La sperimentazione intra speciem è falsificante quasi quanto la sperimentazione inter species: soprattutto quando si tratta di specie uomo.
Sulla specie uomo si è sperimentato ampiamente nei campi di concentramento nazisti.
RACCONTO DAL VERO
Nella baracca dei deportati ebrei si presenta un giovane ufficiale germanico, senza scorta. I deportati lo guardano con diffidenza, senza muoversi dai loro posti. Ma, ben presto, i loro volti si distendono in un'espressione di sollievo: hanno riconosciuto le insegne del medico. Il medico li invita a farsi più dappresso, intorno a lui; c'è nei suoi modi, una sorta di pacata cortesia che li rassicura. Poi spiega di cosa si tratta. Esce dopo aver concesso 24 ore per decidere.
Il giorno dopo molti "volontari" si fanno avanti. Ne vengono scelti dieci, maschi, di età tra i venti e i trent'anni, che vengono trasferiti in un alloggiamento pulito, comodo, con buoni letti, servizi igienici decenti. I pasti sono abbondanti e buoni.
Ma i prigionieri sanno anche che cosa c'è al termine di quella strada così ben lastricata.
E infatti arriva implacabile il giorno dell'esperimento.
Il tema è:
"Per quante ore un corpo umano può resistere nell'acqua, alla temperatura di 10-12 gradi centigradi?"
Questa è la condizione nella quale vengono a trovarsi i piloti della Luftwaffe quando sono costretti a lanciarsi con il paracadute nel Mare del Nord. Da quel momento, di quante ore dispongono i mezzi aerei e navali per tentare il salvataggio?
Si prova con gli ebrei in una piscina d'acqua fredda. Si cronometra l'agonia.
Questo è soltanto uno degli esperimenti eseguiti su deportati. Gli archivi di Norimberga contengono numerose altre atrocità compiute a scopo sperimentale ma, per la nostra tesi, ne basta una. L'utilizziamo, non per esercitare una critica morale su fatti che trascendono ogni possibilità di un giudizio morale, ma per valutare obiettivamente la validità dell'esperimento.
EBBENE: L'ESPERIMENTO è SCIENTIFICAMENTE NULLO. I medici che l'hanno eseguito sapevano che sarebbe stato inutile provare su animali. Con ciò il loro scientismo dimostra di essere all'avanguardia e degno dell'insegnamento che hanno ricevuto nelle ottime università tedesche. CIO' NONOSTANTE SBAGLIANO.
Sbagliano grossolanamente essi, e le loro ottime università.
L'errore si compendia nella seguente proposizione: "Nemmeno l'uomo può costituire modello sperimentale dell'uomo". Perché?
Perché nel momento in cui cessa di essere PERSONA per diventare MODELLO SPERIMENTALE si spezza l'unione tra corpo e anima, tra soma e psiche, tra materia e VITA. Lo sperimentatore viene a trovarsi tra le mani un pezzo di materia vuota, che ha ben poco in comune con quella materia che, poco prima, conteneva la VITA, faceva da supporto alla VITA.
Proviamo a rispondere alla seguente domanda:
E' legittimo paragonare la vittima ("modello sperimentale"), povero essere strappato alla famiglia, trasportato in un carro bestiame per giorni e giorni senza cibo né acqua, gettato in una lurida baracca, affamato… e nell'ultima fase, la più tragica, la più avvilente e angosciosa, messo all'ingrasso come un maiale da macello… e, infine, portato al macello…
è legittimo paragonare questa vittima miseranda con: un giovane pilota, forte nel fisico e nel morale, perfettamente addestrato sul piano atletico e tecnico, esaltato dalle vittorie conseguite, deciso a sopravvivere, consapevole che i suoi camerati stanno cercando di trarlo in salvo…
è possibile un paragone qualsiasi?
Tra l'ebreo cavia ed il pilota-eroe, chi sopravviverà di più nell'acqua fredda?
La risposta sembra scontata:
"Naturalmente - si dirà - muore prima l'ebreo cavia. E così ovvio ...
E invece non lo è affatto.
Basti mettersi da un punto di vista diverso per convincersi che si può capovolgere totalmente la conclusione.
Infatti, riprendiamo in esame, sotto un ottica diversa la condizione psico-fisica dei due soggetti messi a confronto:
1) l'ebreo cavia (cioè il "modello sperimentale") ormai privo di speranza si chiude in sè stesso, si prepara ad una morte liberatoria. L'introversione e la rassegnazione deprimono le forze vitali, si allenta il tono muscolare e si riduce la produzione di ormoni reattivi (adrenalina, ormoni cortocoidi). Il metabolsmo si abbassa, i tessuti producono meno calore ... meno calore si disperde nell'acqua e la morte per assideramento tarda.
2) Viceversa, il pilota dell'aereo da combattimento fa appello a tutte le energie fisiche e psichiche, si mantiene attento e attivo: la produzione di ormoni reattivi si esalta, aumenta il tono muscolare e la produzione di calore. Maggiore quantità di calore si disperde nell'acqua nell'unità di tempo... l'assideramento interviene rapidamente.
Ecco il paradosso: ambedue le ipotesi sono scientificamente valide, eppure sono antitetiche. (antitetiche significa • Che è in antitesi SIN contrario, opposto: idea a.) L'ipotesi di segno (+) viene annullata dall'ipotesi di segno (-). La media aritmetica è ZERO. L'esperimento non ha insegnato nulla, NON E' SERVITO a NULLA.
E, infatti la storia recente dimostra che nessuno degli esperimenti eseguiti nei campi di concentramento nazisti ha avuto alcuna incidenza sulla scienza medica degli anni successivi. Eppure si tratta di esperimenti INTRA SPECIEM, l'ideale a cui tendono i moderni scientisti i quali, a distanza di quarant'anni, si ostinano a compierli violando, non solo ogni confine morale, ma anche ogni logica scientifica.
pag. 141-144
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)
Esiste la ricerca clinica omologa che è la sperimentazione corretta sul piano tecnico e accettabile sul piano morale; di nessuna scienza il progresso è affidato esclusivamente al metodo sperimentale; tanto meno il progresso della medicina. In ogni scienza alla sperimentazione si affianca l'osservazione degli avvenimenti naturali; questo vale soprattutto per la medicina.
pag. 154
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)
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Sulla specie uomo si è sperimentato ampiamente nei campi di concentramento nazisti.
RACCONTO DAL VERO
Nella baracca dei deportati ebrei si presenta un giovane ufficiale germanico, senza scorta. I deportati lo guardano con diffidenza, senza muoversi dai loro posti. Ma, ben presto, i loro volti si distendono in un'espressione di sollievo: hanno riconosciuto le insegne del medico. Il medico li invita a farsi più dappresso, intorno a lui; c'è nei suoi modi, una sorta di pacata cortesia che li rassicura. Poi spiega di cosa si tratta. Esce dopo aver concesso 24 ore per decidere.
Il giorno dopo molti "volontari" si fanno avanti. Ne vengono scelti dieci, maschi, di età tra i venti e i trent'anni, che vengono trasferiti in un alloggiamento pulito, comodo, con buoni letti, servizi igienici decenti. I pasti sono abbondanti e buoni.
Ma i prigionieri sanno anche che cosa c'è al termine di quella strada così ben lastricata.
E infatti arriva implacabile il giorno dell'esperimento.
Il tema è:
"Per quante ore un corpo umano può resistere nell'acqua, alla temperatura di 10-12 gradi centigradi?"
Questa è la condizione nella quale vengono a trovarsi i piloti della Luftwaffe quando sono costretti a lanciarsi con il paracadute nel Mare del Nord. Da quel momento, di quante ore dispongono i mezzi aerei e navali per tentare il salvataggio?
Si prova con gli ebrei in una piscina d'acqua fredda. Si cronometra l'agonia.
Questo è soltanto uno degli esperimenti eseguiti su deportati. Gli archivi di Norimberga contengono numerose altre atrocità compiute a scopo sperimentale ma, per la nostra tesi, ne basta una. L'utilizziamo, non per esercitare una critica morale su fatti che trascendono ogni possibilità di un giudizio morale, ma per valutare obiettivamente la validità dell'esperimento.
EBBENE: L'ESPERIMENTO è SCIENTIFICAMENTE NULLO. I medici che l'hanno eseguito sapevano che sarebbe stato inutile provare su animali. Con ciò il loro scientismo dimostra di essere all'avanguardia e degno dell'insegnamento che hanno ricevuto nelle ottime università tedesche. CIO' NONOSTANTE SBAGLIANO.
Sbagliano grossolanamente essi, e le loro ottime università.
L'errore si compendia nella seguente proposizione: "Nemmeno l'uomo può costituire modello sperimentale dell'uomo". Perché?
Perché nel momento in cui cessa di essere PERSONA per diventare MODELLO SPERIMENTALE si spezza l'unione tra corpo e anima, tra soma e psiche, tra materia e VITA. Lo sperimentatore viene a trovarsi tra le mani un pezzo di materia vuota, che ha ben poco in comune con quella materia che, poco prima, conteneva la VITA, faceva da supporto alla VITA.
Proviamo a rispondere alla seguente domanda:
E' legittimo paragonare la vittima ("modello sperimentale"), povero essere strappato alla famiglia, trasportato in un carro bestiame per giorni e giorni senza cibo né acqua, gettato in una lurida baracca, affamato… e nell'ultima fase, la più tragica, la più avvilente e angosciosa, messo all'ingrasso come un maiale da macello… e, infine, portato al macello…
è legittimo paragonare questa vittima miseranda con: un giovane pilota, forte nel fisico e nel morale, perfettamente addestrato sul piano atletico e tecnico, esaltato dalle vittorie conseguite, deciso a sopravvivere, consapevole che i suoi camerati stanno cercando di trarlo in salvo…
è possibile un paragone qualsiasi?
Tra l'ebreo cavia ed il pilota-eroe, chi sopravviverà di più nell'acqua fredda?
La risposta sembra scontata:
"Naturalmente - si dirà - muore prima l'ebreo cavia. E così ovvio ...
E invece non lo è affatto.
Basti mettersi da un punto di vista diverso per convincersi che si può capovolgere totalmente la conclusione.
Infatti, riprendiamo in esame, sotto un ottica diversa la condizione psico-fisica dei due soggetti messi a confronto:
1) l'ebreo cavia (cioè il "modello sperimentale") ormai privo di speranza si chiude in sè stesso, si prepara ad una morte liberatoria. L'introversione e la rassegnazione deprimono le forze vitali, si allenta il tono muscolare e si riduce la produzione di ormoni reattivi (adrenalina, ormoni cortocoidi). Il metabolsmo si abbassa, i tessuti producono meno calore ... meno calore si disperde nell'acqua e la morte per assideramento tarda.
2) Viceversa, il pilota dell'aereo da combattimento fa appello a tutte le energie fisiche e psichiche, si mantiene attento e attivo: la produzione di ormoni reattivi si esalta, aumenta il tono muscolare e la produzione di calore. Maggiore quantità di calore si disperde nell'acqua nell'unità di tempo... l'assideramento interviene rapidamente.
Ecco il paradosso: ambedue le ipotesi sono scientificamente valide, eppure sono antitetiche. (antitetiche significa • Che è in antitesi SIN contrario, opposto: idea a.) L'ipotesi di segno (+) viene annullata dall'ipotesi di segno (-). La media aritmetica è ZERO. L'esperimento non ha insegnato nulla, NON E' SERVITO a NULLA.
E, infatti la storia recente dimostra che nessuno degli esperimenti eseguiti nei campi di concentramento nazisti ha avuto alcuna incidenza sulla scienza medica degli anni successivi. Eppure si tratta di esperimenti INTRA SPECIEM, l'ideale a cui tendono i moderni scientisti i quali, a distanza di quarant'anni, si ostinano a compierli violando, non solo ogni confine morale, ma anche ogni logica scientifica.
pag. 141-144
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)
Esiste la ricerca clinica omologa che è la sperimentazione corretta sul piano tecnico e accettabile sul piano morale; di nessuna scienza il progresso è affidato esclusivamente al metodo sperimentale; tanto meno il progresso della medicina. In ogni scienza alla sperimentazione si affianca l'osservazione degli avvenimenti naturali; questo vale soprattutto per la medicina.
pag. 154
(dal libro di Pietro Croce "Vivisezione o scienza. Una scelta" - Terza Edizione)
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