IL CIELO SOPRA DI NOI: A STELLE E STRISCE
di Gianni Lannes
Mentre su Gaia la gente più sveglia al massimo si accapiglia su internet a proposito delle scie chimiche affrontando gli squallidi negazionisti assoldati dal sistema di potere o dementi alla ribalta, c'è chi ha già militarizzato lo Spazio e gioca alla guerra sfruttando le energie della Natura per controllare totalmente l'ignara e distratta umanità, mediante sconvolgimenti climatici e sismici indotti. Da almeno 50 anni le cavie principali sono gli umani.
Non c’è sovranità sulla Terra senza accesso allo spazio cosmico, in particolare quello circumterrestre. La sedicente “esplorazione scientifica” è funzione della competizione per il suo totale controllo militare, in palese violazione del Trattato sullo Spazio esterno varato dall’Onu il 27 gennaio 1967.
Attualmente gli Stati Uniti d’America dominano lo Spazio circumterrestre. I satelliti di telecomunicazioni, di navigazione e di osservazione della Terra formano l’imprescindibile nervatura strategica dello zio Sam. Gli Stati Uniti d’America dopo aver utilizzato lo Spazio a scopo di supporto dell’apparato bellico, ora vi hanno segretamente introdotto dei potenti armamenti di ultima generazione. Nel gergo militare nordamericano lo Spazio è “The Ultimate Highround” (l’altura decisiva).
I pianificatori del Pentagono si concentrano da tempo sullo Spazio terrestre: dalla più bassa orbita possibile all’altitudine geostazionaria (circa 36 mila chilometri), perché qui operano i satelliti di osservazione e navigazione, e proprio qui sono state collocate le armi spaziali, in grado di colpire bersagli terrestri.
Questa regione spaziale è a sua volta suddivisa in due categorie funzionali: le orbite basse, tra i 150 e gli 800 chilometri di quota, e le orbite medie, da 800 a 36 mila chilometri. Nella prima sezione operano tra l’altro i satelliti per la ricognizione della Terra e navigano i cosmonauti, nella seconda pulsa il sistema satellitare Gps (Ground Positioning System), lo standard USA che consente di determinare la posizione di oggetti e persone sul globo terrestre, risorsa decisiva per il controllo del campo di battaglia (nella prevalente ottica militaresca). Soltanto qualche anno fa, il Gps, appunto, era considerato da chi manipola il senso comune, alla stregua di “fantascienza complottista”, come le scie chimiche.
Ufficialmente bandito dal diritto internazionale, l’uso militare dello Spazio è in atto da tempo. Oggi la partite finale riguarda l’intelligence spaziale come segmento strategico delle operazioni terrestri. Infatti, per gli addetti ai lavori, la guerra del Golfo del 1991 è considerata la prima guerra satellitare della storia "disumana".
Nel 1996 il comandante in capo dell’United States Space Command, generale Joseph Ashy, aveva spiegato che le Forze armate americane erano talmente dipendenti dai satelliti da incentivare i futuri nemici a colpirli. Di qui l’imperativo di proteggerli già allora: «Noi combatteremo dallo Spazio e nello Spazio (…) Un giorno colpiremo bersagli terrestri - navi, aerei, obiettivi sul terreno (vedi: Heronema J., A.F. Space Cheif Calls War in “Space Inevitables”, Space News, 12-18/8/1996, pag. 4)». L’obiettivo è di mantenere il controllo totale dello Spazio circumterrestre.
La White House ha sempre coordinato le mire di conquista del Pentagono e dei colossi dell’industria (Lockeed Martin, Northrop Grumman, Boeing, Raytheon). Gli stessi programmi civili della Nasa hanno uno spessore militare nascosto (per esempio: i sistemi satellitari Sea-Wide Field Studies).
Il proliferare di tecnologie duali (alla voce HAARP) impiegabili a scopi sia pacifici che bellici, rivela lo sforzo USA di accentuare la supremazia nel cosmo assicurando alle proprie aziende una quota di mercato dominante. E’ la faccia extraterrestre dell’unilateralismo a stelle e strisce.
Infatti, secondo il professor E.C. Dolman (già docente alla School of Advanced Airpower Studies della base aerea di Maxwell in Alabama) «Chi controlla le basse orbite terrestri controlla lo spazio vicino alla terra. Chi controlla quello Spazio domina la Terra. Chi domina la Terra determina il futuro dell’umanità» (Astropolitik. Classical Geopolitics in the Space Age, Portland, Oregon, 2002, Frank Cass Publishers, pag. .
Il Governo degli Stati Uniti d’America infischiandosene altamente delle leggi internazionali ha già occupato militarmente I nodi strategici delle future rotte commerciali e presidia le linee di comunicazione nel cosmo. Vale a dire: soprattutto le orbite di trasferimento di Hohmann e i punti lagrangiani, dove i campi gravitazionali di Terra e Luna si annullano reciprocamente.
Per gli USA lo Spazio, dunque, è uno strumento di dominio. L’Europa dovrebbe proporre un modello diverso: lo Spazio come bene pubblico. Invece è politicamente afona, anche se è stata capace, ma solo a livello scientifico e tecnologico, di generare i competitivi sistemi Galileo e Gmes che hanno surclassato il Gps.
In ultima battuta mentre i terrestri sono indifferenti o si azzuffano per sciocchezze, lo Spazio vicino non è tanto quel bene comune di cui recitano i trattati, ma un luogo di scontro.
Ecco il paradigma risolutivo: osservare la Terra dallo Spazio, non lo Spazio dalla Terra. Le immagini del nostro martoriato pianeta riprese dal cosmo potrebbero indurre l’umanità a riconsiderare le millenarie competizioni belliche e risvegliare in ciascuno di noi il senso di appartenenza ad un’unica specie. Tanto più se nell’universo si dovesse incontrare vita intelligente.
riferimenti:
http://www.whitehouse.gov/ sites/default/files/ national_space_policy_6-28- 10.pdf
https://www.fas.org/irp/ offdocs/nspd/space.pdf
http://www.nasa.gov/ offices/olia/policydocs/ index.html
http:// www.globalsecurity.org/ space/library/policy/ national/
http://www.marshall.org/ pdf/materials/874.pdf
http:// sulatestagiannilannes.blogs pot.it/2012/10/ usa-malattie-dallo-spazio.h tml
FONTE: http:// sulatestagiannilannes.blogs pot.it/2013/07/ il-cielo-sopra-di-noi-stell e-e-strisce.html
di Gianni Lannes
Mentre su Gaia la gente più sveglia al massimo si accapiglia su internet a proposito delle scie chimiche affrontando gli squallidi negazionisti assoldati dal sistema di potere o dementi alla ribalta, c'è chi ha già militarizzato lo Spazio e gioca alla guerra sfruttando le energie della Natura per controllare totalmente l'ignara e distratta umanità, mediante sconvolgimenti climatici e sismici indotti. Da almeno 50 anni le cavie principali sono gli umani.
Non c’è sovranità sulla Terra senza accesso allo spazio cosmico, in particolare quello circumterrestre. La sedicente “esplorazione scientifica” è funzione della competizione per il suo totale controllo militare, in palese violazione del Trattato sullo Spazio esterno varato dall’Onu il 27 gennaio 1967.
Attualmente gli Stati Uniti d’America dominano lo Spazio circumterrestre. I satelliti di telecomunicazioni, di navigazione e di osservazione della Terra formano l’imprescindibile nervatura strategica dello zio Sam. Gli Stati Uniti d’America dopo aver utilizzato lo Spazio a scopo di supporto dell’apparato bellico, ora vi hanno segretamente introdotto dei potenti armamenti di ultima generazione. Nel gergo militare nordamericano lo Spazio è “The Ultimate Highround” (l’altura decisiva).
I pianificatori del Pentagono si concentrano da tempo sullo Spazio terrestre: dalla più bassa orbita possibile all’altitudine geostazionaria (circa 36 mila chilometri), perché qui operano i satelliti di osservazione e navigazione, e proprio qui sono state collocate le armi spaziali, in grado di colpire bersagli terrestri.
Questa regione spaziale è a sua volta suddivisa in due categorie funzionali: le orbite basse, tra i 150 e gli 800 chilometri di quota, e le orbite medie, da 800 a 36 mila chilometri. Nella prima sezione operano tra l’altro i satelliti per la ricognizione della Terra e navigano i cosmonauti, nella seconda pulsa il sistema satellitare Gps (Ground Positioning System), lo standard USA che consente di determinare la posizione di oggetti e persone sul globo terrestre, risorsa decisiva per il controllo del campo di battaglia (nella prevalente ottica militaresca). Soltanto qualche anno fa, il Gps, appunto, era considerato da chi manipola il senso comune, alla stregua di “fantascienza complottista”, come le scie chimiche.
Ufficialmente bandito dal diritto internazionale, l’uso militare dello Spazio è in atto da tempo. Oggi la partite finale riguarda l’intelligence spaziale come segmento strategico delle operazioni terrestri. Infatti, per gli addetti ai lavori, la guerra del Golfo del 1991 è considerata la prima guerra satellitare della storia "disumana".
Nel 1996 il comandante in capo dell’United States Space Command, generale Joseph Ashy, aveva spiegato che le Forze armate americane erano talmente dipendenti dai satelliti da incentivare i futuri nemici a colpirli. Di qui l’imperativo di proteggerli già allora: «Noi combatteremo dallo Spazio e nello Spazio (…) Un giorno colpiremo bersagli terrestri - navi, aerei, obiettivi sul terreno (vedi: Heronema J., A.F. Space Cheif Calls War in “Space Inevitables”, Space News, 12-18/8/1996, pag. 4)». L’obiettivo è di mantenere il controllo totale dello Spazio circumterrestre.
La White House ha sempre coordinato le mire di conquista del Pentagono e dei colossi dell’industria (Lockeed Martin, Northrop Grumman, Boeing, Raytheon). Gli stessi programmi civili della Nasa hanno uno spessore militare nascosto (per esempio: i sistemi satellitari Sea-Wide Field Studies).
Il proliferare di tecnologie duali (alla voce HAARP) impiegabili a scopi sia pacifici che bellici, rivela lo sforzo USA di accentuare la supremazia nel cosmo assicurando alle proprie aziende una quota di mercato dominante. E’ la faccia extraterrestre dell’unilateralismo a stelle e strisce.
Infatti, secondo il professor E.C. Dolman (già docente alla School of Advanced Airpower Studies della base aerea di Maxwell in Alabama) «Chi controlla le basse orbite terrestri controlla lo spazio vicino alla terra. Chi controlla quello Spazio domina la Terra. Chi domina la Terra determina il futuro dell’umanità» (Astropolitik. Classical Geopolitics in the Space Age, Portland, Oregon, 2002, Frank Cass Publishers, pag. .
Il Governo degli Stati Uniti d’America infischiandosene altamente delle leggi internazionali ha già occupato militarmente I nodi strategici delle future rotte commerciali e presidia le linee di comunicazione nel cosmo. Vale a dire: soprattutto le orbite di trasferimento di Hohmann e i punti lagrangiani, dove i campi gravitazionali di Terra e Luna si annullano reciprocamente.
Per gli USA lo Spazio, dunque, è uno strumento di dominio. L’Europa dovrebbe proporre un modello diverso: lo Spazio come bene pubblico. Invece è politicamente afona, anche se è stata capace, ma solo a livello scientifico e tecnologico, di generare i competitivi sistemi Galileo e Gmes che hanno surclassato il Gps.
In ultima battuta mentre i terrestri sono indifferenti o si azzuffano per sciocchezze, lo Spazio vicino non è tanto quel bene comune di cui recitano i trattati, ma un luogo di scontro.
Ecco il paradigma risolutivo: osservare la Terra dallo Spazio, non lo Spazio dalla Terra. Le immagini del nostro martoriato pianeta riprese dal cosmo potrebbero indurre l’umanità a riconsiderare le millenarie competizioni belliche e risvegliare in ciascuno di noi il senso di appartenenza ad un’unica specie. Tanto più se nell’universo si dovesse incontrare vita intelligente.
riferimenti:
http://www.whitehouse.gov/
https://www.fas.org/irp/
http://www.nasa.gov/
http://
http://www.marshall.org/
http://
FONTE: http://
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