venerdì 10 gennaio 2014

CHEMIOTERAPIA

Già da tempo si conoscono gli effetti collaterali della , il rimane ancora la seconda causa di morte nei paesi sviluppati, eppure la medicina ufficiale sembra ancora molto lontana dall’accettare e comprendere questa verità.
Assistiamo quotidianamente a colossali fallimenti nei tradizionali trattamenti di chemioterapia e radioterapia e il cancro rimane ancora un insormontabile nemico incompreso.
L’Organizzazione Mondiale della  ha classificato la chemioterapia come agente cancerogeno, in quanto proprio il trattamento standard, che dovrebbe distruggere le cellule tumorali, in realtà ha effetti collaterali dannosi poiché si basa ancora su agenti genotossici.
La chemioterapia distrugge il DNA di tutte le cellule che si dividono velocemente. Le cellule cancerogene si dividono rapidamente, ma anche le cellule del sistema immunitario si dividono rapidamente. Ne consegue quindi che la chemioterapia distrugge anche l’unica cosa che può salvarci la vita.
Il farmaco denominato tamoxifene, per esempio, viene utilizzato in prima linea per il trattamento di alcuni tipi di cancro al seno, ma la sua somministrazione provoca anche il cancro all’endometrio e al fegato. Il farmaco, associato alla chemioterapia, rappresenta inoltre un problema per la resistenza dei batteri patogeni agli antibiotici. Ne vale quindi davvero la pena?
Una statistica condotta dall’ in associazione con l’American Cancer Society, ha quantificato che il beneficio della chemioterapia equivale appena al 2,2% e i rischi sono di gran lunga maggiori rispetto ai reali benefici.
Inoltre, la chemioterapia non distruggerà mai il 100% delle cellule cancerogene, ma nella migliore delle ipotesi, potrà eliminarne dal 60 all’80%, il restante lavoro spetterà comunque al nostro sistema immunitario.
Perché per così tanto tempo è stato permesso di curare i malati di cancro con la chemioterapia senza cercare o applicare altre soluzioni? Forse sono troppi gli interessi delle case farmaceutiche, dato che al Sistema Sanitario Nazionale un trattamento chemioterapico costa anche mille euro al giorno? Oppure siamo solo cavie umane di laboratorio dove il rispetto e l’interesse della persona non hanno più alcun significato?
Anche la radioterapia, come la chemioterapia ha gravi effetti, soprattutto nel trattamento del cancro al seno, in quanto un seno sottoposto a radiazioni ha più probabilità di sviluppare cancro ai polmoni. E’ stato dimostrato che la radioterapia aumenta fino a 30 volte la sopravvivenza, ma anche la capacità di auto-rinnovo delle cellule del carcinoma mammario, in quanto, mentre inizialmente la radioterapia può far regredire il , in realtà poi una sottopopolazione di cellule resistenti alle radiazioni diventa aggressiva e provoca maggiore malignità. Così succede anche per la chemioterapia o per le radiazioni a basso dosaggio, utilizzate per diagnosticare tumori al seno (mammografie), con molta probabilità potrebbero essere proprio questi esami di “controllo” a causare lo sviluppo dei tumori.
Il cancro non è un processo che avviene a caso, ma è un programma di sopravvivenza, nel quale la cellula tumorale è in grado, grazie alla sua sopravvivenza evolutiva e genetica, di sopravvivere a condizioni difficili come l’esposizione ad agenti chimici, la scarsità di ossigeno, la maggiore disponibilità di zuccheri e il ph acido. La somministrazione di agenti chemioterapici tossici può uccidere la cellula più debole e creare le condizioni affinché possano evolversi le cellule tumorali maligne. Non è la forma “aggressiva” del cancro a provocare la morte dei pazienti, come vorrebbero farci credere, ma i trattamenti stessi.
Forse prima bisognerebbe chiedersi che cos’è il cancro.
“Le nuove scoperte della  stabiliscono che siamo sì costituiti da atomi e molecole, ma questi atomi e molecole sono la manifestazione di una determinata frequenza di energia e il cancro non è altro che un’alterazione delle frequenze del nostro corpo a causa di un errore di informazione delle nostre cellule, che le porta ad ammalarsi. Se guardiamo l’uomo come a un campo energetico possiamo comprendere meglio che per guardare dobbiamo ripristinare i corretti flussi energetici del nostro corpo, in modo tale che le cellule malate riacquistino le giuste informazioni e riprendano le corrette funzioni”. Questo è ciò che ha dichiarato il Professor Giuseppe Genovesi, presidente del PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) e ricercatore universitario del Policlinico Umberto I di Roma.
Anche lo scienziato americano Bruce Lipton, autore del libro “La Biologia delle Credenze”, spiega che non sono i geni a farci ammalare, ma il modo in cui il nostro corpo interpreta gli stimoli ambientali. La nostra mente inconscia elabora ogni secondo oltre 4 miliardi di informazioni e risponde ad esse in base a come è stata programmata. E’ proprio la nostra mente inconscia che controlla il 95% delle nostre funzioni. Regola la respirazione, la digestione, il battito cardiaco, la pressione arteriosa, legge le informazioni dell’ambiente e attua i relativi meccanismi di risposta. E’ lei che sa quali “frequenze” sono giuste per noi. Da qui possiamo capire quanto sia di vitale importanza imparare a comunicare con la mente inconscia, se vogliamo prendere piena consapevolezza della nostra vita. E’ solo così che possiamo determinare autonomamente se i flussi di energia nel nostro corpo sono corretti o scorretti. Le cellule “impazzite” del cancro non sono altro che cellule che hanno ricevuto frequenze sbagliate, dobbiamo ridare loro le giuste informazioni, affinché possano riappropriarsi delle loro funzioni. Come fare? Quali sono le risorse alle quali dobbiamo attingere per ripristinare le giuste frequenze del nostro corpo? Le soluzioni le possiamo trovare nei tre differenti “livelli” che caratterizzano l’essere umano: mente, corpo e spirito.

Fonti

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