sabato 16 novembre 2013

BASTA ORRORI SU ANIMALI CHE HANNO IL NOSTRO STESSO DIRITTO DI VIVERE

  • Adopt - Do Not Buy A Life e altre 2 persone hanno condiviso la fotodi Hans Ruesch per l'abolizione della vivisezione. Ora.
    CAVIE UMANE

    «La vivisezione è scuola di sadismo e una generazione di medici educati a questa pratica giustifica le più serie inquietudini da parte del pubblico.»
    Solo oggi sappiamo quanto fossero profetiche queste parole che il medico francese G. R. Laurent scrisse sulla sua rivista l'Antivivisectionniste; altrettanto profetiche quanto le parole del medico tedesco Wolfgang Bohn, sulla rivista medica Aerztliche Mitteilungen (N. 7-8, 1912):
    «Il costante dilagare del metodo vivisezionista non ha fatto altro che aumentare anche la tortura e l'omicidio scientifici di esseri umani. È da presumere che tale incremento perdurerà, poiché non sarebbe altro che la conseguenza naturale della vivisezione».

    Queste opinioni di medici apparvero vari decenni fa. Ed ecco quanto riportava nei nostri giorni la Chicago Tribune (19-1-1974) a firma di Bob Cromie:
    «Appare ormai chiaro che alcuni scienziati non si contentano più di usare animali inferiori, se consideriamo recenti esperimenti compiuti su carcerati e ricoverati di vari istituti».
    Che la vivisezione animale portasse irrimediabilmente alla vivisezione umana lo aveva capito già Orazio quando scrisse crudelitas in animalis est tirocinium crudelitatis contra homines.
    I vari medici tedeschi processati dopo la guerra per avere compiuto vivisezioni sui prigionieri — esperimenti che venivano eseguiti parallelamente con esperimenti animali — addussero a loro difesa che avendo già praticato la vivisezione animale, era logico che volessero sperimentare anche sugli esseri umani.

    Al mondo, quello sembrava dover rimanere un episodio isolato, una delle tante aberrazioni della guerra. Invece da allora si sono moltiplicati i casi di medici che infliggono deliberatamente malattie ai ricoverati in ospedale — di solito agli orfani e ai poveri, con i quali il rischio di denunce è minore — oppure non somministrano i rimedi del caso, per "studiare" il decorso di un morbo.
    Questi casi sono divenuti così frequenti che non li si può attribuire solo a sporadiche aberrazioni individuali. La disumanizzazione, che inizia col primo esperimento vivisezionista a cui lo studente è obbligato ad assistere, si è ormai estesa a larghi strati della classe medica.

    Che gli esperimenti che si fanno sui malati a loro insaputa siano in costante aumento in tutto il mondo, lo aveva già scritto anni fa il dott. O. E . Guttentag della Scuola Medica dell'Università di California, su Science (1953, 117, 207);
    «Esperimenti su malati, di nessuna utilità immediata per essi, ma compiuti per confermare o confutare una qualche dubbia generalizzazione biologica, stanno diventando sempre più frequenti».

    E nel 1961, in un congresso medico internazionale, il biologo Szent-Györgi, premio Nobel 1937:
    «Il desiderio di alleviare le sofferenze conta poco nella ricerca: a tali persone si dovrebbe consigliare di darsi alle opere pie. La ricerca richiede egoisti, sfrenati egoisti, che cercano il proprio piacere e la propria soddisfazione, ma li trovano risolvendo gli indovinelli (puzzles) della natura» (Lancet, 1961, p. 1394).

    Effettivamente cresce costantemente il numero dei medici che nel tentativo di risolvere questi "indovinelli" (il termine fa pensare al Magendie che "interrogava la natura" vivisezionando gli animali) non esitano a sperimentare sui malati affidati alle loro cure. Il già citato libro del Pappworth, Cavie umane, rivela un caso dopo l'altro, da lui scoperti sfogliando semplicemente le riviste mediche.
    Ad esempio al Centro Medico dell'Università di Arkansas due medici iniettarono iodio radioattivo, di cui era già noto l'alto potere cancerogeno, a 46 neonati sani, a scopo puramente sperimentale, e poi riferirono tranquillamente questa loro iniziativa — da essi dunque considerata del tutto normale nonché meritevole — in una rivista pediatrica, American Journal of Diseases of Children (1962, vol. 103, p. 739).

    Il dott. Pappworth fa notare che ovviamente gli esperimenti più pericolosi e riprovevoli non vengono rivelati dai responsabili. E troviamo esempi italiani in un altro coraggioso articolo della dottoressa Alda Antonaz, intitolato La sperimentazione sull'uomo:
    «Nell'incalzante follia degli sperimentatori ad ogni costo, per una più rapida e agevole produzione di "lavori", si vuole infatti prescindere dalla dignità che l'homo sapiens ha capitalizzato in un'evoluzione di millenni. Non è un colpo giornalistico personale: ne hanno parlato infatti profusamente quotidiani, rotocalchi e perfino la rubrica televisiva AZ.

    «In un ospedale di Napoli si sono instillate negli occhi di venti donne, ivi ricoverate per altra malattia, soluzioni concentrate di cortisone per "studiare" la formazione di una cataratta sperimentale. Ai non medici spiego che in altri termini si è cercato di provocare l'opacità di un organo trasparente dell'occhio con perdita quasi totale della vista, solo per indossare i sacri paludamenti del grande ricercatore e poter pubblicare un lavoro shoccante con piena sicurezza, dato che né i malati, né i carabinieri leggono riviste mediche. Per fortuna l'esperimento non è riuscito.
    Ciò probabilmente perché con questa esperienza effettuata sui cani, specie nella quale la cataratta ha un'incidenza molto maggiore, si era riusciti ad ottenere l'effetto voluto.

    «Non basta. A Roma si è cercato di provocare una paralisi sperimentale a un altro gruppo di donne, ricoverate per le più svariate malattie. Ci sono poi gli esperimenti fatti su neonati e puerpere col Vapona strisce per studiare l'effetto tossico e cancerogeno di questo insetticida.
    «Il prof. Sirtori della Fondazione Carlo Erba di Milano è stato denunciato alla Magistratura perché ha somministrato a dei bambini, ammalati di epatite virale, dei farmaci che, bloccando le difese dell'organismo, permettono la moltiplicazione del virus della malattia». (Animali e Natura, giu. 1972.) (Il prof. Carlo Sirtori è un appassionato assertore anche della sperimentazione animale. N.d.A.)

    Sconcertante soltanto per chi non è addentro alla prevalente mentalità sperimentatrice quanto rivelò Georges Mathé dell'Istituto Gustave Roussy di Villejuif, Parigi, al Congresso Mondiale sui Tumori a Firenze nel 1974:
    «Noi sappiamo che i chemioterapici sono a volte estremamente pericolosi, e che quasi sempre la loro efficacia è proporzionale alla loro tossicità... Un gruppo americano di Memphis ha dimostrato che la somministrazione di questi nuovi preparati non allungava per niente la vita dei bambini leucemici... Hanno usato a dosi enormi farmaci come il Methotreate su gruppi di malati tirati a sorte nel senso letterale della parola, provocando lesioni cerebrali irreversibili nel 2596 dei pazienti. Ciò è grave. Penso che i medici devono ritornare a una regola sacra della medicina: primum non nocere... Quando somministriamo dei chemioterapici, dobbiamo valutare bene ciò che stiamo facendo: se stiamo cioè lavorando per il malato o per la nostra ambizione».

    Questo appello ai princìpi ippocratici è stato riportato tra altri dal Corriere della Sera (26-10- 1974), ma ancora una volta nessuno, né Georges Mathé né la stampa, ha pensato di rilevare che il Methotreate era stato ritenuto innocuo perché preventivamente sperimentato sugli animali.

    Nel suo insieme e fatte le debite eccezioni, l'attuale complesso medico-industriale, cresciuto come un tumore maligno sul corpo della vivisezione, è non solo scientificamente fallimentare, ma troppo spesso anche moralmente corrotto, come mai prima nella storia. Per tradizione, l'effetto pratico degli ammonimenti e delle denunce di fatti spesso criminali è nullo. E ciò perché in medicina gli accusati si erigono a giudici.
    Il 17 febbraio 1975, il settimanale Time riportava: «È impensabile che un medico neghi a un malato un rimedio efficace. Eppure l'U.S. Public Health Service (ente ufficiale della sanità pubblica negli Stati Uniti - N.d.A.) è stato costretto ad ammettere di essersi reso responsabile di tanto. Per studiare gli effetti della sifilide, questo ente ha lasciato senza cure 425 negri sifilitici, tutti scelti tra i poveri e gli analfabeti dalle cliniche dell'Alabama».

    Questo "studio", che è durato vari decenni, è venuto alla luce soltanto perché un avvocato, subodorato un colossale affare, ha citato in giudizio il Governo a nome dei danneggiati o delle famiglie dei superstiti, chiedendo un risarcimento di un miliardo e 800 milioni di dollari.
    Ed ecco l'ultimo grido dell'attuale pseudoscienza medica: e se si parla ancora di un paese anglosassone, non è perché tali vergogne vi siano più frequenti che altrove, ma perché lì sono più vigili i mezzi d'informazione, che da noi s'interessano ai problemi umanitari di solito soltanto se sfruttabili a fini politici.
    Dunque oggigiorno ci sono dei medici che acquistano dagli ospedali feti vivi, appena abortiti. Nell'agosto 1970 il Daily Telegraph di Londra aveva riferito che tali feti erano serviti per esperimenti sul rigetto.

    Intanto, non solo è concepibile, ma prima o poi è inevitabile, che si riesca a fare crescere questi feti umani nei barattoli nutritivi che svolgono il ruolo della placenta materna, fino all'età natale, sui quali sperimentare. In che misura ciò sia già avvenuto, non ci è dato di sapere. Ma si sa che alcuni di questi bambini embrionali, ritirati vivi dal corpo della madre, sono stati mantenuti artificialmente in uno stato di sopravvivenza per varie settimane: dopo di che i loro cuori sono stati innestati nel corpo di cani.

    «Questo traffico è il più orribile che sia mai stato condotto in Gran Bretagna : è inconcepibile che possa accadere in un paese civile! » ha esclamato con pio sdegno il deputato laburista nel denunciare lo scandalo: dimenticando di aggiungere che ciò non era che la logica conseguenza di esperimenti ancora più orribili, seraficamente autorizzati e perfino finanziati da numerosi governi che si considerano civili, compreso quello della Gran Bretagna.
    Dove ancora oggi s'insegna che l'apostolo della moderna vivisezione, Claude Bernard, era "un genio" (Enciclopedia Britannica), sebbene di tutti i suoi insegnamenti, uno solo può dirsi ancora valido dopo un secolo dalla sua morte, ed è il seguente: «La medicina sperimentale deve avere per oggetto: 1) di fare sull'individuo vivo, sano, degli esperimenti di vivisezione e fisico-chimici che le svelino le proprietà di tutti gli organi, di tutti gli elementi istologici allo stato normale; 2) di fare sull'individuo sano e malato, in modi diversi, esperimenti paralleli di vivisezione e fisico-chimici che le insegnino le modificazioni delle proprietà che hanno subito gli organi e gli elementi istologici, allo stato patologico». (Claude Bernard, Principes de Médecine Expérìmentale, ed. Presses Universitaires de France, 1947, p. 147.)






    Tratto da Imperatrice Nuda (1976) al capitolo: CAVIE UMANE -http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf


    Scaricabile anche da questo link: http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf


    Capitoli di IMPERATRICE NUDA:
    http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src


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    VEDI:
    http://www.hansruesch.net/


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    • A Roma si è cercato di provocare una paralisi sperimentale a un altro gruppo di donne, ricoverate per le più svariate malattie. Ci sono poi gli esperimenti fatti su neonati e puerpere col Vapona strisce per studiare l'effetto tossico e cancerogeno di questo insetticida. «Il prof. Sirtori della Fondazione Carlo Erba di Milano è stato denunciato alla Magistratura perché ha somministrato a dei bambini, ammalati di epatite virale, dei farmaci che, bloccando le difese dell'organismo, permettono la moltiplicazione del virus della malattia». (Animali e Natura, giu. 1972.) (Il prof. Carlo Sirtori è un appassionato assertore anche della sperimentazione animale. N.d.A.)
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    • A Roma si è cercato di provocare una paralisi sperimentale a un altro gruppo di donne, ricoverate per le più svariate malattie. Ci sono poi gli esperimenti fatti su neonati e puerpere col Vapona strisce per studiare l'effetto tossico e cancerogeno di questo insetticida. «Il prof. Sirtori della Fondazione Carlo Erba di Milano è stato denunciato alla Magistratura perché ha somministrato a dei bambini, ammalati di epatite virale, dei farmaci che, bloccando le difese dell'organismo, permettono la moltiplicazione del virus della malattia». (Animali e Natura, giu. 1972.) (Il prof. Carlo Sirtori è un appassionato assertore anche della sperimentazione animale. N.d.A.)
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    • Visualizza altri 1 post di Sandrino Mya
  • Vivisezione: vergogna dell'umanita e Adopt - Do Not Buy A Lifehanno condiviso la foto di Tiempo Animal.
    Con Mupra Adm e altre 29 persone.
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