venerdì 10 gennaio 2014

BASTA VIVISEZIONE DA SUBITO SONO CRIMINI CONTRO LA VITA


Carne umana in stampanti 3D potrebbe sostituire la sperimentazione animale
Ogni anno 100 milioni di animali vengono uccisi nei laboratori e nelle aule negli Stati Uniti (e non solo), topi, ratti e conigli, necessari in parte per sviluppare le prime fasi di nuovi vaccini e farmaci, che potrebbero in seguito andare a trattare malattie umane.
E'una dura realtà per gli animali coinvolti, ma che potrebbe essere destinata a cambiare.

Bio-ink e tessuti umani in stampanti 3D sono in sviluppo da ormai un paio d'anni.
In futuro, potrebbero essere utilizzati per la stampa di organi viventi per chi ne ha bisogno.
Grandi stampanti 3D potrebbero un giorno sostituire trapianti di ossa, articolazioni, tessuti, organi e pelle sui feriti.
E mentre per quel giorno ci vorranno ancora un paio di anni, stampanti 3D del tessuto umano potrebbe presto iniziare a salvare milioni di vite - quelli dei topi di laboratorio umili.

Con stampanti 3D di tessuti umani per uso in sperimentazioni di farmaci, potremmo eliminare non solo la necessità dei test sugli animali, ma raccogliere dati scientifici meglio di qualsiasi topo potrebbe mai offrire.
Tessuti stampati 3D potrebbero permettere agli scienziati la possibilità di testare i loro farmaci sui reali sistemi umani , senza possibilità di perdita della vita.
Entro cinque anni, i tessuti stampati in 3D potrebbero effettivamente essere utilizzati per testare come un particolare paziente potrebbe reagire a un vaccino, eliminando complicazioni da effetti collaterali rari.
http://www.dvice.com/2013-11-12/3d-printed-human-flesh-could-replace-animal-testing

Video del papà che fa una mano artificiale al figlio con la stampante 3d al costo di 5 dollari
http://www.stamparein3d.it/category/medicina/

Focus : le 5 parti del corpo che possono essere stampate in 3D
http://www.stamparein3d.it/focus-le-5-parti-del-corpo-che-possono-essere-stampate-in-3d/

3D-stampati cellule umane potrebbe essere la fine della sperimentazione animale
Topi di laboratorio in tutto il mondo, rallegratevi: il bioingegnere Alan Faulkner-Jones, uno studente di dottorato presso la Heriot Watt University , ritiene che il 3D-stampa del tessuto umano può significare la fine della sperimentazione animale .
Non solo la sperimentazione animale non è buona per gli animali coinvolti ma è una scienza imperfetta: farmaci che funzionano sui topi e conigli potrebbero non funzionare sugli esseri umani, e anche se lo facessero, sulle persone potrebbero verificarsi effetti collaterali che in fase di test non sono stati presenti.
Faulkner-Jones e i suoi colleghi utilizzano una stampante MakerBot per produrre piccole quantità di tessuti umani, che possono simulare i farmaci che possono avere effetti sulle persone reali.
Penso che per i micro-tessuti ci vogliano ancora 5 anni, se continuiamo così al ritmo che ci troviamo ora, Faulkner-Jones ha dichiarato.
«Si potrebbe anche provare le droghe personalizzate.
Quindi sarebbero in grado di utilizzare le cellule della persona che è malata e creare specifici micro-tessuti che replicare la loro risposta, piuttosto che la risposta di un uomo generico ".

Stampanti 3D, ecco la fabbrica degli organi umani
Il campus della Washington State University sembra un'università come tante altre: viali alberati, laboratori e scienziati sulle panchine in pausa pranzo.In realtà all'ombra delle luci in pixel emesse da monitor con straordinaria potenza di calcolo si nasconde un grande segreto: nei corridoi della scuola di specializzazione Mechanical and Materials Engineering si sta progettando l'ultimo scatto dell'evoluzione.

Tessuto umano, innesti di ossa e addirittura organi artificiali prodotti in futuro da stampanti in 3D. L'ultimo sviluppo della medicina rigenerativa vede un team di scienziati impegnati a realizzare parti del corpo in laboratorio elaborando elementi chimici e biologici da far incontrare come in nuovo esplosivo Big Bang a misura d'uomo. Alla base degli studi che potrebbero rivoluzionare la scienza medica c'è il nuovo prodigio della tecnologia, la stampante in grado di creare oggetti, in uso da tempo negli studi di architettura per riprodurre modellini, che ha recentemente conquistato nuova vita .

E' stata usata recentemente per creare la prima pistola fatta in casa, ma anche per stampare cioccolato. Plastica o polveri di cibo al posto dell'inchiostro, ma a Washington c'è un nuovo modo di pensare il futuro, utilizzando le stampanti 3D come macchine in grado di riprodurre parti del corpo umano. L'Uomo bicentenario di Isaac Asimov non è ancora tra noi, ma lo sviluppo delle bio-stampanti può riservarci grandi sorprese. Anche il presidente degli Usa Barack Obama nel suo ultimo Discorso sullo Stato dell'Unione ha elogiato la stampa 3D «che ha il potenziale per rivoluzionare il nostro modo di fare quasi tutto». Obama ha citato il primo laboratorio di produzione innovativa a Youngstown, Ohio e chiesto aiuto al Congresso per realizzare un network di aziende per favorire la «rivoluzione nella produzione made in Usa».

LA PROCEDURA
I professori Susmita Bose e Amit Bandyopadhyay dell'università di Washington studiano la possibilità di produrre tessuti, vasi sanguigni e condutture nervose attraverso lo sviluppo dell'ingegneria molecolare. Si parte, come nei progetti sviluppati per le stampanti 3D tradizionali, da un disegno tridimensionale della parte interessata. In particolare la dottoressa Bose racconta che alla base dell'ingegneria di tessuti c'è biofisica, biologia cellulare e la sofisticata tecnologia delle bio-stampanti.

Nel bio-ink (bionchiostro) ci sono gocce composte da decine di migliaia di cellule umane: si tratta di cellule del paziente che vengono usate per creare i nuovi tessuti, cosa che dovrebbe evitare il problema del rigetto immunitario. Il collega Bandyopadhyay racconta di file generati da una risonanza magnetica che ha ricevuto da un neurochirurgo in India. Attraverso l'uso di quei file è stata stampata una placca di titanio, una sezione di cranio riprodotta per un paziente che aveva avuto un incidente automobilistico. Il team a Washington è impegnato in modo particolare sulla possibilità di usare la stampante in 3D per correggere difetti delle ossa.

Inchiostri a base di cellule, tessuti progettati al computer e poi "stampati" è questo il futuro della medicina? Vladimir Mironov direttore del MUSC Bioprinting Center dell'università del South Carolina pubblica online un manuale dal titolo curioso che rende bene l'idea: come stampare gli organi. A realizzare le prime bio-stampanti 3D sono state due società, la californiana Organovo e l'australiana Invetech. Il professor Gabor Forgacs, dell'Università del dipartimento di Fisica Biologica del Missouri-Columbia, dal 2009 attraverso la nascita della Organovo sta studiando le applicazioni della stampa in 3D nella medicina rigenerativa. Il 22 aprile ha annunciato la creazione, anzi la stampa, di tessuto epatico.

ALL’INIZIO FU IL LOBO
Alla Cornell University, nello stato di New York, il dottor Lawrence Bonassar del Dipartimento di Ingegneria Biomedica ha utilizzato una stampante 3D per creare il lobo di un orecchio. Il primo passo è stato la scansione della testa del paziente al fine di creare un modello computerizzato. La Wake Forest Institute for Regenerative Medicine in California è stata la prima a trapiantare vesciche prodotte in laboratorio. Ora sono impegnati a generare tessuti con stampanti in 3D da trapiantare su persone ustionate. Il direttore dell'istituto, il chirurgo Anthony Atala, ha mostrato in un video un esperimento in fase iniziale: una stampante 3D che stampa un rene. Secondo Gordon Wallace, direttore del Centro di scienze degli elettromateriali dell'Università di Wollongong in Australia «entro il 2025, sarà possibile fabbricare articolazioni, ossa e anche organi». Digitali già lo siamo, saremo tutti un giorno un po' cyborg?
http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/hitech/stampante_3d_organi_tessuti_umani_medicina_trapianti/notizie/296982.shtml

''Sperimentazione animale'': dentro al laboratorio
https://www.youtube.com/watch?v=plU0FMP2HDk

Novonordisk: quanta difficoltà per sostituire gli animali
L'azienda farmaceutica Novonordisk dal 27/11/2011 ha detto no ai test su animali per il controllo qualità dei farmaci: il video vuole mostrare solo alcune delle notevoli difficoltà a cui può andare incontro un'azienda farmaceutica che decida di apportare un cambiamento nei protocolli di ricerca (in questo caso sostituire i test in vivo con quelli su cellule solo per il controllo di qualità dei farmaci). Peccato che utilizzino cellule animali, se utilizzassero quelle umane, già disponibili, oltre ad un miglioramento dal punto di vista etico, si potrebbe rendere i test più affidabili e precisi dal punto di vista scientifico. La transizione da sperimentazione in vivo a sperimentazione in vitro (e solo per i controlli di qualità) ha richiesto all'azienda la modifica di migliaia di fascicoli di registrazione per soddisfare le richieste delle autorità sanitarie di tutto il mondo. Le difficoltà burocratiche da superare per poter usufruire di una tecnica sostitutiva, seppure già ampiamente riconosciuta, possono essere enormi.
https://www.youtube.com/watch?v=cmwlx3SbBTM
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