo strumento mediante il quale gli ungheresi si impoveriscono a favore dei “poteri forti” europei al cui vertice ci sono la finanza USA e la grande industria tedesca. Dopodiche’ ha elencato undici realizzazioni del suo governo di cui e’ fiero. Sarebbe troppo lungo elencarle tutte e persino noioso, ma una vale la pena di indicarla. Parlando infatti di uno studio di Carmen Reinhart e Ken Rogoff, due economisti da lui molto rispettati, intitolato “Crescita al tempo del debito”, ha spiegato perche’ una delle misure principali del governo sia stata quella di creare posti di lavoro anche a costo di fare altro debito. Orbán, come i due economisti, e’ convinto che se il debito nazionale di un paese supera il 90% del PIL, non ci puo’ essere crescita economica. L’UE sostiene che solo la crescita economica puo’ favorire una maggiore occupazione, mentre Viktor Orbán e’ convinto esattamente del contrario. Per lui, in primo luogo, si devono creare i posti di lavoro, e sara’ questo ad innescare di conseguenza la crescita economica.
E’ esattamente, sostiene Orbán, cio’ che e’ accaduto negli Stati Uniti nel 1930, e sebbene lui stesso ammetta che le due situazioni non siano esattamente uguali, perche’ gli Stati Uniti erano abbastanza ricchi per dare il via a tale politica, mentre l’Ungheria e’ un paese povero, e’ convinto altresi’ che la stessa strategia possa funzionare anche in Ungheria.
FONTE: http://
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L'Uomo che sta combattendo una dura battaglia per il diritto e la sovranità contro i poteri occulti masso-bancari e i falchi della finanza internazionale vivo per miracolo. Attentato? La mente porta ad altri celebri casi analoghi
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http://www.quieuropa.it/
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