lunedì 18 novembre 2013

BASTA TORTURE E STUDI CHE NON PORTANO NIENTE SOLO ORRORI


  • LA DISSEZIONE

    Vi siete mai domandati perché gli studenti sono costretti a sezionare animali?
    Dato che lo scopo della scuola non è quello di formare zoologici o veterinari, l'esistenza della vivisezione nella scuola non è giustificata ne dal punto di vista educativo ne da quello scientifico. La ragione vera è che il seme della desensibilizzazione deve essere "piantato" per tempo.

    (...)

    La dissezione è al riparo dalle critiche perché si maschera con termini sacri come Scienza, Ricerca, Biologia, Scienze vitali, e tecnologia.
    Le dissezioni vengono compiute su rane, gatti, maiali, topi, piccioni. Gli studenti vengono anche incoraggiati a partecipare a gare scientifiche nelle quali competono tra loro per ricevere premi. Alcuni degli studi eseguiti in queste gare sono veri e propri esperimenti vivisezionistici che utilizzano cani, gatti e scimmie vivi. Questi esperimenti sono condotti da studenti al di sotto dei 20 anni.
    Si può affermare seriamente che la dissezione di rane, topi, possa insegnare ai nostri ragazzi qualcosa sul corpo umano e sul suo funzionamento?

    La dissezione è parte integrante della mentalità pseudoscientifica che domina il nostro sistema scolastico e rende possibile l'esistenza e l'ulteriore sviluppo della vivisezione.

    Fonte:
    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=481488978595620&set=a.481212718623246.1073741835.469925656418619&type=1&theater
    LA GRANDE RISATA
    Questo triste capitolo potrebbe essere molto lungo, ma mi limiterò a pochi esempi. Il primo lo ha fornito Robert Clarke nella sua entusiastica biografia di Claude Bernard (Op. cit., p. 15) raccontando che:
    «Magendie, il direttore del Collège de France, non preparava mai le lezioni, ma dava ai suoi allievi lo spettacolo dei propri dubbi e poi interrogava la natura, senza sapere che cosa questa gli avrebbe risposto; quando si azzardava a predire un risultato, l'esperimento dimostrava esattamente il contrario; Magendie, allora, si associava all'ilarità del suo uditorio ».
    Una descrizione idilliaca, che evoca una scampagnata di qualche allegra comitiva di buontemponi, purché non si sappia che il Collège de France altro non era che il laboratorio vivisezionista dell’Ecole de Médecine e gli esperimenti con cui il direttore Magendie vi « interrogava la natura » — e i cui risultati sempre imprevisti facevano scoppiare dal ridere professore e discepoli — erano vivisezioni...
    Il ricercatore Du Prel riferisce un incidente "comico" di cui fu testimone all'Università di Monaco di Baviera. Per un esperimento sulla nefrite, venne portato dinanzi agli studenti un cane legato al tavolo operatorio. Da un'orbita colava sangue. Il docente spiegò che quella ferita non riguardava l'esperimento in programma, ma che poco prima un suo collega aveva avuto bisogno di un occhio.
    Ciò suscitò un coro di risate nell'uditorio.
    Altri studenti risero, come riferì il medico tedesco Herbert Frische rievocando i primi mesi dei suoi studi universitari, allorché, assistendo al classico esperimento del cane di Pavlov, videro l'espressione di doloroso stupore dell'animale, quando il cibo che ingoiava cadeva in terra ai suoi piedi attraverso l'esofago reciso.

    Anche il prof. Otto Cohn trovò "molto comico" lo spettacolo del cane di Pavlov, dimostrazione ripetuta innumerevoli migliaia di volte. (Münchner Medizinische Wochenzeitschrifì, 30-3-1902.)

    All'Istituto di Fisiologia dell'Università di Berna ebbe luogo un dibattito sulla vivisezione (31- 1-1903) tra il prof. H. Kronecker, direttore dell'Istituto, e Magnus Schwantje di Berlino. Erano presenti studenti di medicina e di fisiologia: il disgusto che ispira l'argomento aveva tenuto lontano il grande pubblico anche quella volta.
    Quando il prof. Kronecker dichiarò che era «impossibile che i vivisettori commettano le crudeltà di cui vengono accusati, perché, essendo fisiologi, essi rispettano la vita più di chiunque», lo Schwantje si mise a leggere relazioni pubblicate degli stessi sperimentatori nelle riviste scientifiche. Ad ogni descrizione di spellamento o bollimento di animali vivi, di estirpazioni brutali, o di messa a nudo del midollo spinale, gli studenti non trovarono di meglio per interrompere lo Schwantje che scoppiare in fragorose risate.

    Si potrebbe illustrare questo capitolo con un servizio fotografico proveniente dall'Accademia di Medicina dell'Università di Tulane, New Orleans, in cui vennero sacrificate 200 scimmie antropoidi; servizio apparso tra l'altro nel settimanale tedesco Quick (26-12-1965).

    Ogni scimmia veniva legata a un'automobilina e poi catapultata contro un muro, a varie velocità, per cui alcune scimmie rimanevano gravemente ferite mentre altre morivano per sfondamento della cassa toracica o rottura dell'osso del collo.

    Scopo dell'esperimento: "studiare" che cosa accade a un automobilista durante l'impatto; come se mancasse una casistica d'incidenti autentici... Inoltre alcune ditte automobilistiche avevano già costruito raffinati manichini che davano risposte molto più attendibili a chi vuole studiare incidenti, dato che interessa sapere ciò che accade all'uomo in automobile e non a una scimmia, la quale ha giunture molto più elastiche dell'uomo e una resistenza 50 volte superiore alla nostra.

    Le scimmie di Tulane si rendevano conto a che cosa andavano incontro, avendo assistito alle esperienze delle compagne: e in ogni immagine che le mostrava dibattersi al momento di venire legate al sedile, i loro violentatori in camice bianco — identificati nella didascalia come «patologi dell'Università di Tulane» — ridevano a crepapelle vedendo gli inutili sforzi della piccola vittima, e uno di essi, sempre ridendo, aggiungeva le beffe al danno solleticando la scimmietta sotto l'ascella...

    Gli esperimenti di Tulane ispirarono un altro "scienziato" a compierne di simili, impiegando babbuine gravide al terzo mese. Per tali esperimenti il dott. Warren M. Crosby dell'Università dell'Oklahoma ottenne un sussidio statale di 103.800 dollari — 68 milioni di lire — e un articolo in Medical Tribune (5-9-1968).

    Questo nuovo successo finanziario e di prestigio tolse il sonno ad altri "scienziati" americani, che pretesero a loro volta una fetta della torta. Dunque vennero ripresi gli esperimenti di incidenti automobilistici, ancora con babbuine gravide, come risulta dal numero di novembre 1972 di Surgery, Gynecology and Obstetrics.
    In quel caso, il pretesto per estorcere nuovi fondi alle autorità ingenue o complici, era il perfezionamento di cinture di sicurezza che non danneggiassero il feto di una donna incinta coinvolta in un incidente d'auto.

    Naturalmente, gli esperimenti non rivelarono nulla di quanto le linee aeree non sapessero già da vari decenni, allorché adottarono cinture di sicurezza senza provarle su alcun animale, ma esclusivamente in base all'attività intellettiva di individui ancora capaci di riflettere.


    tratto da: Imperatrice Nuda al capitolo: "LA GRANDE RISATA"
    http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf

    Il pdf di Imperatrice Nuda scaricabile anche da questo link :http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf


    Capitoli di IMPERATRICE NUDA:
    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src


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