PROTESTE
Dal web alla strada: il corteo che indossa la maschera di "V per vendetta"
No Tav, attivisti contro il Muos, famiglie sfrattate. I manifestanti che sfileranno per Roma si sono incontrati online. La loro protesta, dalla Rete, si prepara a conquistare la piazza. Con lo slogan "casa e reddito per tutti". E in mano il volto di Guy Fawkes
di Carola Frediani
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È la prima manifestazione nazionale battezzata con un hashtag: #19o. La grafia della “o” di ottobre (minuscola, maiuscola, a volta diventa uno zero) è incerta ma l'indicazione è chiara: sabato 19 ottobre una serie di movimenti, comitati, gruppi territoriali, centri sociali, collettivi studenteschi, lavoratori convergeranno su Roma. Con uno slogan molto preciso: “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. A lanciare l'iniziativa infatti sono state alcune realtà che si battono per il diritto alla casa, e che difendono le famiglie sfrattate, oltre che le occupazioni di alloggi liberi e sfitti, chiedendo di portare in primo piano nell'agenda politica del Paese l'emergenza abitativa di quasi tutte le principali città italiane. Ma insieme a loro sfileranno anche No Tav, No Muos, il comitato No Expo, vari gruppi di studenti, centri sociali, sindacati di base.
Tutti organizzati in gran parte attraverso internet e i social media. Tanto che stamattina è stato pure diffusa, dalla crew Cyber Resistance del centro sociale Cantiere , una guida online ad hoc: Piccolo manuale di autodifesa digitale . Dove si spiega quali programmi e app usare sul telefonino per eliminare i volti dalle foto, o per comunicare in modo sicuro e cifrato.
Non solo: gran parte dei dimostranti e delle azioni in preparazione alla manifestazione di sabato hanno adottato il simbolo delle lotte digitali degli ultimi anni, la maschera di Guy Fawkes utilizzata da Anonymous. Che è diventata quasi la firma semi-ufficiale dei volantini, degli art-work e degli striscioni delle mobilitazioni. “Vendichiamoci dell'austerità, assediamo la città”, recitava un lenzuolo appeso da alcuni studenti della Sapienza di Roma, dopo aver occupato uno spazio dell'università qualche giorno fa. Accanto, il disegno della faccia sorniona che rappresenta gli hacktivisti (hacker e attivisti) internazionali. Anche il riferimento alla vendetta proviene ovviamente da quell'immaginario (V per vendetta è il titolo dello stesso film, a sua volta derivato dalla graphic novel di Alan Moore e David Lloyd, che ha reso popolare la maschera).
Lo stesso hanno fatto, pochi giorni fa, i membri del Comitato Antisfratto di Cremona, occupando una palazzina di alloggi sfitti di proprietà del comune. “Contro la crisi e l'austerità assediamoli”, proclamava il viso di Guy Fawkes dalle finestre dell'edificio. Mentre il 9 ottobre l'ufficio assistenza clienti delle Ferrovie dello Stato della stazione di Bologna veniva occupato per un'ora da un centinaio di attivisti – collettivi studenteschi e universitari, laboratorio Crash! - che chiedevano la possibilità di usufruire di un treno a basso costo per raggiungere Roma. Anche loro, tutti con la maschera degli “anonimi”, in genere autoprodotta e non acquistata per evitare di dare soldi a Time Warner. Del resto Guy Fawkes è finito pure su un treno , ridipinto da alcuni writer proprio in vista della manifestazione del 19.
E ancora: a Milano il comitato abitanti di San Siro, ribattezzato V per Vendetta, pochi giorni fa percorreva le strade del noto quartiere popolare firmando con una V gli appartamenti vuoti, e protestando contro la gestione di Aler, l'azienda che in Lombardia si occupa di case popolari e che denuncia un rosso da 207 milioni di euro .
«L'uso della maschera di Anon prelude a un mutamento nel discorso: non si parla più di corruzione dentro al sistema, delle solite mele marce, ma di corruzione del sistema, della corruzione cioè insita nelle istituzioni neoliberiste che hanno portato a un impoverimento diffuso», commenta Fulvio Massarelli, redattore del sito Infoaut.org e tra i coordinatori della parte mediatica delle manifestazioni. «Per cui la miseria che c'è adesso ha a che fare con quell'un per cento che ha precise responsabilità». Non c'è un'organizzazione precisa e formale delle manifestazioni e dei volantini: ma certo i militanti oggi più che mai sono calati nella rete, dove hanno un continuo scambio di informazioni e idee. E dove escono anche più facilmente dalla tradizionale “solitudine” dell'attivista, chiuso all'interno della sua bolla di simili.
In quanto alla diffusione della simbologia di Anonymous per le strade, si tratta di un fenomeno che non è del tutto inedito. Si era già visto con il movimento americano di Occupy Wall Street. E sta prendendo piede anche in altri Paesi. «In Gran Bretagna è proprio lo stesso movimento di “anonimi” che in parte si è mescolato e trasformato in gruppi di protesta che stanno sul territorio», commenta all'Espresso uno dei membri più anziani di Anonymous UK, intervistato sulla chat del loro sito di riferimento Anonuk.anonsource.org
E proprio come la rete di hacktivisti, i movimenti che si sono dati appuntamento a Roma sono decisi a uscire ognuno dal proprio recinto. «La manifestazione nasce sul diritto all'abitare ma è stata poi estesa a tutti i movimenti di lotta sul territorio», spiega Alessio Marziano, del movimento No Muos che in Sicilia si batte contro la costruzione di una stazione di terra del “Mobile user objective system” (Muos), un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. «Perché la condizione di chi protesta per la casa, o per gli affitti costosi, o il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente è la stessa». Dalla Sicilia partiranno diversi pullman, in particolare da Niscemi, Messina, Palermo, Catania. «Purtroppo la decisione di Trenitalia di rompere la trattativa nazionale per avere sconti sui treni per la manifestazione ha complicato un po' l'organizzazione, per cui partiranno meno persone», spiega ancora Marziano.
Sul 19 ottobre non sono mancati gli allarmi per la sicurezza. In realtà le giornate di manifestazione sono due. Venerdì c'è lo sciopero dei sindacati di base: fra i 30.000 e i 50.000 i potenziali partecipanti al corteo, che andrà da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni, con tanto di campeggio autorizzato nella piazza (slogan dei manifesti: Yes We Camp). Ma l'attenzione è rivolta soprattutto al corteo di sabato 19 – che partirà alle 14 da piazza di Porta San Giovanni e arriverà al piazzale di Porta Pia. C'è chi paventa un nuovo 15 ottobre, ricordando la giornata di duri scontri di due anni fa che ebbe come sfondo proprio San Giovanni. C'è chi parla di infiltrati. Qualcuno tira in ballo i No Tav e i centri sociali.
«Purtroppo ormai il termine No Tav ha sostituito Black Bloc e No Global, viene tirato fuori dai media come uno spauracchio», commenta all'Espresso Lele Rizzo, attivista No Tav e del centro sociale Askatasuna. «Tanto per cominciare va chiarito che non si tratta di una manifestazione No Tav, non l'abbiamo organizzata noi, anche se certo ci saremo. L'obiettivo è di mettere l'accento su come vengono spesi i soldi pubblici, a partire dal ministero delle Infrastrutture. Parliamo di assedio ma ci riferiamo chiaramente ai palazzi del potere, non ad altri soggetti o alla città».
Sono attese varie decine di migliaia di manifestanti. 50mila per gli organizzatori; 15-20mila per la Questura. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha mobilitato più di 4mila uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Tuttavia, al termine di una riunione del Comitato per la sicurezza, ha gettato acqua sul fuoco: «Ci aspettiamo una manifestazione dura ma pacifica».
In quanto alle mobilitazioni online è possibile che Anonymous Italia, che ha appoggiato e promosso sui social network la manifestazione di sabato, si faccia sentire, anche se preferisce non sbilanciarsi per ora. Nel frattempo però si è fatto sentire qualcun altro: il sito della Lega Nord Piemonte è stato “defacciato” da alcuni hacker in polemica con la manifestazione organizzata dal partito di Maroni a Torino contro l'immigrazione, pochi giorni dopo la tragedia di Lampedusa. «Ci fa piacere tuttavia constatare la vostra solitudine, che sia arrivato per voi finalmente il capolinea», scrive il comunicato (che aveva anche una versione audio) sostituito alla home originaria del sito e firmato: Kora e gli altri Shinigami del Mare (lo shinigami è la personificazione della morte nella mitologia giapponese). «Questo messaggio vi è stato recapitato affinché le anime vaganti del Mediterraneo possano distaccarsi da questa Terra e vivere in paradiso senza rimpianti».
Tutti organizzati in gran parte attraverso internet e i social media. Tanto che stamattina è stato pure diffusa, dalla crew Cyber Resistance del centro sociale Cantiere , una guida online ad hoc: Piccolo manuale di autodifesa digitale . Dove si spiega quali programmi e app usare sul telefonino per eliminare i volti dalle foto, o per comunicare in modo sicuro e cifrato.
Non solo: gran parte dei dimostranti e delle azioni in preparazione alla manifestazione di sabato hanno adottato il simbolo delle lotte digitali degli ultimi anni, la maschera di Guy Fawkes utilizzata da Anonymous. Che è diventata quasi la firma semi-ufficiale dei volantini, degli art-work e degli striscioni delle mobilitazioni. “Vendichiamoci dell'austerità, assediamo la città”, recitava un lenzuolo appeso da alcuni studenti della Sapienza di Roma, dopo aver occupato uno spazio dell'università qualche giorno fa. Accanto, il disegno della faccia sorniona che rappresenta gli hacktivisti (hacker e attivisti) internazionali. Anche il riferimento alla vendetta proviene ovviamente da quell'immaginario (V per vendetta è il titolo dello stesso film, a sua volta derivato dalla graphic novel di Alan Moore e David Lloyd, che ha reso popolare la maschera).
Lo stesso hanno fatto, pochi giorni fa, i membri del Comitato Antisfratto di Cremona, occupando una palazzina di alloggi sfitti di proprietà del comune. “Contro la crisi e l'austerità assediamoli”, proclamava il viso di Guy Fawkes dalle finestre dell'edificio. Mentre il 9 ottobre l'ufficio assistenza clienti delle Ferrovie dello Stato della stazione di Bologna veniva occupato per un'ora da un centinaio di attivisti – collettivi studenteschi e universitari, laboratorio Crash! - che chiedevano la possibilità di usufruire di un treno a basso costo per raggiungere Roma. Anche loro, tutti con la maschera degli “anonimi”, in genere autoprodotta e non acquistata per evitare di dare soldi a Time Warner. Del resto Guy Fawkes è finito pure su un treno , ridipinto da alcuni writer proprio in vista della manifestazione del 19.
E ancora: a Milano il comitato abitanti di San Siro, ribattezzato V per Vendetta, pochi giorni fa percorreva le strade del noto quartiere popolare firmando con una V gli appartamenti vuoti, e protestando contro la gestione di Aler, l'azienda che in Lombardia si occupa di case popolari e che denuncia un rosso da 207 milioni di euro .
«L'uso della maschera di Anon prelude a un mutamento nel discorso: non si parla più di corruzione dentro al sistema, delle solite mele marce, ma di corruzione del sistema, della corruzione cioè insita nelle istituzioni neoliberiste che hanno portato a un impoverimento diffuso», commenta Fulvio Massarelli, redattore del sito Infoaut.org e tra i coordinatori della parte mediatica delle manifestazioni. «Per cui la miseria che c'è adesso ha a che fare con quell'un per cento che ha precise responsabilità». Non c'è un'organizzazione precisa e formale delle manifestazioni e dei volantini: ma certo i militanti oggi più che mai sono calati nella rete, dove hanno un continuo scambio di informazioni e idee. E dove escono anche più facilmente dalla tradizionale “solitudine” dell'attivista, chiuso all'interno della sua bolla di simili.
In quanto alla diffusione della simbologia di Anonymous per le strade, si tratta di un fenomeno che non è del tutto inedito. Si era già visto con il movimento americano di Occupy Wall Street. E sta prendendo piede anche in altri Paesi. «In Gran Bretagna è proprio lo stesso movimento di “anonimi” che in parte si è mescolato e trasformato in gruppi di protesta che stanno sul territorio», commenta all'Espresso uno dei membri più anziani di Anonymous UK, intervistato sulla chat del loro sito di riferimento Anonuk.anonsource.org
E proprio come la rete di hacktivisti, i movimenti che si sono dati appuntamento a Roma sono decisi a uscire ognuno dal proprio recinto. «La manifestazione nasce sul diritto all'abitare ma è stata poi estesa a tutti i movimenti di lotta sul territorio», spiega Alessio Marziano, del movimento No Muos che in Sicilia si batte contro la costruzione di una stazione di terra del “Mobile user objective system” (Muos), un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. «Perché la condizione di chi protesta per la casa, o per gli affitti costosi, o il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente è la stessa». Dalla Sicilia partiranno diversi pullman, in particolare da Niscemi, Messina, Palermo, Catania. «Purtroppo la decisione di Trenitalia di rompere la trattativa nazionale per avere sconti sui treni per la manifestazione ha complicato un po' l'organizzazione, per cui partiranno meno persone», spiega ancora Marziano.
Sul 19 ottobre non sono mancati gli allarmi per la sicurezza. In realtà le giornate di manifestazione sono due. Venerdì c'è lo sciopero dei sindacati di base: fra i 30.000 e i 50.000 i potenziali partecipanti al corteo, che andrà da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni, con tanto di campeggio autorizzato nella piazza (slogan dei manifesti: Yes We Camp). Ma l'attenzione è rivolta soprattutto al corteo di sabato 19 – che partirà alle 14 da piazza di Porta San Giovanni e arriverà al piazzale di Porta Pia. C'è chi paventa un nuovo 15 ottobre, ricordando la giornata di duri scontri di due anni fa che ebbe come sfondo proprio San Giovanni. C'è chi parla di infiltrati. Qualcuno tira in ballo i No Tav e i centri sociali.
«Purtroppo ormai il termine No Tav ha sostituito Black Bloc e No Global, viene tirato fuori dai media come uno spauracchio», commenta all'Espresso Lele Rizzo, attivista No Tav e del centro sociale Askatasuna. «Tanto per cominciare va chiarito che non si tratta di una manifestazione No Tav, non l'abbiamo organizzata noi, anche se certo ci saremo. L'obiettivo è di mettere l'accento su come vengono spesi i soldi pubblici, a partire dal ministero delle Infrastrutture. Parliamo di assedio ma ci riferiamo chiaramente ai palazzi del potere, non ad altri soggetti o alla città».
Sono attese varie decine di migliaia di manifestanti. 50mila per gli organizzatori; 15-20mila per la Questura. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha mobilitato più di 4mila uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Tuttavia, al termine di una riunione del Comitato per la sicurezza, ha gettato acqua sul fuoco: «Ci aspettiamo una manifestazione dura ma pacifica».
In quanto alle mobilitazioni online è possibile che Anonymous Italia, che ha appoggiato e promosso sui social network la manifestazione di sabato, si faccia sentire, anche se preferisce non sbilanciarsi per ora. Nel frattempo però si è fatto sentire qualcun altro: il sito della Lega Nord Piemonte è stato “defacciato” da alcuni hacker in polemica con la manifestazione organizzata dal partito di Maroni a Torino contro l'immigrazione, pochi giorni dopo la tragedia di Lampedusa. «Ci fa piacere tuttavia constatare la vostra solitudine, che sia arrivato per voi finalmente il capolinea», scrive il comunicato (che aveva anche una versione audio) sostituito alla home originaria del sito e firmato: Kora e gli altri Shinigami del Mare (lo shinigami è la personificazione della morte nella mitologia giapponese). «Questo messaggio vi è stato recapitato affinché le anime vaganti del Mediterraneo possano distaccarsi da questa Terra e vivere in paradiso senza rimpianti».
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