lunedì 11 novembre 2013

VIVISEZIONE VERGOGNA DELL'UMANITA


  • Esaminiamo ora «la piccola accolta di esaltati ignoranti e retrogradi», come i vivisezionisti hanno sempre amato definire i loro avversari.
    Tra questi troviamo nomi come Leonardo da Vinci, Voltaire, Goethe, Schiller, Schopenhauer, Victor Hugo, Garibaldi, Ibsen, Wagner, Tennyson, Bismarck, Ruskin, Tolstoi, i cardinali Manning e Newman, G. B. Shaw, Gandhi, C. G. Jung, Johannes Ude, Aygün, Clara Boothe Luce, i premi Nobel Albert Schweitzer e Hermann Hesse, Lord Dowding, Curzio Malaparte, Dino Buzzati («questo delitto quotidiano, che non ci fa dormire»); per nominare solo alcuni tra gli scomparsi.

    Se la cultura umana può dire di avere una voce, è la loro. Ed erano tutti individui che tenevano i piedi saldamente piantati nella realtà del loro tempo, e molti furono anche pionieri della scienza.

    Leonardo era uno dei maggiori esperti del suo tempo in anatomia.

    La tesi di laurea di Schiller rappresenta il primo lavoro che si conosca di medicina psicosomatica.

    Il genio universale che fu Goethe brillò anche nel campo della fisiologia, e apportò nuove conoscenze sul cranio umano.

    Albert Schweitzer, oltre che umanitario, teologo, filosofo e musicista di fama mondiale, era anche medico praticante, e instancabile fu la sua attività ospedaliera in favore degli indigeni dell'Africa nera.

    Il prof. S.T. Aygün, virologo dell'Università di Ankara, che mise a punto metodi sostitutivi oggi largamente impiegati ovunque, assurse al grado di generale durante la Guerra mondiale.

    L'Air Chief Marshal Lord Dowding, che portò la sua lotta antivivisezionista fino alla Camera dei Lord, fu comandante dell'aviazione britannica nella Battaglia di Londra e venne acclamato Salvatore della Patria.

    Costoro, dunque, alcuni di quegli ignoranti, esaltati, ecc.
    MITO E REALTA' Nell'antichità i latori di brutte notizie venivano decapitati. Al giorno d'oggi, le notizie sgradevoli vengono semplicemente ignorate. Poiché le persone che preferiscono ignorare le notizie provenienti dal fronte della vivisezione si sentono intimamente colpevoli, esse fanno ricorso a un ben noto paravento psicologico: vogliono credere che da un canto la vivisezione sia immensamente benefica per l'umanità, e che dall'altro essa non causi sofferenze agli animali; vogliono credere alle dichiarazioni dei vivisezionisti, senza metterne in dubbio nemmeno le più lampanti assurdità, e si rifiutano di esaminare le prove offerte dagli avversari. Un vivisezionista può fare qualsiasi affermazione, e troverà sempre moltissime persone disposte a credergli, col pretesto che egli è uno "scienziato", dotato di un sapere magico, superiore. Così l'Enciclopedia Britannica (in mani americane dal 1961, diretta da un consiglio editoriale dell'Università di Chicago) può tranquillamente affermare sotto la voce Animal Experimentation che « non esiste una sola importante conoscenza moderna di medicina che non deve qualcosa alla sperimentazione animale», come se la storia della medicina non esistesse. COME SI DIFENDONO A un'incauta rivelazione si lasciò trascinare una volta un noto vivisettore americano. In un articolo di fondo su Clinical Medicine (ago. 1946, vol. 53, N° 8, p. 231), il dott. Andrew C. Ivy lamentò che per sconfiggere una proposta di legge contro la vivisezione nello Stato di New York, era stato necessario spendere ben 25.000 dollari, e che almeno altrettanti erano stati spesi nello Stato di California per sconfiggere una proposta analoga. (I 25.000 dollari di allora equivalgono a non meno di 100.000 dollari odierni oltre 65 milioni di lire.) Questo dott. Ivy, della Scuola Medica North Western di Chicago, è ricordato per avere introdotto nello stomaco di vari cani dei palloni di gomma che poi gonfiò con acqua, causando la morte degli animali dopo lunga agonia, descritta in Archives of Internal Medicine (mar. 1932, p. 439). In seguito era diventato celebre come padrino del farmaco Krebiozen, che oltre un quarto di secolo fa aveva "risolto" il problema del cancro. Infine era assurto ancora una volta a notorietà internazionale come "esperto" di vivisezione nel processo di Norimberga a carico dei vari medici tedeschi accusati di avere compiuto esperimenti su detenuti dei Lager nazisti: esperimenti per i quali venivano esclusivamente utilizzati ebrei, zingari e bolscevichi, così come di li a pochi anni dovevano venire utilizzati in numero sempre crescente e a tutt'oggi altre categorie di diseredati da parte di "ricercatori" negli ospedali: gli orfani, i subnormali, i poveri e i carcerati. Un'altra rivelazione si trova nel già citato manuale di vivisezione Experimental Surgery, in cui Markowitz commenta: «Devono esserci molte persone contrarie, mettiamo, all'uso dell'automobile, e che vorrebbero delle leggi per bandire tutte le macchine dalle nostre strade: ma non hanno nessuna possibilità di successo contro un'industria che ha in gioco miliardi di dollari. » Si tratta di due vere e proprie gaffes di vivisettori irritati dai loro critici: dimostrano che la vivisezione difende la propria "immagine" pubblica in prima linea col danaro. Pagando o ingannando vari giornalisti e mediante la complicità, spesso involontaria, dei dirigenti dei grandi mezzi d'informazione, la sottocultura dei laboratori è riuscita a convincere l'opinione pubblica che la salvezza dell'umanità dipende dai vivisettori, che costoro sono dei filantropi, e che chi li avversa preferisce veder morire un bambino piuttosto che un cane. Nei rari dibattiti e nelle conversazioni private i vivisezionisti hanno infatti sviluppato una tecnica difensiva in cui campeggia l'ormai classica frase: «Cara signora, preferirebbe lei, come gli antivivisezionisti, veder morire suo figlio piuttosto che un cane?». È la loro stoccata preferita. Cosa può rispondere una madre che non è istruita in retorica e non sa che il dilemma è un artefatto? Che gli antivivisezionisti hanno sempre denunciato con pari ardore anche gli esperimenti fatti sugli esseri umani a loro insaputa? È che i maniaci della vivisezione, quando possono farlo impunemente, sperimentano oltre che sugli animali anche sui bambini, e difatti di preferenza sui bambini? Ne riparleremo in altri capitoli. Le tradizionali accuse di disumanità che i vivisettori muovono a chiunque li critica possono assumere forme comiche. In Experimental Surgery, che istruisce minutamente su come eseguire tutte le operazioni di vivisezione che si conoscono, il Markowitz spende sei pagine intere accusando gli antivivisezionisti di ogni immaginabile corruzione morale, ivi compreso il... sadismo. Non esiste arma a cui i vivisezionisti non abbiano già fatto ricorso: fino a invocare il diritto all'autodifesa o addirittura il sentimento religioso. Così in un dibattito all'Istituto Fisiologico di Basilea (31-1-1903), si è udito questo singolare ragionamento del prof. Leon Asher di quell'università: «Poiché voialtri antivivisezionisti fate appello al senso etico, allora bisogna domandarsi se non sarebbe addirittura un sacro caso di coscienza seguire la spinta verso la soluzione dei misteri della vita, e se l'uomo non dovrebbe considerare un dovere religioso soddisfare il desiderio di esplorazione che la Provvidenza ci ha messo in petto, senza curarci di sapere se le ricerche sulla vita abbiano un valore per la medicina o un qualsiasi altro valore pratico. E se il fisiologo per fare questo deve causare sofferenze all'animale, egli ne soffre molto più degli antivivisezionisti, perché lui conosce la vita dell'animale, e il profano no». Indubbiamente questo mio compatriota ha così battuto ogni primato in materia d'ipocrisia vivisezionista: ed è quanto dire. Inoltre, chiamando tutti gli avversari collettivamente "profani'', ha voluto ignorare che tra essi hanno da sempre militato medici e chirurghi il cui effettivo contributo alla medicina ha sorpassato quello del prof. Asher e di tutti gli altri vivisettori messi insieme. «Può addirittura sembrare superfluo mettere in rilievo l'importanza, anzi l'assoluta necessità, della sperimentazione sugli animali per il progresso della biologia e della medicina. Necessità di cui erano convinti già gli ippocratici e Galeno, e della quale si videro i frutti nelle più grandi scoperte dei secoli passati, a cominciare dalla circolazione del sangue per giungere a quelle di Spallanzani, di Galvani, e via via di Claude Bernard, Pasteur, Koch, per terminare con le più recenti dei farmaci moderni, delle vitamine, dei vaccini, lo sviluppo della chirurgia, gli studi sui tumori, eccetera. Le ricerche sugli animali, insomma, sono indispensabili. Qualsiasi applicazione di nuove terapie all'uomo deve in ogni caso essere preceduta da preliminari e ripetuti esperimenti sugli animali. Naturalmente, gli animali devono essere rispettati, e lo si deve pretendere: l'esperimento deve essere effettuato in anestesia, e appunto a questo scopo sono state studiate migliaia di tecniche anestetiche e di rianimazione per ciascuna delle diverse specie di animali da laboratorio.» Questa dichiarazione, inquadrata per risalto, è apparsa sotto il titolo L'OPINIONE DEL MEDICO, a firma Ulrico di Aichelburg, gran paladino della vivisezione in Italia, al termine di uno dei rari articoli contro la vivisezione, pubblicato nel 1970 dal settimanale Epoca, che però evidentemente si rifiutava di credere che le accuse contenute nel suo proprio articolo potessero essere vere, per cui si affrettava a smentirle col quadretto firmato dal suo regolare collaboratore medico. Un efferato delitto commesso da un individuo ignorante o palesemente squilibrato non è un pericolo per la morale: tutti sono d'accordo che il responsabile va rinchiuso in prigione o sottoposto a trattamento psichiatrico. La vivisezione invece si spaccia per un'attività nobile, umanitaria. Chi lo afferma? Direttori di cliniche e laboratori, rinomati "scienziati", cervelloni universitari. È ciò che ha fatto dichiarare a Hamilton Fisk Biggar, medico personale di John D. Rockefeller: «È perché queste barbarie vengono commesse da gente rispettata e ammirata che sono così deleterie per la morale pubblica». Il citato quadretto di Aichelburg rispecchia il manifesto ideale dei vivisezionisti; e per la completezza riempio gli "eccetera": «Alla vivisezione è dovuto l'aumento della durata media della vita. Con la vivisezione si poteva evitare la tragedia del Talidomide, e mediante la vivisezione aboliremo il cancro, l'artritismo, il diabete, le malattie cardiocircolatorie e mentali, ridaremo la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la fertilità agli sterili, la gioventù ai vecchi. Noi vivisettori siamo tutti zoofili. I nostri avversari sono in malafede, o sono una piccola accolta di esaltati ignoranti e retrogradi. I medici che ci criticano sono degli asini. Del resto gli animali non soffrono: anzitutto sono incapaci di soffrire, e poi sono protetti dalle leggi che impongono l'anestesia». So di non avere aggiunto una sola parola mia al manifesto dei vivisezionisti e spero di non averne dimenticata alcuna. La prima contestazione è di ordine morale, per cui deve avere la precedenza sulle altre. Anche se la vivisezione, anziché essere dannosa, fosse utile, ciò non costituirebbe una scusante, ma semmai un'aggravante, perché sanzionerebbe il principio che il fine giustifica i mezzi, quel triste grimaldello che ha sempre aperto tutte le porte della nefandezza umana, comprese quelle di Auschwitz e Buchenwald. Se l'uomo accetta questo principio, allora non può più considerarsi un essere superiore all'animale, e decadono nel nulla tutte le sue pretese morali. Esaminiamo ora «la piccola accolta di esaltati ignoranti e retrogradi», come i vivisezionisti hanno sempre amato definire i loro avversari. Tra questi troviamo nomi come Leonardo da Vinci, Voltaire, Goethe, Schiller, Schopenhauer, Victor Hugo, Garibaldi, Ibsen, Wagner, Tennyson, Bismarck, Ruskin, Tolstoi, i cardinali Manning e Newman, G. B. Shaw, Gandhi, C. G. Jung, Johannes Ude, Aygün, Clara Boothe Luce, i premi Nobel Albert Schweitzer e Hermann Hesse, Lord Dowding, Curzio Malaparte, Dino Buzzati («questo delitto quotidiano, che non ci fa dormire»); per nominare solo alcuni tra gli scomparsi. Se la cultura umana può dire di avere una voce, è la loro. Ed erano tutti individui che tenevano i piedi saldamente piantati nella realtà del loro tempo, e molti furono anche pionieri della scienza. Leonardo era uno dei maggiori esperti del suo tempo in anatomia. La tesi di laurea di Schiller rappresenta il primo lavoro che si conosca di medicina psicosomatica. Il genio universale che fu Goethe brillò anche nel campo della fisiologia, e apportò nuove conoscenze sul cranio umano. Albert Schweitzer, oltre che umanitario, teologo, filosofo e musicista di fama mondiale, era anche medico praticante, e instancabile fu la sua attività ospedaliera in favore degli indigeni dell'Africa nera. Il prof. S.T. Aygün, virologo dell'Università di Ankara, che mise a punto metodi sostitutivi oggi largamente impiegati ovunque, assurse al grado di generale durante la Guerra mondiale. L'Air Chief Marshal Lord Dowding, che portò la sua lotta antivivisezionista fino alla Camera dei Lord, fu comandante dell'aviazione britannica nella Battaglia di Londra e venne acclamato Salvatore della Patria. Costoro, dunque, alcuni di quegli ignoranti, esaltati, ecc. Quanto ai medici contrari alla vivisezione, i loro nomi riempirebbero un volume intero. Ma è anche vero che altri medici l'hanno sempre dichiarata necessaria. A questo proposito, il medico e storico M. Beddow Baily ha scritto in Clinical Medical Discoveries (Londra, 1961). «È necessario rendersi edotti delle conquiste cliniche a causa della consuetudine prevalente da parte di certe autorità mediche le quali difendono la vivisezione al punto da falsare i fatti storici per creare l'impressione nel pubblico che a essa siano dovute la scoperta e l'applicazione di ogni singola diagnosi e cura. Per fortuna, anche un breve esame delle prove esistenti dimostra la falsità di tali asserzioni ». Esaminiamone le più importanti. Tratto da: Imperatrice Nuda "PARTE QUARTA - MITO E REALTA" - capitolo: "COME SI DIFENDONO" http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf Il pdf di Imperatrice Nuda scaricabile anche da questo link : http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf vedi anche: LA STORIA: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=472596772818174&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=3&src Capitoli di IMPERATRICE NUDA: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src _________________________ http://www.hansruesch.net/ _________________________
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