giovedì 14 novembre 2013

MASSONERIA

Igor Discendente Dai Volpato ha condiviso la foto di No a Massoneria e Nwo Macerata.
Paolo VI (Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini) il papa massone che inseri' nella tomba della madre la squadra e il compasso sovrastati da un triangolo

Il capo della Gran Logia Occidental Mexicana, il Gran Commendatore del Supremo Consiglio Carlos Vasquez Rangel, affermo' nel 1992 :
''Angelo Roncalli e Giovanni Montini furono iniziati lo stesso giorno, agli augusti misteri della fratellanza, percio' non e' strano che molte cose che sono state realizzate nel Secondo Concilio Vaticano, da Giovanni XXIII siano basate su principi e postulati massonici.

Don Villa (il sacerdote che si e' sempre battuto contro la massoneria) ritiene che Paolo VI appartenesse alla massoneria.
''Non convinto : ne sono certo! Peraltro non si tratta nemmeno di una cosa ignota, qui a Brescia. L'ex presidente della Corte d'Appello di Brescia, Salvatore Macca, poi magistrato di Corte di Cassazione, in una lettera pubblicata su un quotidiano scrisse : ''il massone Montini''. Il presidente di un tribunale puo' contare sempre su buone fonti. Sapeva molte cose, anche in merito al supporto offerto dalla famiglia Montini alla resistenza durante la fase conclusiva della guerra''.
Nel suo libro 'Paolo VI beato?' Don Villa cita a sostegno della sua tesi molte ''prove'' rinvenibili - secondo il sacerdote- nelle posizioni moderniste e ''laiche'' assunte da Montini nel corso del suo papato e del Concilio Vaticano II.
Che Montini avesse simpatie laiche emergerebbe, ad esempio, dai testi del lungo dialogo che il Pontefice intrattenne con il teologo Jean Guitton. Proprio Guitton, nel suo libro 'Dialoghi con Paolo VI' riporta una frase del Pontefice: ''Non mi sentivo portato al chiericato, che talvolta mi sembrava statico, chiuso (...) implicante la rinuncia alle tendenze terrene nella misura della sua condanna al mondo (...) se io sento cosi', vuol dire che sono stato chiamato a un altro stato, dove io mi realizzero' piu' armoniosamente, per il bene comune della Chiesa''.
In un altro libro centrato sul loro intenso colloquio, il teologo francese scriveva di Paolo VI : ''Ho notato quanto il suo pensiero fosse di tipo laico. Con lui non si era in presenza di un 'chierico' ma di un laico promosso, inaspettatamente, al Papato''.
Ma don Villa va oltre, asserendo di aver scoperto inconfutabili indizi circa l'appartenenza di Montini alla massoneria.
''Al cimitero di Verolavecchia, qui in provincia di Brescia, si trovano le pietre tombali della famiglia materna di Montini, gli Alghisi. Il sacello della madre di Paolo VI fu disegnato dal Pontefice in persona, quando la madre mori'. Ebbene, sul tombale in pietra vi sono i simboli massonici: la squadra e il compasso, sovrastati da un triangolo.''. La fotografia della tomba in effetti colpisce : quelli impressi sulla pietra sembrano effettivamente simboli massonici
(suscita curiosita' anche un'altra annotazione del sacerdote bresciano: un particolare della formella n. 12 realizzata da Luciano Minguzzi in occasione dell'ottantesimo compleanno di Paolo VI-porte di bronzo della basilica di Pietro- : sulla mano del Pontefice figura una stella a cinque punte, uno dei simboli forti della massoneria).(...)
Montini quando resse come cardinale la diocesi di Milano aveva conosciuto un rampante finanziere siciliano : Michele Sindona. Questi si era mostrato molto generoso con la diocesi milanese, e in cambio aveva ricevuto la possibilita' di entrare in contatto con lo Ior gia' nel 1960.
Il 21 giugno 1963 Montini divenne Papa. Il Gran Maestro Giordano Gamberini, il giorno stesso dell'annuncio, affermo' : ''Questo e' l'uomo che fa per noi!''.
Dopo l'elezione, Montini chiamo' Sindona a Roma e gli affido' una consulenza per lo Ior, chiedendogli di modernizzare la banca.
All'epoca Sindona era in grande ascesa, faceva affari con Nixon, aveva rapporti con l'amministrazione americana, con il capo della CIA e con importanti esponenti della Democrazia cristiana.
Nel 1968 Paolo VI chiamo' allo Ior monsignor Marcinkus, che era stato sua guardia del corpo e che poi tessera' i rapporti con Sindona e con Calvi.(...)
Montini ebbe modo di conoscere anche Licio Gelli (l'incontro di Paolo VI con il capo della P2, durante il quale il Papa ne annoto' il numero di telefono, ci e' stato confermato personalmente da Gelli). Nel 1965, durante il pontificato di Paolo VI, gli venne anche riconosciuta dal Vaticano la nomina a commendatore Equitem Ordinis Sancti Silvestri Papae.(...)
Non bisogna poi dimenticare che papa Montini era una figura vista con molta simpatia dal governo americano. Nel corso del suo lavoro come segretario di Stato in Vaticano aveva stretti rapporti con il cardinale Francis Spellman, ''gran protettore'' dei Cavalieri di Malta, una lobby molto potente con aderenze massoniche.(...)
Ma anche altre 'coincidenze' testimonierebbero la 'simpatia' di Paolo VI nei confronti della massoneria. In una lettera privata, scritta da un massone, amico di un noto scrittore francese, il conte Lion de Poncis, esperto in questioni massoniche, si legge questa frase : ''Con Pio X e Pio XII, noi framassoni potemmo ben poco, ma 'avec Paul VI, nous avons vençu (con Paolo VI, non abbiamo vinto, nda)''.(...)
Durante il suo viaggio in Terra Santa, nel 1964. sul monte degli Ulivi, a Gerusalemme, Paolo VI abbraccio' il patriarca ortodosso Athenagoras I, massone del 33° grado. Poi, alla vigilia della chiusura del Vaticano II, tutti e due 'si tolsero' le rispettive scomuniche, lanciate nel 1054.
Una coincidenza di vedute e' stata trovata poi tra le idee mondialiste di Paolo VI e i programmi di organizzazioni internazionali da sempre vicine agli ideali internazionalistici della massoneria : Onu e Unesco.
In questo senso e' stata letta, ad esempio, l'enciclica 'Populorum progressivo', in cui Paolo VI parla di una 'banca mondiale',dietro la quale c'e' un 'governo mondiale', che regnerebbe grazie a una 'religione sintetica e universale''.

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