Roma, scontri al corteo degli antagonisti. Bombe carta, tende a Porta Pia. «È solo l'inizio». 11 fermati
19 ottobre 2013
(LaPresse)
Roma blindata durante la nuova giornata di protesta e manifestazioni. Dopo il corteo dei Cobas di ieri, oggi è stata la volta del corteo dei movimenti per il diritto all'abitare e contro precarietà e austerity, con la partecipazione di No-Tav, centri sociali e antagonisti, che ha registrato diversi momenti di tensione, con il lancio di bombe carta, lacrimogeni, l'allestimento di barricate in alcuni punti e il danneggiamento di alcune filiali di banca.
Giunti intorno alle 18.30 a Porta Pia, i partecipanti hanno montato una sorta di tendopoli davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture per continuare la protesta anche nelle prossime ore. Oscurati i siti di ministeri, cassa depositi e prestiti e Corte dei conti, rivendicazione di Anonynous smentita da Operation Italy.
Tendopoli per assediare "i palazzi del potere"
Le tende sono state aperte in mezzo alla strada e l'intenzione dei manifestanti è «rimanere ad oltranza per assediare i palazzi del potere». Nel corso del pomeriggio sono stati diversi gli scontri che hanno visto contrapposte le Forze dell'ordine e gruppi di manifestanti incappucciati, che hanno inizato ad attaccare obiettivi sensibili, quando il grosso del corteo è giunto all'altezza della stazione Termini.
Le tende sono state aperte in mezzo alla strada e l'intenzione dei manifestanti è «rimanere ad oltranza per assediare i palazzi del potere». Nel corso del pomeriggio sono stati diversi gli scontri che hanno visto contrapposte le Forze dell'ordine e gruppi di manifestanti incappucciati, che hanno inizato ad attaccare obiettivi sensibili, quando il grosso del corteo è giunto all'altezza della stazione Termini.
Un organizzatore: «Da qui non ce ne andiamo, la protesta è solo all'inizio»
Parlando con il microfoni dal camion che apriva la manifestazione, uno degli organizzatori ha annunciato l'intenzione di non abbandonare Porta Pia: «La manifestazione è conclusa, ma noi da qui non ce ne andiamo. Abbiamo montato le tende e rimaniamo in strada sotto il ministero delle Infrastrutture». «È solo l'inizio del nostro assedio, è solo l'inizio della nostra vendetta: andremo avanti fino alla vittoria».
Parlando con il microfoni dal camion che apriva la manifestazione, uno degli organizzatori ha annunciato l'intenzione di non abbandonare Porta Pia: «La manifestazione è conclusa, ma noi da qui non ce ne andiamo. Abbiamo montato le tende e rimaniamo in strada sotto il ministero delle Infrastrutture». «È solo l'inizio del nostro assedio, è solo l'inizio della nostra vendetta: andremo avanti fino alla vittoria».
Lancio di bottiglie, lacrimogeni e bombe carta al ministero dell'Economia
Partito in ritardo, il corteo ha visto diversi momenti di forte tensione: nei pressi della sede di Casa Pound, dove gli attivisti di destra hanno fronteggiato a distanza i partecipanti senza entrare pero' in contatto, e in quello che è considerato il "punto caldo" del percorso, in via XX settembre, dove alcune decine di manifestanti con le bandiere dei No tav hanno indossato caschi e si sono coperti il volto, dando vita al lancio massiccio di bottiglie, oggetti, fumogeni e grossi petardi contro gli uomini della Guardia di finanza che proteggono il ministero dell'Economia. Il dicastero è finito in pratica sotto assedio così come la sede adiacente della Cassa depositi e prestiti. Le Forze dell'ordine hanno reagito con diverse cariche di alleggerimento e respingimenti.
Partito in ritardo, il corteo ha visto diversi momenti di forte tensione: nei pressi della sede di Casa Pound, dove gli attivisti di destra hanno fronteggiato a distanza i partecipanti senza entrare pero' in contatto, e in quello che è considerato il "punto caldo" del percorso, in via XX settembre, dove alcune decine di manifestanti con le bandiere dei No tav hanno indossato caschi e si sono coperti il volto, dando vita al lancio massiccio di bottiglie, oggetti, fumogeni e grossi petardi contro gli uomini della Guardia di finanza che proteggono il ministero dell'Economia. Il dicastero è finito in pratica sotto assedio così come la sede adiacente della Cassa depositi e prestiti. Le Forze dell'ordine hanno reagito con diverse cariche di alleggerimento e respingimenti.
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