Stefano Steward Cortini e Mario Pessina hanno condiviso la foto diQuintino Aiello.
ALLA SCOPERTA DI QUELLO CHE CI FANNO RESPIRARE: IL BARIO http://www.youtube.com/ watch?v=PRWZCoqqTik Fra le varie sostanze irrorate in atmosfera attraverso le scie chimiche c'è il bario. Questo elemento, dal peso atomico pari a 137, è uno dei più pericolosi. Esso si ossida infatti molto facilmente se esposto all'aria e soprattutto reagisce con l'acqua, diventando quindi assai pericoloso quando si verificano delle precipitazioni. Fra i vari prodotti, particolare rilevanza ha il Solfato di Bario BaSO4, assai pericoloso per l'essere umano. Ricordiamo che fra i vari composti che si trovano normalmente fra gli scarti della combustione ci sono gli ossidi di zolfo SO2. Tramite la reazione: Ba + SO2 + O2 ==> BaSO4 si forma appunto il solfato di Bario, che è un particolato finissimo che entra nell'apparato respiratorio e, superando le barriere degli alveoli per la sua dimensione microscopica, entra direttamente nel ciclo sanguigno. Un'altra via alternativa per produrre BaSO4 è quella che parte dal cloruro di Bario. In presenza di pioggia, SO2 va a legarsi con l'acqua andando a formare l'acido solforico SO2 + 2H2O ==> H2SO4 Emettendo in atmosfera il cloruro di bario BaCl (ovvero bario legato a cloro) va a istaurarsi la seguente reazione: BaCl + H2SO4 ==> BaSO4 + HCl ovvero si originano due composti molto pericolosi: l'HCl, utilizzato in passato anche come arma chimica, è estremamente tossico e attacca in particolar modo l'apparato respiratorio. L'altro è ovviamente il BaSO4. Esso può portare a deliri e causare tumori a diversi organi. Inglobate nelle gocce d'acqua queste particelle tossiche entrano nel terreno, nel ciclo idrico, e indirettamente dentro di noi: l'acqua utilizzata infatti nell'agricoltura e nell'allevamento risulta estremamente inquinata. Difendersi da questi attacchi chimici è davvero difficile, anche perché questi sono solo due esempi di un'infinità di composti che vengono gettati quotidianamente in atmosfera per farci del male e controllare la popolazione. E soprattutto ricordatevi che bastano davvero pochissime concentrazioni di Ba per ucciderci: la dose cancerogena che se assunta ogni giorno causerebbe tumori a qualche organo è dell'ordine di pochissimi mg/kg di peso corporeo. fonte: Como contro NWO E Controllo Climatico Antonella http://www.youtube.com/ watch?v=s9Sdgh7k5Q8&NR=1 Vorrei sapere quele figlio di puttana mi segnala come violenta questa foto questa non e' violenta ma la triste realta . segnalate come violenta la vostra bigottagine ignava non a F.B ma alle vostre coscienze . cani indegni https://www.facebook.com/ events/437978262976401/ vedi cosa vedo? http://www.youtube.com/ watch?v=Zvik6pIumn0 FATE GIRARE Ecco cosa si nasconde dietro l'acquisto degli F35!! https://www.facebook.com/ photo.php?v=148045225389839 ! DIFFONDETE IN UN SOLO CLIK USA QUESTO PROGRAMMA https://chrome.google.com/ webstore/detail/ fpfcoddfnkknmfeegophbippbpbcckn b?hl=it https://www.facebook.com/ notes/quintino-aiello/ il-più-folle-spreco-di-denaro-p ubblico-di-sempre-lart-11-dell a-costituzione-ital/ 10150413301849249 Fine della conversazione in chat SIAMO CITTADINI E NON SUDDITI !!! NON POSSIAMO ACCETTARE CHE UNA BANDA DI *NOMINATI* CI PURGHI IN QUESTO MODO, SENZA TENERE IN MINIMA CONSIDERAZIONE LA NOSTRA VOLONTA'!!! E' TEMPO DI DIRE NO... DI DIRLO TUTTI INSIEME!!! Per riuscire a farci sentire però, dobbiamo UNIRCI!!! http://www.facebook.com/ photo.php?fbid=2475932710059&se t=t.1604703815&type=1&theater http://www.facebook.com/pages/ Libya-war-or-peacekeeping-missi on/198578403496082 L’Italia spende mezzo miliardo di euro all’anno per la campagna in Afghanistan, ed ha messo in cantiere una operazione da 16 miliardi per acquistare 131 bombardieri invisibili F-35, aerei “stealth” di ultima generazione, attrezzato per trasportare Nh-90testate nucleari (471,8 milioni di euro l’uno). Altri 309 milioni saranno destinati all’acquisto degli elicotteri Nh-90 della AgustaWestland, mentre la lista della spesa militare 2011 contempla anche due sottomarini U-212, del costo di 164,3 milioni, e di altri elicotteri Ch-47 F Chinhook (per 137 milioni), oltre all’ammodernamento dei caccia multiruolo Tornado (178,3 milioni). Per il caccia Eurofighter Typhoon, il jet Aermacchi M-346 da addestramento, le modernissime fregate Fremm e i veicoli corazzati da combattimento Freccia verranno reperite risorse dal ministero dello Sviluppo economico, «chiamato a contribuire con poco meno di un miliardo di euro». E’ proprio tenendo conto della “partecipazione” del ministero dello Sviluppo economico che la spesa complessiva lievita di ben tre miliardi. Alla luce dei vincoli finanziari, e secondo i documenti ufficiali, il volume finanziario complessivo a disposizione del ministero della difesa è pari a 20 miliardi e 494,6 milioni di euro, nel 2011, a 21 miliardi e 16 milioni di euro, nel 2012, e a 21 miliardi e a 368 milioni di euro, nel 2013. Quindi, nonostante la crescita in valore assoluto della spesa rispetto al 2010, si registra tuttavia una diminuzione del rapporto percentuale della spesa rispetto al Pil che passa dall’1,31 per cento del 2010 all’1,28 per cento del Pil del 2011. Non è così se si tiene conto delle cifre che il ministero dello Sviluppo economico destina alle imprese degli armamenti. Secondo quanto riportano Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca nel loro libro «Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane» nel 2010 il nostro Paese ha previsto di spendere in spese militari qualcosa come 23 miliardi di euro. La struttura delle nostre Forze Armate, secondo quanto prevede il cosiddetto Nuovo Modello di Difesa, è profondamente cambiata rispetto agli anni passati. Tra le righe, scopriamo che gli arsenali non conoscono crisi. Per non parlare poi delle vicende controverse legate alle servitù militari e il destino degli immobili della Difesa. A quanto ammontino i “fondi-stampella” dello Sviluppo economico le carte ufficiali però non lo dicono: sono circa 900 milioni per il 2011, rispetto ad almeno 1.200 milioni degli anni precedenti, secondo una stima che circola tra esperti della difesa. Il governo non ha pubblicato un quadro trasparente di tutta la spesa. A questi vanno aggiunti il miliardo e mezzo di tutte le missioni. E quindi ecco spiegati i tre miliardi in più. Dal punto di vista dell’attività produttiva in Italia, il settore è in piena espansione: con un fatturato record da 3,7 miliardi, alla fine del 2008, come si è appreso lo scorso anno, l’Italia ha superato la Russia, divenendo il secondo esportatore mondiale di armamenti, dopo gli Stati Uniti. Tra i “gioielli” dell’industria militare nostrana, il veicolo tattico multiruolo Lince e l’elicottero d’attacco A-129 Mangusta, ma far lievitare il made in Italy sono anche armamenti meno “prestigiosi”, come le bombe a grappolo messe al bando da recenti convenzioni internazionali, non ancora ratificate nella loro piena applicazione. Tra gli ultimi arrivi, i nuovi impianti radar per potenziare la rete operativa dell’Aeronautica militare italiana ed integrarla ancora di più nella catena di comando, controllo, comunicazione ed intelligence dell‘Alleanza atlantica. Dodici sistemi Fixed Air Defence Radar (Fadr) Rat31-Dl sono stati commissionati alla Selex Sistemi Integrati, società del gruppo Finmeccanica, e sono in via d’installazione in altrettanti siti dell’Ami sparsi in tutta Italia. Ad essi si aggiungeranno anche due sistemi configurati nella versione mobile Dadr (Deployable Air Defence Radar) che saranno consegnati entro il 2013 Quanto spende l'Italia per il militare? Francesco Mancuso Fonte: Scienza in Rete - 05 gennaio 2011 Comprendere l’esatto ammontare delle spese militari italiane è un’operazione molto complessa; a renderla difficile contribuiscono i numerosi attori istituzionali che vi partecipano e i mille rivoli da cui attingere fondi, per il corretto funzionamento del settore. Gli attori principali che partecipano alla definizione della spesa militare italiana sono: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), il Ministero della Difesa, il Ministero dello Sviluppo Economico, ex dicastero delle Attività Produttive, (MSE), essi costituiscono la componente politica; l’apparato militare che stabilisce i programmi sulla base di strategie che tengono conto delle così dette minacce esterne e degli obiettivi di proiezione di potenza. Lo stanziamento complessivo, ascritto per il 2011, al Ministero della Difesa è pari a 20.494,6 mln di € (milioni di euro), in aumento di 130,2 mln di €, pari allo 0,6% del totale, rispetto al 2010. Esso si compone di più voci: funzione difesa, che riguarda le componenti terrestri, aeree e navali delle forze armate, ed ammonta a 14.327,6 mln di €, segnando un aumento di 32,6 mln di € pari allo 0,2% del totale rispetto al 2010; funzione sicurezza del territorio, che riguarda l’arma dei carabinieri per le attività che ricadono all’interno delle competenze del dicastero della Difesa, che ammonta a 5.574,6 mln di €, con un aumento di 145,2 mln di € pari al 2,6% in più rispetto al 2010;funzioni esterne, cioè quelle attività non direttamente collegate con i compiti istituzionali di difesa come l’approvvigionamento idrico per le isole minori o voli di Stato, ammonta a 100,7 mln di €, segnando una contrazione di 49,8 mln di €, pari al 33,1%, rispetto al 2010;trattamento di ausiliaria, cioè il trattamento di quiescenza del personale che ha cessato il servizio permanente ed è collocato in ausiliaria, prima che il relativo onore sia assunto dagli organi previdenziali, è pari ha 323,8 mln di €, e segna un aumento di 2.3 mln di € pari ad incremento dello 0,7% rispetto al 2010.La funzione difesa si suddivide in tre voci: personale, esercizio ed investimento; la ripartizione ottimale dei fondi si ha nel momento in cui essi risultino assegnati per il 50% al personale e per il restante 50% all’esercizio ed investimento. Nella tabella sottostante sono riportate le varie voci che compongono la funzione difesa e gli importi relativi al 2010 ed al 2011. Settori Esercizio finanziario 2010 Esercizio finanziario 2011 Variazione monetaria Variazione % Personale 9.347,1 9.433,9 + 86,8 +0,9 Esercizio 1.760,4 1.440,0 - 320,4 - 18,2 Investimento 3.187,4 3.453,7 + 266,3 + 8,4 Dati ottenuti dalla Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011, presentata al Parlamento dal ministro della difesa on. Ignazio La Russa. Le cifre sono in mln di € Come si nota dalla tabella le spese militari italiane sono in gran parte assorbite dai costi per il personale. Esercizio, con tale termine si indicano tutti i costi sostenuti per il funzionamento delle forze armate, incluse le spese per l’addestramento, per la manutenzione dei mezzi e dei materiali, per le infrastrutture, il casermaggio ed altre spese minori. La partecipazioni alle missioni internazionali ha notevolmente incrementato l’usura dei mezzi che richiedono manutenzioni sempre più particolareggiate ed approfondite ma la maggior parte delle volte non possono essere effettuate, per mancanza fondi. Nei rapporti degli anni passati, lo Stato maggiore evidenzia come i tagli costanti apportati a tale voce mettano a repentaglio il corretto funzionamento dei mezzi e l’addestramento del personale da inviare in missioni di pace. La componente politica, come evidenziano i tagli, ha preferito non ascoltare tali preoccupanti voci, privilegiando la via dell’acquisizione di nuovo armamento anziché quella della manutenzione. Oggi nella nota aggiuntiva alla difesa per il 2011, in riferimento ai tagli, leggiamo: «[…]va evidenziato che le organizzazioni quali la NATO e l’Unione Europea fissano precisi standard qualitativi, addestrativi e di efficienza da conseguire e mantenere per i reparti e le unità specificamente richieste o che ciascuna nazione partecipante, sulla base di intese ed accordi periodici, rende disponibili. Il mantenimento di questi standard internazionalmente riconosciuti è conseguito con attività specificatamente definite e finalizzate a garantire la piena integrazione e l’immediata interoperabilità dei reparti nei dispositivi multinazionali, attività queste che devono essere preparate e sostenute nel tempo. Stante il livello di risorse previsto per il triennio 2011-2013, in assenza di specifici interventi, la prontezza operativa dello Strumento militare rimarrà al livello minimo necessario per far fronte agli impegni internazionali, con il rischio di veder aumentare le criticità che la caratterizzano.» Alla definizione della spesa militare italiana partecipano il MEF ed il MSE. Per quanto riguarda il dicastero dell’economia esso stanzierà per il 2011: 1.500 mln di € per la prosecuzione delle missioni di pace internazionali (di questi 750 mln sono previsti nella legge di stabilità e coprono le spese per il primo semestre dell’anno);645,8 mln di € si trovano nel fondo per le spese di organizzazione e finanziamento dei servizi di sicurezza. Tale cifra include le spese riservate.Il Ministero dello Sviluppo economico, con i suoi stanziamenti contribuisce all’acquisto di una larga fetta degli armamenti italiani ed in particolare: 255 mln di € destinato al Fondo per gli interventi agevolati alle imprese, che negli ultimi anni è stato destinato totalmente ad interventi per l’aereonautica e l’industria aerospaziale e duale;1.483 milioni di € destinato ad interventi agevolativi per il settore aeronautico;510 milioni di euro destinato ad interventi per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe FREMM.Fatte le dovute somme il settore della difesa gode di stanziamenti pari a 24.888,4 mln di €. Tutto questo avviene mentre i politici parlano di tagliare le spese improduttive e razionalizzare le spese dello Stato. La domanda che sorge è, una spesa così strutturata per il settore della difesa a chi conviene? Chi ne definisce le priorità? Di certo non lo stato maggiore che vede le sue richieste cadere costantemente nel vuoto visto i tagli che la voce esercizio subisce da diversi anni. Nella tabella seguente riporto i tre programmi d’armamento più costosi degli ultimi decenni. Programma d’armamento Costo iniziale Costo intermedio Costo finale Variazione Portaerei Cavour 1.500 mld di lire 2.200 mld di lire 1.390 mln di € 55,68 EFA 15.759 mld di lire (per 121 aerei) … 18,1 mld di € 8per 96 aerei) 45,9 F-35 JSF 13 mld di € (+ 750 mln in ricerca e sviluppo e 650 mln per la fase di pre-industrializzazione) … … … Fonte: Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011; Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, Il caro armato: spese affari e sprechi delle Forze Armate italiane, Altreconomia edizioni 2009. Note: Articolo al link http://www.scienzainrete.it/ contenuto/articolo/ quanto-spende-litalia-il-milita re Ulteriori informazioni: - SIPRI Yearbook 2010 Armaments, Disarmament and International Security, Oxford University Press, Stoccolma 2010. - Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, Il caro armato: spese affari e sprechi delle Forze Armate italiane, Altreconomia edizioni 2009. - Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011, presentata al Parlamento dal ministro della difesa on. Ignazio La Russa. - Rapporto di Sbilanciamoci sulla finanziaria 2011. <photo id="8" /> <photo id="4" /><photo id="7" /> <photo id="9" /> http://www.facebook.com/pages/ Libya-war-or-peacekeeping-missi on/198578403496082 L’Italia spende mezzo miliardo di euro all’anno per la campagna in Afghanistan, ed ha messo in cantiere una operazione da 16 miliardi per acquistare 131 bombardieri invisibili F-35, aerei “stealth” di ultima generazione, attrezzato per trasportare Nh-90testate nucleari (471,8 milioni di euro l’uno). Altri 309 milioni saranno destinati all’acquisto degli elicotteri Nh-90 della AgustaWestland, mentre la lista della spesa militare 2011 contempla anche due sottomarini U-212, del costo di 164,3 milioni, e di altri elicotteri Ch-47 F Chinhook (per 137 milioni), oltre all’ammodernamento dei caccia multiruolo Tornado (178,3 milioni). Per il caccia Eurofighter Typhoon, il jet Aermacchi M-346 da addestramento, le modernissime fregate Fremm e i veicoli corazzati da combattimento Freccia verranno reperite risorse dal ministero dello Sviluppo economico , «chiamato a contribuire con poco meno di un miliardo di euro».https:// www.facebook.com/events/ 437978262976401/ E’ proprio tenendo conto della “partecipazione” del ministero dello Sviluppo economico che la spesa complessiva lievita di ben tre miliardi. Alla luce dei vincoli finanziari, e secondo i documenti ufficiali, il volume finanziario complessivo a disposizione del ministero della difesa è pari a 20 miliardi e 494,6 milioni di euro, nel 2011, a 21 miliardi e 16 milioni di euro, nel 2012, e a 21 miliardi e a 368 milioni di euro, nel 2013. Quindi, nonostante la crescita in valore assoluto della spesa rispetto al 2010, si registra tuttavia una diminuzione del rapporto percentuale della spesa rispetto al Pil che passa dall’1,31 per cento del 2010 all’1,28 per cento del Pil del 2011. Non è così se si tiene conto delle cifre che il ministero dello Sviluppo economico destina alle imprese degli armamenti. Secondo quanto riportano Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca nel loro libro «Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane» nel 2010 il nostro Paese ha previsto di spendere in spese militari qualcosa come 23 miliardi di euro. La struttura delle nostre Forze Armate, secondo quanto prevede il cosiddetto Nuovo Modello di Difesa, è profondamente cambiata rispetto agli anni passati. Tra le righe, scopriamo che gli arsenali non conoscono crisi. Per non parlare poi delle vicende controverse legate alle servitù militari e il destino degli immobili della Difesa. A quanto ammontino i “fondi-stampella” dello Sviluppo economico le carte ufficiali però non lo dicono: sono circa 900 milioni per il 2011, rispetto ad almeno 1.200 milioni degli anni precedenti, secondo una stima che circola tra esperti della difesa. Il governo non ha pubblicato un quadro trasparente di tutta la spesa. A questi vanno aggiunti il miliardo e mezzo di tutte le missioni. E quindi ecco spiegati i tre miliardi in più. Dal punto di vista dell’attività produttiva in Italia, il settore è in piena espansione: con un fatturato record da 3,7 miliardi, alla fine del 2008, come si è appreso lo scorso anno, l’Italia ha superato la Russia, divenendo il secondo esportatore mondiale di armamenti, dopo gli Stati Uniti. Tra i “gioielli” dell’industria militare nostrana, il veicolo tattico multiruolo Lince e l’elicottero d’attacco A-129 Mangusta, ma far lievitare il made in Italy sono anche armamenti meno “prestigiosi”, come le bombe a grappolo messe al bando da recenti convenzioni internazionali, non ancora ratificate nella loro piena applicazione. Tra gli ultimi arrivi, i nuovi impianti radar per potenziare la rete operativa dell’Aeronautica militare italiana ed integrarla ancora di più nella catena di comando, controllo, comunicazione ed intelligence dell‘Alleanza atlantica. Dodici sistemi Fixed Air Defence Radar (Fadr) Rat31-Dl sono stati commissionati alla Selex Sistemi Integrati, società del gruppo Finmeccanica, e sono in via d’installazione in altrettanti siti dell’Ami sparsi in tutta Italia. Ad essi si aggiungeranno anche due sistemi configurati nella versione mobile Dadr (Deployable Air Defence Radar) che saranno consegnati entro il 2013 Quanto spende l'Italia per il militare? Francesco Mancuso Fonte: Scienza in Rete - 05 gennaio 2011 Comprendere l’esatto ammontare delle spese militari italiane è un’operazione molto complessa; a renderla difficile contribuiscono i numerosi attori istituzionali che vi partecipano e i mille rivoli da cui attingere fondi, per il corretto funzionamento del settore. Gli attori principali che partecipano alla definizione della spesa militare italiana sono: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), il Ministero della Difesa, il Ministero dello Sviluppo Economico, ex dicastero delle Attività Produttive, (MSE), essi costituiscono la componente politica; l’apparato militare che stabilisce i programmi sulla base di strategie che tengono conto delle così dette minacce esterne e degli obiettivi di proiezione di potenza. Lo stanziamento complessivo, ascritto per il 2011, al Ministero della Difesa è pari a 20.494,6 mln di € (milioni di euro), in aumento di 130,2 mln di €, pari allo 0,6% del totale, rispetto al 2010. Esso si compone di più voci: funzione difesa, che riguarda le componenti terrestri, aeree e navali delle forze armate, ed ammonta a 14.327,6 mln di €, segnando un aumento di 32,6 mln di € pari allo 0,2% del totale rispetto al 2010; funzione sicurezza del territorio, che riguarda l’arma dei carabinieri per le attività che ricadono all’interno delle competenze del dicastero della Difesa, che ammonta a 5.574,6 mln di €, con un aumento di 145,2 mln di € pari al 2,6% in più rispetto al 2010; funzioni esterne, cioè quelle attività non direttamente collegate con i compiti istituzionali di difesa come l’approvvigionamento idrico per le isole minori o voli di Stato, ammonta a 100,7 mln di €, segnando una contrazione di 49,8 mln di €, pari al 33,1%, rispetto al 2010; trattamento di ausiliaria, cioè il trattamento di quiescenza del personale che ha cessato il servizio permanente ed è collocato in ausiliaria, prima che il relativo onore sia assunto dagli organi previdenziali, è pari ha 323,8 mln di €, e segna un aumento di 2.3 mln di € pari ad incremento dello 0,7% rispetto al 2010. La funzione difesa si suddivide in tre voci: personale, esercizio ed investimento; la ripartizione ottimale dei fondi si ha nel momento in cui essi risultino assegnati per il 50% al personale e per il restante 50% all’esercizio ed investimento. Nella tabella sottostante sono riportate le varie voci che compongono la funzione difesa e gli importi relativi al 2010 ed al 2011. Settori Esercizio finanziario 2010 Esercizio finanziario 2011 Variazione monetaria Variazione % Personale 9.347,1 9.433,9 + 86,8 +0,9 Esercizio 1.760,4 1.440,0 - 320,4 - 18,2 Investimento 3.187,4 3.453,7 + 266,3 + 8,4 Dati ottenuti dalla Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011, presentata al Parlamento dal ministro della difesa on. Ignazio La Russa. Le cifre sono in mln di € Come si nota dalla tabella le spese militari italiane sono in gran parte assorbite dai costi per il personale. Esercizio, con tale termine si indicano tutti i costi sostenuti per il funzionamento delle forze armate, incluse le spese per l’addestramento, per la manutenzione dei mezzi e dei materiali, per le infrastrutture, il casermaggio ed altre spese minori. La partecipazioni alle missioni internazionali ha notevolmente incrementato l’usura dei mezzi che richiedono manutenzioni sempre più particolareggiate ed approfondite ma la maggior parte delle volte non possono essere effettuate, per mancanza fondi. Nei rapporti degli anni passati, lo Stato maggiore evidenzia come i tagli costanti apportati a tale voce mettano a repentaglio il corretto funzionamento dei mezzi e l’addestramento del personale da inviare in missioni di pace. La componente politica, come evidenziano i tagli, ha preferito non ascoltare tali preoccupanti voci, privilegiando la via dell’acquisizione di nuovo armamento anziché quella della manutenzione. Oggi nella nota aggiuntiva alla difesa per il 2011, in riferimento ai tagli, leggiamo: «[…]va evidenziato che le organizzazioni quali la NATO e l’Unione Europea fissano precisi standard qualitativi, addestrativi e di efficienza da conseguire e mantenere per i reparti e le unità specificamente richieste o che ciascuna nazione partecipante, sulla base di intese ed accordi periodici, rende disponibili. Il mantenimento di questi standard internazionalmente riconosciuti è conseguito con attività specificatamente definite e finalizzate a garantire la piena integrazione e l’immediata interoperabilità dei reparti nei dispositivi multinazionali, attività queste che devono essere preparate e sostenute nel tempo. Stante il livello di risorse previsto per il triennio 2011-2013, in assenza di specifici interventi, la prontezza operativa dello Strumento militare rimarrà al livello minimo necessario per far fronte agli impegni internazionali, con il rischio di veder aumentare le criticità che la caratterizzano.» Alla definizione della spesa militare italiana partecipano il MEF ed il MSE. Per quanto riguarda il dicastero dell’economia esso stanzierà per il 2011: 1.500 mln di € per la prosecuzione delle missioni di pace internazionali (di questi 750 mln sono previsti nella legge di stabilità e coprono le spese per il primo semestre dell’anno); 645,8 mln di € si trovano nel fondo per le spese di organizzazione e finanziamento dei servizi di sicurezza. Tale cifra include le spese riservate. Il Ministero dello Sviluppo economico, con i suoi stanziamenti contribuisce all’acquisto di una larga fetta degli armamenti italiani ed in particolare: 255 mln di € destinato al Fondo per gli interventi agevolati alle imprese, che negli ultimi anni è stato destinato totalmente ad interventi per l’aereonautica e l’industria aerospaziale e duale; 1.483 milioni di € destinato ad interventi agevolativi per il settore aeronautico; 510 milioni di euro destinato ad interventi per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe FREMM. Fatte le dovute somme il settore della difesa gode di stanziamenti pari a 24.888,4 mln di €. Tutto questo avviene mentre i politici parlano di tagliare le spese improduttive e razionalizzare le spese dello Stato. La domanda che sorge è, una spesa così strutturata per il settore della difesa a chi conviene? Chi ne definisce le priorità? Di certo non lo stato maggiore che vede le sue richieste cadere costantemente nel vuoto visto i tagli che la voce esercizio subisce da diversi anni. Nella tabella seguente riporto i tre programmi d’armamento più costosi degli ultimi decenni. Programma d’armamento Costo iniziale Costo intermedio Costo finale Variazione Portaerei Cavour 1.500 mld di lire 2.200 mld di lire 1.390 mln di € 55,68 EFA 15.759 mld di lire (per 121 aerei) … 18,1 mld di € 8per 96 aerei) 45,9 F-35 JSF 13 mld di € (+ 750 mln in ricerca e sviluppo e 650 mln per la fase di pre-industrializzazione) … … … Fonte: Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011; Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, Il caro armato: spese affari e sprechi delle Forze Armate italiane, Altreconomia edizioni 2009. Note: Articolo al link http://www.scienzainrete.it/ contenuto/articolo/ quanto-spende-litalia-il-milita re Ulteriori informazioni: - SIPRI Yearbook 2010 Armaments, Disarmament and International Security, Oxford University Press, Stoccolma 2010. - Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, Il caro armato: spese affari e sprechi delle Forze Armate italiane, Altreconomia edizioni 2009. - Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l’anno 2011, presentata al Parlamento dal ministro della difesa on. Ignazio La Russa. - Rapporto di Sbilanciamoci sulla finanziaria 2011. vedi cosa vedo? http://www.youtube.com/ watch?v=Zvik6pIumn0 — — con Italia Che Urla e altre 43 persone.
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