sabato 14 settembre 2013

ecco l'italia

Cane strangolato, incendiata la pizzeria Minacce ai proprietari: «Dovete stare zitti» PER APPROFONDIRE tagcane, strangolato, pizzeria, minacce, proprietari di Marco De Risi e Adelaide Pierucci Aumenta la dimensione del testo Diminuisci la dimensione del testo ROMA - Di notte scoppia l’incendio della pizzeria, la mattina seguente arrivano le intimidazioni. Il caso del cane rimasto impiccato a un albero durante un'operazione di polizia, non ha solo commosso il web con il video esclusivo del Messaggero Tv, e portato la Procura ad aprire un fascicolo, ma scatenato la reazione della malavita che ha fatto sentire la sua voce con taniche di benzina e minacce. Nella pizzeria Arena a Casal de’ Pazzi, zona San Basilio, il locale dove, domenica sera, per delle bottiglie non servite a due romeni ubriachi si era scatenato il finimondo conclusosi con due arresti, una passante quasi sbranata e il soffocamento del cane, la notte dopo è scoppiato un incendio doloso. Poi per i pizzaioli bengalesi sono arrivate le minacce: «Se non volete problemi, zitti e muti». Così il locale è da giorni sotto la sorveglianza della polizia. Il rogo e le minacce forse sono collegate al processo fissato per oggi a piazzale Clodio a carico dei due romeni ubriachi. Sul caso è stato inviato in procura un dettagliato rapporto. L’AGGRESSIONE Nel frattempo, però, gli animalisti sono insorti: «Lasciare morire un cane senza intervenire è imperdonabile». Il cane era un Bullmastiff di uno dei due romeni arrestati e che hanno una sfilza di precedenti. Domenica sera, quando si sono visti rifiutare l'ennesima birra, hanno preso a bottigliate le vetrine della pizzeria Arena poi avevano sguinzagliato contro gli agenti, chiamati sul posto, il loro molosso, un cane di sessanta chili allenato all'attacco. La bestia, però, aveva sbagliato bersaglio e assaltato una passante, una sessantenne casualmente con un passato da prima pagina, la "Mantide di Cairo Montenotte", ossia Gigliola Guerinoni, condannata a 26 anni per l'omicidio di un suo amante, che solo per miracolo se l'è cavata con un mese di prognosi. Gli agenti infatti avevano dovuto strappare il cane che le stava sbranando una gamba e legarlo con una corda dove nel giro di tre ore è morto, impiccato, nel tentativo di liberarsi, il tutto mentre si attendevano i soccorsi di un veterinario, allertato più volte. Una morte lenta che ha suscitato l'indignazione del mondo web e portato all'apertura di fascicolo affidato al pm Elena Neri. Intanto, Simona Novi, presidente della Onlus che gestisce i canili del Comune ha annunciato la decisione di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento «per raccogliere il dolore dei suoi volontari presenti sul posto a cui sarebbe stato impedito di intervenire per dare sollievo all'animale». Il sindacato di polizia Siulp invece si è schierato con gli agenti: «Hanno salvato una donna e rischiato la loro incolumità per legare il cane senza sparare. Poi hanno sollecitato in ogni modo gli interventi per soccorrere la bestia, soccorsi arrivati dopo tre ore». Venerdì 13 Settembre 2013 - 09:49

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