OGM. Cosa, dove e quando
“L’agricoltura industriale si è trasformata in una guerra contro gli ecosistemi; poggia sugli strumenti e sulla logica che caratterizzano il contesto bellico e ha conseguenze anch’ esse definibili come tali. Le sostanze chimiche su cui si fonda sono state in origine pensate per la guerra chimica” (Vandana Shiva, Le nuove guerre della globalizzazione).
Gli OGM sono al centro di dibattiti e discussioni ed hanno schierato in due linee contrastanti ed avverse chi è pro e chi è contro, ma al tempo stesso l’informazione a riguardo è “sapientemente” dosata in quantità omeopatiche.
Iniziamo a capire cos’è esattamente un OGM e quando sono nati. Gli OGM sono organismi, dove per organismi si intende sia piante che animali, geneticamente modificati , ovvero, organismi non umani il cui patrimonio genetico è stato modificato tramite ingegneria genetica.
Il primo OGM nacque nel 1973 dalle mani di S. N. Cohen e H. Boyer (due biologi statunitensi), ma il boom vero e proprio arrivò tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta con la rivoluzione verde. La green revolution che doveva salvare i paesi in via di sviluppo dalla fame e che al contrario li portò al crollo quasi totale distruggendo l’economia locale basata sulla biodiversità ed un sistema sociale agricolo fatto di piccole realtà e piccoli produttori, che veniva progressivamente distrutto dalle multinazionali che importavano nel subcontinente indiano e nel sud-est asiatico sementi geneticamente modificate.
L’effetto boomerang che ebbe la rivoluzione verde nei paesi in via di sviluppo e nel sud est asiatico è stato, ovviamente, calmierato in Europa dal sistema giuridico europeo a tutela di ambiente e consumatore. La normativa europea permise agli stati membri, tra cui anche l’Italia, di prendere tempo e di ritardare l’introduzione degli OGM; la direttiva in materia di coltivazioni OGM prevede che siano rese possibili solo se c’è, come condizione necessaria e sufficiente, un’adeguata distanza tra coltivazioni OGM e non, in modo che anche le coltivazioni non geneticamente modificate e/o biologiche, siano tutelate.Attualmente anche l’Italia fa riferimento alla direttiva 2001/18/CE, che, sostituendo la normativa 90/220/CEE, regola l’immissione di nuovi OGM sul territorio e quindi, sul mercato.
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