Spariti i superstiti di Lampedusa accolti dal sindaco
Gli 89 rifugiati eritrei hanno lasciato il centro di accoglienza che li ospitava facendo perdere le loro tracce
(Ansa)
ROMA - Fuggiti. Se ne sono andati tutti gli 8 9 immigrati eritrei superstiti del tragico sbarco a Lampedusa del 3 ottobre scorso che - soltanto una settimana fa - erano stati accolti nella Capitale e ospitati in una struttura. La notizia è stata confermata martedì 18 dall’assessorato al Sostegno Sociale e Sussidiarietà di Roma Capitale: i rifugiati (in attesa di riconoscimento dello status) hanno lasciato la casa dell’istituto «Teresa Gerini» dei Salesiani, dove dormivano, e si sono allontanati facendo perdere le proprie tracce. Erano stati accolti tutti insieme nella stessa struttura, «perché la tragedia li aveva uniti». E tutti insieme devono aver pensato di continuare il loro viaggio su altre strade.
Da Lampedusa all’Europa
JEANS E BUSTE DIMPLASTICA - Lo scorso 12 novembreera stato lo stesso sindaco di Roma, Ignazio Marino, ad accoglierli al loro sbarco da un boeing 737 delle compagnia Mistral Air, proveniente da Lampedusa e atterrato all’aeroporto di Fiumicino poco dopo le 13. Ora l’assessorato al Sostegno Sociale e Sussidiarietà minimizza: «Hanno deciso di lasciare il centro di accoglienza». I migranti - come altre 64 persone tutti sopravvissuti al naufragio del barcone a Lampedusa, nel quale avevano perso la vita 366 persone - si sono allontanati con le loro poche cose: jeans, scarpe da ginnastica, felpe e buste di plastica da supermercato piene degli effetti personali raccolti a Lampedusa.
Un rifugiato con la lettera di benvenuto (LaPresse)SCHEDA TELEFONICA IN TASCA - Erano 88 uomini e una donna, in tasca avevano una lettera di benvenuto, una scheda telefonica internazionale, una cartina della città, un kit di prima accoglienza (shampoo, sapone e asciugamano) e 35 euro al giorno di diaria. Un pacchetto della durata di sei mesi assicurato dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) del Ministero degli Interni, con il contributo dello stesso Comune di Roma per una quota pari al 20 per cento (7 euro). Per loro si era mossa anche la comunità ebraica che tramite il presidente Riccardo Pacifici aveva assicurato aiuto e la disponibilità a offrire lavoro.
Marino incontra i superstiti«NON SAPPIAMO IL MOTIVO» - «Confermo che se ne sono andati via tutti o quasi tutti», ammette un portavoce dell’assessorato competente. «Tra domenica e lunedì, in varie tranche hanno abbandonato il centro in cui li avevamo ospitati. Non sappiamo il motivo, anche perché avevamo offerto loro la migliore accoglienza possibile. Può essere che molti di loro volessero raggiungere il Nord Europa, magari dove già hanno parenti, e muovendosi per lo più in gruppo questo spiegherebbe la partenza in massa». I profughi eritrei, infatti, «sono liberi di andarsene dal centro di accoglienza e, quando otterranno lo status di rifugiati politici, saranno liberi di andarsene anche dall’Italia».
NESSUN PREAVVISO - «Non hanno dato preavviso, né del resto erano tenuti a darlo. Nel centro erano ospiti, non prigionieri, liberi di andarsene quando volevano». L’improvvisa fuga non cambia i programmi delle istituzioni: «I loro posti verranno dati ad altri richiedenti asilo, perché vogliamo proseguire nella politica di accoglienza in discontinuità col passato». Quanto al conto dedicato che era stato attivato, spiegano dal Comune, «Verrà destinato ad altri rifugiati, ma essendo appena successo sono solo ipotesi, vedremo nell’immediato futuro».
19 novembre 2013
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Tommaso Canetta e Pietro Pruneddu
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