sabato 2 novembre 2013

USA

 “Perché avete ucciso la nonna?”
La protesta di Nabila contro i droni Usa

- Nabila stava raccogliendo la verdura nell’orto con la nonna, quando ha visto il cielo illuminarsi, e “le luci colpire la nonna”. Ha notato di avere del sangue su una mano, ha cercato di asciugarlo con lo scialle ma continuava a scorrere. Poi si è guardata intorno e si è accorta che la nonna giaceva al suolo senza vita. Questa bambina pachistana di 9 anni proveniente dalla provincia del Waziristan del Nord, vicino al confine afghano, è stata a Washington nei giorni scorsi. E’ arrivata con una domanda per il governo americano: ”Che cosa ha fatto di male mia nonna?”. Mentre i funzionari dell’amministrazione Usa considerano il programma dei droni un successo (proprio ieri sarebbe stato ucciso il capo dei talebani pachistani Hakimullah Mehsud, proprio nel Waziristan del Nord), la storia di Nabila Rahman viene citata in un nuovo rapporto (http://www.amnesty.org/en/news/usa-...Visualizza altro
# - “Perché avete ucciso la nonna?” La protesta di Nabila contro i droni Usa - Nabila stava raccogliendo la verdura nell’orto con la nonna, quando ha visto il cielo illuminarsi, e “le luci colpire la nonna”. Ha notato di avere del sangue su una mano, ha cercato di asciugarlo con lo scialle ma continuava a scorrere. Poi si è guardata intorno e si è accorta che la nonna giaceva al suolo senza vita. Questa bambina pachistana di 9 anni proveniente dalla provincia del Waziristan del Nord, vicino al confine afghano, è stata a Washington nei giorni scorsi. E’ arrivata con una domanda per il governo americano: ”Che cosa ha fatto di male mia nonna?”. Mentre i funzionari dell’amministrazione Usa considerano il programma dei droni un successo (proprio ieri sarebbe stato ucciso il capo dei talebani pachistani Hakimullah Mehsud, proprio nel Waziristan del Nord), la storia di Nabila Rahman viene citata in un nuovo rapporto (http://www.amnesty.org/en/news/usa-must-be-held-account-drone-killings-pakistan-2013-10-22) di Amnesty International che accusa gli Stati Uniti di uccisioni di civili che “potrebbero costituire crimini di guerra”. Insieme al fratello di 13 anni, che fu ferito alla gamba, e al padre, Nabila è anche la protagonista di un documentario americano critico nei confronti dei droni: “Unmanned. America’s Drone Wars”(http://unmanned.warcosts.com/) Da un recente sondaggio condotto sull’opinione pubblica di vari Paesi occidentali, emerge che le donne più degli uomini (http://27esimaora.corriere.it/articolo/gli-aerei-senza-pilota-le-donne-sono-le-piu-critiche/) si oppongono all’uso degli aerei senza pilota. La famiglia di Nabila dice di essere rimasta sorpresa da come i media occidentali hanno riportato l’attentato dell’ottobre 2012, scrivendo che i missili avevano colpito una casa o un’auto uccidendo diversi miliziani, mentre sarebbero invece finiti in un campo: quello in cui la nonna e i nipoti raccoglievano la verdura. “Crediamo che ci siano modi migliori per ottenere la pace – dice il padre, Rafiq Rehman – attraverso i negoziati piuttosto che con i droni” (il dialogo con i talebani è la strategia annunciata dal premier Nawaz Sharif). Ma le due strategie sembra stiano continuando parallelamente l’una all’altra in Pakistan. In ogni caso, guardare in faccia Nabila e la sua famiglia ci ricorda che in questa guerra le vittime collaterali non sono soltanto dei numeri. - da http://27esimaora.corriere.it -
Pubblicato da alle

Nessun commento:

Posta un commento

Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)