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Crisi? Ma se i bar sono pieni di gente che beve il cappuccino.

AuthorAndrea Mavilla
CategoriesPolitica comica
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Cari amici,
l’onorevole Micaela Biancofiore, ospite del programma “L’aria che tira”, condotto su La7 da Myrta Merlino, risponde al problema della crisi affermando quanto segue: 
“crisi? Ma quale crisi, alle 10 del mattino, ho fatto colazione in un bar del centro di Roma, dove un cappuccino ed una brioche costano la bellezza di 5 euro, al mio fianco vedevo una folla di gente che si intratteneva nel locale invece di stare a lavorare con le maniche della camicia rimboccate“.
Gentile onorevole, non vorrei contraddire le sue parole, ma ho forti dubbi sul fatto che i 6 milioni di disoccupati Italiani, si ritrovino tutte le mattine nei bar delle principali città, consumando e degustando brioche e cappuccino.
Vede, onorevole, anziché andare nei bar… perché non va a farsi un giro nelle case delle famiglie italiane?
Parlo di quelle famiglie che un tempo erano considerate medie ma che in realtà, oggi, sono considerate povere.
Parlo di quelle famiglie che oggi non hanno cosa mettere sotto ai denti all’ora dei pasti, ritrovandosi in fila alla caritas per poter ritirare beni di prima necessità.
Parlo di quelle stesse famiglie che oggi hanno perso la speranza, la dignità, la voglia di andare avanti… ma sopratutto la voglia di VIVERE.
Parlo di quelle stesse famiglie che oggi, a causa della disoccupazione e della crisi, hanno compiuto o sono in procinto di compiere azioni di suicidio.
 
Parlo di quelle stesse famiglie che oggi sono costrette a dormire presso le proprie autovetture dato che, non avendo i soldi per sostenere il mutuo, le Istituzioni hanno deciso di lasciarle in mezzo ad una strada.
 
Parlo di quelle stesse famiglie che oggi non hanno un lavoro… (disoccupati, inoccupati, cassintegrati, esodati).
 
Parlo di 6 milioni di famiglie che oggi vivono nell’incertezza, nella paura e nella più completa solitudine. Tutto questo per colpa di uno “STATO EGOISTA” che fino ad oggi é stato capace di rubare e calpestare la loro dignità.