“IL CARRO DI FUOCO” DI EZECHIELE NON ERA ALTRO CHE UN (UFO) ASTRONAVE ALIENA?!
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ADMIN
– 29 AGOSTO 2011POSTED IN: CHIESA OCCULTA, OOPARTS, UFO E ALIENI
Alcuni scrittori di ispirazione cristiana hanno avanzato l’ipotesi che gli ufo possano essere una parte delle schiere angeliche che presiedono agli aspetti fisici della creazione. Gli ufo, in alcune delle loro rappresentazioni, somigliano in modo sorprendente agli angeli.
Questa, ad esempio, è la tesi dello scrittore evangelico Billy Graham nel suo libroAngels. God’s Secret Agents (“Agenti segreti di Dio”, 1989).
Questa, ad esempio, è la tesi dello scrittore evangelico Billy Graham nel suo libroAngels. God’s Secret Agents (“Agenti segreti di Dio”, 1989).
Al contrario, lo scrittore Stuart Campbell ritiene che siano i diavoli i veri extraterrestri:
Gli angeli del diavolo chiamano oggi se stessi i visitatori dallo spazio: l’apparizione degli ufo nei nostri cieli significa che il diavolo sta intensificando la sua campagna satanica contro il bene.
Gli angeli del diavolo chiamano oggi se stessi i visitatori dallo spazio: l’apparizione degli ufo nei nostri cieli significa che il diavolo sta intensificando la sua campagna satanica contro il bene.
Quest’elenco, per quanto non esauriente, offre più di un sostegno alla tesi che gli angeli e gli alieni abbiano molte cose in comune. Questa credenza è condivisa soprattutto da coloro che credono che la terra sia stata visitata in passato più volte da viaggiatori spaziali. Lo svizzero Erich von Daniken, autore di Chariots of the Gods (in italiano “Gli extraterrestri torneranno”, 1969), sostiene che esseri alieni, provenienti da un’altra galassia, visitarono la terra circa diecimila anni fa, crearono uomini intelligenti a loro somiglianza, alterando il codice genetico delle scimmie. Vennero adorati come Dei dal genere umano per le loro immense conoscenze tecniche, delle quali resta la tradizione dei miti.
In questo filone si inserisce la setta raeliana: in particolare, si fa riferimento alla Genesi. Nei testi originali scritti in ebraico, queste sono le prime tre parole: “Bereshit bara Elohim…“. Nel quarto secolo, Gerolamo, uno dei padri della cristianità, l’ha tradotto nella Vulgata con: “In principio creavit Deus caelum ed terram...”. Elohim, parola ebraica maschile plurale, è stato tradotto con la parola latina Deus, “Dio” al singolare. Nella lingua ebraica, il singolare della parola Elohimè Eloha: la desinenza -im indica sempre un plurale. Quindi, la traduzione letterale della parola Elohim non significa Dio ma: “Quelli che sono venuti dal cielo”. In sintesi i Messaggi degli Elohim per i raeliani propongono di: demistificare le credenze, riabilitare l’essere umano attribuendogli la sua vera dimensione, decolpevolizzare la mente dell’uomo restituendogli la stima per il proprio corpo, incoraggiare l’umanità al progresso.
E questa sarebbe la sintesi della genesi: circa 25000 anni fa gli Elohim scoprirono la Terra e grazie alla loro tecnologia avanzatissima ed alla perfetta padronanza dell’ingegneria genetica e del Dna, resero abitabile questo pianeta e crearono ogni forma di vita. Terminarono la loro colossale opera creando l’uomo a propria immagine e somiglianza, come dice testualmente la Bibbia (derivante dall’epopea sumera). Per guidare l’Umanità gli Elohim inviarono Messaggeri che diedero origine a tutte le grandi religioni: Gesù, Buddha, Mosè, Maometto. Nel 1946 l’Umanità è entrata ufficialmente nell’era scientifica, l’era dell’Apocalisse (dal greco “apocalypsis”, che significa “rivelazione”) e gli Elohim hanno deciso di inviare l’ultimo dei loro Messaggeri, Rael. Rael fonda la religione raeliana per diffonderne il messaggio e per costruire un’ambasciata dove gli Elohim torneranno ufficialmente per incontrare gli esseri umani.
In questo filone si inserisce la setta raeliana: in particolare, si fa riferimento alla Genesi. Nei testi originali scritti in ebraico, queste sono le prime tre parole: “Bereshit bara Elohim…“. Nel quarto secolo, Gerolamo, uno dei padri della cristianità, l’ha tradotto nella Vulgata con: “In principio creavit Deus caelum ed terram...”. Elohim, parola ebraica maschile plurale, è stato tradotto con la parola latina Deus, “Dio” al singolare. Nella lingua ebraica, il singolare della parola Elohimè Eloha: la desinenza -im indica sempre un plurale. Quindi, la traduzione letterale della parola Elohim non significa Dio ma: “Quelli che sono venuti dal cielo”. In sintesi i Messaggi degli Elohim per i raeliani propongono di: demistificare le credenze, riabilitare l’essere umano attribuendogli la sua vera dimensione, decolpevolizzare la mente dell’uomo restituendogli la stima per il proprio corpo, incoraggiare l’umanità al progresso.
E questa sarebbe la sintesi della genesi: circa 25000 anni fa gli Elohim scoprirono la Terra e grazie alla loro tecnologia avanzatissima ed alla perfetta padronanza dell’ingegneria genetica e del Dna, resero abitabile questo pianeta e crearono ogni forma di vita. Terminarono la loro colossale opera creando l’uomo a propria immagine e somiglianza, come dice testualmente la Bibbia (derivante dall’epopea sumera). Per guidare l’Umanità gli Elohim inviarono Messaggeri che diedero origine a tutte le grandi religioni: Gesù, Buddha, Mosè, Maometto. Nel 1946 l’Umanità è entrata ufficialmente nell’era scientifica, l’era dell’Apocalisse (dal greco “apocalypsis”, che significa “rivelazione”) e gli Elohim hanno deciso di inviare l’ultimo dei loro Messaggeri, Rael. Rael fonda la religione raeliana per diffonderne il messaggio e per costruire un’ambasciata dove gli Elohim torneranno ufficialmente per incontrare gli esseri umani.
Parlando di antichi viaggiatori dello spazio, può essere utile una rilettura della famosa visione biblica del carro di fuoco del profeta Ezechiele.
Joseph Blumrich, uno dei costruttori del vettore Saturno V, nel suo libro “E il cielo si aprì” (1973), pone degli sconvolgenti interrogativi: Ezechiele vide in realtà una nave spaziale i cui occupanti gli impartirono direttive divine? Il carro di Dio, descritto dal profeta, non era forse un’astronave extraterrestre?
Ezechiele (600 a.C.) assistette alla distruzione del regno di Salomone da parte degli Egiziani e Babilonesi. Fatto prigioniero fu deportato dai Babilonesi a Chebar accanto all’Eufrate, e in questo luogo dopo qualche anno ebbe la visione del “carro di Dio”:
Joseph Blumrich, uno dei costruttori del vettore Saturno V, nel suo libro “E il cielo si aprì” (1973), pone degli sconvolgenti interrogativi: Ezechiele vide in realtà una nave spaziale i cui occupanti gli impartirono direttive divine? Il carro di Dio, descritto dal profeta, non era forse un’astronave extraterrestre?
Ezechiele (600 a.C.) assistette alla distruzione del regno di Salomone da parte degli Egiziani e Babilonesi. Fatto prigioniero fu deportato dai Babilonesi a Chebar accanto all’Eufrate, e in questo luogo dopo qualche anno ebbe la visione del “carro di Dio”:
“Ecco cosa vidi: io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente (l’elettro è una lega color oro: il profeta osserva un corpo in cielo che gode di luce propria, che emette una luce dorata). Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana (Il profeta non li definisce umani, ma simili. Li definiremmo oggi, dunque, umanoidi) e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali (Quattro facce, e non quattro teste: come le quattro facce di un casco da astronauta? Le ali vengono meglio spiegate dopo). Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come lucido bronzo (La parola “piedi” fa capire che erano esseri bipedi. La pianta luccicante ricorda il bronzo sconosciuto sconosciuto dagli ebrei del tempo e la rotondità delle suole). Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, e queste ali erano unite l’una all’altra (Due “ali” unite, come le bombole dell’ossigeno). Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé (come il movimento di astronauti spinti da motori a razzo). Quanto alla loro forma delle facce, ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila (“Fattezze” è traducibile anche con “occhi”. Gli occhi d’aquila sono ovali, come quelli degli alieni descritti dalle vittime di abductions). Le loro ali erano spiegate verso l’alto (difatti le bombole sono spiegate verticalmente dietro la schiena); ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che cingevano il corpo (Due coppie di ali: la prima le bombole, la seconda cinge il corpo, come fossero endoreattori). Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro (Il vento: il fuoco che esce dai propulsori a razzo e li spinge nella direzione voluta). Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che lampeggiavano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. Gli esseri andavano e venivano come un baleno (la velocità degli spostamenti). Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro. Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio (Quattro ruote, quindi oggetti discoidali. “Topazio” è traducibile anche con “anello”) e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota (struttura di un UFO?). Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno (L’enorme dimensione dei quattro dischi e gli oblò o le luci intorno ad essi). Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad uno zaffiro, disteso sopra le loro teste (Presenza di qualcosa di molto più grande, forse un’astronave madre), e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l’una di contro all’altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo. Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d’un accampamento.
Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste (rombo proveniente dall’astronave madre). Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l’elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l’aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava nella mente (il raggio che esce dall’astronave madre, che ricorda il riflesso dell’arcobaleno. Infine, sembra che gli umanoidi usino una comunicazione telepatica).” Ez 1, 3 – 28.
In confronto con il relativamente modesto numero di incontri che può essere rilevato negli scritti antichi, ai nostri giorni vi sono migliaia di convincenti e inspiegabili testimonianze di persone che tendono a dare un’impronta mistica alla loro esperienza di contatto con esseri alieni.
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