LIBRI E CULTURA
Girando in rete ho scovato questa immagine che mi ha fatto ancora una volta riflettere sul senso di Empatia e Amore che naturalmente si sviluppa anche tra animali di razze diverse in condizioni di vita “normali”. Ma cosa è normale? Sarebbe normale per esempio avere all’interno della convivenza con l’essere umano spazi abbastanza ampi per almeno una “pseudo-libertà” e una vivibilità sostenibile.
Accanto casa ho ancora “la fortuna” di vedere greggi di agnellini festanti in aree recintate dove le loro mamme hanno una vita ben diversa da quella negli allevamenti intensivi eppure…
Li vedo giocare, rincorrersi, seguire festosi le mamme, le zie e i fratelli e l’idea che siano venuti al mondo solo per sfamare il nostro “senso della tradizione” o di opulenza mi fa girare la testa oltre che opprimermi il petto e gli occhi. Sì, perché anche quegli agnellini avranno pochi giorni di una pseudo vita davanti, poi verranno strappati alle loro madri urlando come bimbi e cercando di fuggire arrampicandosi ovunque per ricongiungersi all’unico Amore vero che conoscono, quell’Amore di mamma che piangerà vagando per giorni alla ricerca di suo figlio fino ad arrendersi ancora una volta senza scampo a qualcosa che si ripete ad ogni gravidanza.
Avete mai perso un figlio? Ve lo hanno mai strappato dalle braccia per deportarlo in condizioni disumane con viaggi lunghi, stipati e disperati, magari a morire senz’acqua o calpestato dagli altri…quando va bene? Perché la fine “peggiore” è a destinazione, dove solo stordito da un bastone o da una scossa elettrica quel figlio urlante di terrore verrà appeso vivo ad un gancio per una zampa a morire dissanguato lentamente, tra il dolore fisico, e lo shock di vedere le fine degli altri e la sua, e il ricordo finito dei giochi nei prati.
Quello stesso figlio arriverà a pezzi sul banco della macelleria magari testa in bellavista (dicono sia una prelibatezza) per farvi vedere che sì, è proprio lui, il vostro tenero pranzo pasquale.
Ho avuto la gioia di allattare un agnellino scampato ad uno di questi viaggi della morte (le vittime ogni anno solo in Italia sono centinaia di migliaia, un vero olocausto di cuccioli) una volta. Si era buttato dal camion rompendosi una zampina, ma era sopravvissuto.
Avete mai allattato un agnellino? E’ la creatura più morbida, candida, indifesa, dolce e pacifica che abbia mai avuto l’onore di toccare. 8 kg di cucciolo bianco riccioluto tra le mie braccia. 8 kg. Come il vostro cane volpino o il vostro yorkshire toy. Un cane che come questo delle foto saprebbe allattarlo, curarlo, prenderlo con sé, proteggerlo, a meno di grandi carestie e nessun’altra scelta se non cacciarlo.
Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Noi non siamo in carestia. L’Agnello di Dio è già venuto a salvarci perché è il Cristo stesso e non credo che mangiarselo sia poi una grande idea leva-peccati. Eppure il “gusto” e la “tradizione”, più culinaria che cristiana direi, visto che il Cristo professava rispetto per tutte le creature e il comandamento “non uccidere” se vogliamo parlare di vecchio testamento non parla di destinatari specifici, impongono alle nostre tavole qualcosa su cui spesso non abbiamo neanche mai riflettuto.
…Ma se quest’anno vi è capitato di rifletterci, o se queste poche righe hanno acceso in voi la Compassione che serve a comprendere, vorrei dirvi che in rete, cercando semplicemente “ricette vegan” troverete milioni di consigli per una Pasqua senza crudeltà e se non vi sentite in grado di realizzare da soli delle alternative gustose, il 23 marzo alle 16.30 a Roma, parte il mio corso di cucina pratica vegan di primo livello. Solo 6 persone ogni domenica(escluso la Pasqua) per imparare davvero ricette semplici e veloci ma gustosissime con cui stupire i vostri commensali.
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Io ci spero sempre, per ogni agnellino invenduto, in un passo verso gli altri esseri viventi, verso noi stessi e verso il Pianeta Terra, un passo vero verso l’Amore. Ciò che io personalmente chiamo Dio.
Allora sì, la Pasqua sarebbe una celebrazione di Vita e di Rinascita.
Buona Pasqua a tutti,
Sara Berni
Sara Berni
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