Il "grande accusatore" della Boccassini in carcere per spaccio di cocaina
Angelo Veronese nel 1997 salì agli onori della cronaca nazionale come supertestimone chiamato in causa dall'ex pm Tiziana Parenti (poi parlamentare di Forza Italia) contro Ilda Boccassini
La Nuova Sardegna30 Luglio 2013
Era il 1996-1997 quando il nome di Angelo Veronese fu su tutti i giornali. Il motivo: le accuse - pesantissime - lanciatecontro il pm Ilda Boccassini. Veronese confessò di aver ricevuto l'offerta da parte della pm di ben mezzo miliardo di lire per "incastrare" l'ex pm Tiziana Parenti, famosa per essere uscita dal pool di "mani pulite" nel 1994 per entrare in Forza Italia.
Ebbene, quelle accusa ai danni della Boccassini si rivelarono assolutamente infondate e Angelo Veronese, 65 anni, piemontese, ritrattò e, come ricorda l'Ansa, "fece di tutto per farsi dimenticare andando a nascondersi in Sardegna in un paesino di poche centinaia di abitanti a pochi chilometri da Oristano dove si presentava come informatore scientifico per conto di alcune case farmaceutiche".
In realtà "di lavoro" faceva lo spacciatore e giovedì - come ricostruisce La Nuova Sardegna - è stato arrestato "mentre trasportava 300 grammi di cocaina su una Lancia Lybra, bloccata sulla strada provinciale che da San Vero Milis porta a Cabras, nell’Oristanese".
Conosciuto anche col vezzeggiativo di Angiolino, Veronese veniva indicato come "l’unico in Italia che negli anni Ottanta sapeva raffinare cocaina pura al 95 per cento, migliore di quella sudamericana".
Ma soprattutto Angelo Veronese è stato un collaboratore di giustizia, destinatario di programmi di protezione e copertura, "un infiltrato su cui erano state costruite sei grandi operazioni di polizia giudiziaria, tra la Liguria e Lombardi" negli anni Novanta.
"Ma la vicenda più chiacchierata per Angelo Veronese fu quella che in qualche modo fece da sfondo allo scontro tra due magistrati del pool Mani Pulite di Milano: l’ex sostituto procuratore Tiziana Parenti, che lasciò in polemica il pool e poi ebbe una breve esperienza politica, e l’attuale sostituto della Procura milanese Ilda Boccassini. Entrambe contestarono con ragioni opposte, le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia che avrebbero messo in cattiva luce l’una nei confronti dell’altra e viceversa. Accuse infondate, mai provate, ritrattate o finite in calunnia".
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