Caso Shalabayeva, interviene l'Onu: un prelievo straordinario
Tre esperti dell'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani di Ginevra intervengono sulla vicenda Shalabayeva spingendosi a riscontrare una similitudine con la pratica illegale delle "extraordinary rendition", avviate dopo il 2001 dagli Usa contro i presunti terroristi che venivano prelevati e rinviati nei loro paesi d'origine, a rischio di subire violenze.
"Le circostanze della deportazione (di Alma Shalabayeva e della figlia Alua) danno adito all'apparenza che questa sia stata di fatto una extraordinary rendition", hanno dichiarato i tre esperti, Francois Crepeau, Juan Mendez e Gabriela Knaul, chiedendo all'Italia e al Kazakistan di fare tutto il possibile per ottenere il ritorno in Italia della moglie e della figlia del "dissidente" kazako Mukhtar Ablyazov, che sono state illegalmente estradate a maggio.
"Alla luce delle possibile gravi implicazioni di questo caso chiediamo sia alle autorità italiane e kazake di collaborare per cercare un accordo diplomatico per facilitare il rapido ritorno (in Italia) delle deportate". Per i tre esperti Alma Shalabayeva e la figlia di sei anni Alua erano legalmente residenti nell'Unione europea, e in una dichiarazione hanno accusato le autorità italiane di aver violato le garanzie previste da un processo e il loro diritto ad appellarsi contro la richiesta di deportazione e di chiedere asilo.
"Esortiamo sia l'Italia che il Kazakistan a continuare a investigare e a punire i responsabile", hanno chiesto i tre che da Astana vogliono il "rispetto dei i diritti umani e rispettare la libertà di movimento della signora Shalabayeva e della figlia e di consentire loro di tornare senza correre rischi in Italia".
"Le circostanze della deportazione (di Alma Shalabayeva e della figlia Alua) danno adito all'apparenza che questa sia stata di fatto una extraordinary rendition", hanno dichiarato i tre esperti, Francois Crepeau, Juan Mendez e Gabriela Knaul, chiedendo all'Italia e al Kazakistan di fare tutto il possibile per ottenere il ritorno in Italia della moglie e della figlia del "dissidente" kazako Mukhtar Ablyazov, che sono state illegalmente estradate a maggio.
"Alla luce delle possibile gravi implicazioni di questo caso chiediamo sia alle autorità italiane e kazake di collaborare per cercare un accordo diplomatico per facilitare il rapido ritorno (in Italia) delle deportate". Per i tre esperti Alma Shalabayeva e la figlia di sei anni Alua erano legalmente residenti nell'Unione europea, e in una dichiarazione hanno accusato le autorità italiane di aver violato le garanzie previste da un processo e il loro diritto ad appellarsi contro la richiesta di deportazione e di chiedere asilo.
"Esortiamo sia l'Italia che il Kazakistan a continuare a investigare e a punire i responsabile", hanno chiesto i tre che da Astana vogliono il "rispetto dei i diritti umani e rispettare la libertà di movimento della signora Shalabayeva e della figlia e di consentire loro di tornare senza correre rischi in Italia".
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