venerdì 27 settembre 2013

L’UE ostacola i cambiamenti alle regole che potrebbero alleggerire l'austerità

L’UE ostacola i cambiamenti alle regole che potrebbero alleggerire l'austerità Stampa Email da: The Wall Street Journal - di Matthew Dalton Come affermato da un funzionario dell’UE, gli alti funzionari finanziari dell’Unione Europea hanno rifiutato di sostenere un cambiamento nelle politiche di bilancio che avrebbe alleggerito il peso dell’austerità in Spagna e negli altri paesi colpiti dalla crisi. La modifica era stata approvata da tecnici esperti in una riunione tenuta la settimana scorsa e ci si aspettava dovesse essere sostenuta alla riunione di martedì dei più alti funzionari a Bruxelles. Ma un articolo pubblicato sul Wall Street Journal circa la decisione della scorsa settimana ha generato preoccupazione in alcune capitali nazionali circa i suoi effetti sulle politiche di bilancio, come riferito sempre dalla stessa fonte dell’UE. La nuova metodologia di approccio sarà rispedita al comitato di esperti per ulteriori discussioni, nel tentativo di capire quale sarà il suo impatto su tutti i 28 paesi dell’Unione Europea, ha detto il funzionario. Il cambiamento coinvolge una metodologia altamente tecnica che la Commissione europea (il braccio esecutivo dell’UE) utilizza per calcolare il “deficit strutturale”, che è il deficit di bilancio effettivo corretto per l’andamento economico. La Commissione utilizza il deficit strutturale per determinare di quanta austerità i governi avranno bisogno per impegnarsi a raggiungere gli obiettivi di bilancio imposti dall’UE. «La Commissione è pienamente d’accordo con la nuova metodologia», ha detto il funzionario. «Crediamo che sia migliore». La nuova metodologia avrebbe potuto riconoscere valori più elevati del deficit ad alcuni paesi per via della crisi economica, anziché l’attribuzione di lassismo di spesa o di entrate fiscali troppo basse. Di ciò avrebbe beneficiato la Spagna e alcuni altri governi in crisi. Avrebbe dovuto essere utilizzata dalla Commissione durante la sua prossima serie di stime dei deficit strutturali, che saranno pubblicate nel mese di novembre. Ora si dovrà aspettare che venga approvata da tutti. Il portavoce della Commissione Simon O’Connor ha affermato che «nel frattempo continuerà ad essere utilizzata l’attuale metodologia.» Gli attuali calcoli europei su quanta parte del deficit sia strutturale e quanta invece causata dalla contrazione del ciclo economico presumono che gran parte dei disavanzi di bilancio del blocco delle economie più deboli sia strutturale, nel senso che persisterà anche dopo che l’economia sia tornata a pieno regime. Se il deficit è strutturale, più che congiunturale, è obbligatoria più austerità (tagli alla spesa o maggiori imposte). Il calcolo si basa sulle conclusioni della Commissione secondo cui anche alcune delle economie più deboli del blocco stiano operando relativamente vicino alla piena capacità, cosa che molti governi contestano. Ad esempio, l’ultima stima della commissione è che più dei due terzi del disavanzo di bilancio atteso della Spagna (circa il 6 % del prodotto interno lordo) sia strutturale, nonostante il fatto che quasi il 27% della forza lavoro della Spagna è ufficialmente disoccupata. Un alto tasso di disoccupazione aumenta i trasferimenti governativi e riduce le entrate fiscali. La ragione sta nel fatto che l’assurda ipotesi della Commissione è che il tasso “naturale” di disoccupazione in Spagna (se l’economia operasse al massimo del potenziale) sia pari al 23%. La nuova metodologia avrebbe abbassato tali stime per i paesi colpiti dalla crisi. Fonte: The Wall Street Journal, 24/09/2013 Traduzione: Graziano Fresiello < Prec Succ > - See more at: http://eurotruffa.it/politica/129-ue-ostacola-i-cambiamenti-alle-regole-che-potrebbero-alleggerire-austerita.html#sthash.VGLRZcel.dpuf“L’Italia meditava di uscire dall’€ nel 2011” Stampa Email A. Evans-Pritchard Parla un “insider” della BCE: “L’ITALIA MEDITAVA DI USCIRE DALL’EURO NEL 2011” di Ambrose Evans-Pritchard – THE TELEGRAPH – 12 Settembre 2013 Ora lo sappiamo: Silvio Berlusconi aveva seri piani per portare l’Italia fuori dall’Euro nell’ottobre–novembre 2011, accelerando così la sua immediata rimozione dall’ufficio e venendo decapitato dai gendarmi politici dell’unione monetaria europea. Lorenzo Bini Smaghi, precedentemente parte del gruppo di 6 persone del consiglio d’amministrazione della BCE, e per molti anni uomo italiano a Francoforte (sede della BCE), afferma che Berlusconi è stato silurato non appena ha cominciato a parlare di uscita dall’euro. In particolare, Berlusconi ha discusso di uscita dall’euro in incontri privati con altri premier, presumibilmente Merkel e Sarkozy, e anche con altri paesi minori (“L’ipotesi di uscita dall’euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi degli altri paesi dell’euro”). Ciò che abbiamo a lungo sospettato ora è confermato. Bini Smaghi rivela anche che la Merkel continuava a pensare che la Grecia avrebbe dovuto essere sbattuta fuori dall’euro al più tardi nell’autunno 2012, poi le spiegarono che in questa eventualità l’intero sistema euro sarebbe crollato, in una reazione a catena. Bini Smaghi conferma che la Germania è infatti esposta per 574 miliardi di crediti verso la Grecia, Portogallo, Italia, Irlanda Cipro e Slovenia. Bini Smaghi afferma che ogni Stato della zona euro che uscisse dall’euro dovrebbe fronteggiare un default di obbligazioni esterne. “La banca centrale non potrebbe ripagare le passività accumulate con gli altri membri dell’eurozona, le quali sono registrate in un sistema di pagamenti interni dell’UE (conosciuti come «Target 2»)”. L’insolvenza provocherebbe perdite sostanziali per controparti in altri paese dell’eurozona, inclusi banche centrali e stati. Gli elettori tedeschi potrebbero volere sapere questo prima delle elezioni di domenica. Il partito anti euro («AfD party»), che è ora quarto nelle proiezioni di voto con la possibilità di entrare in parlamento, potrebbe trovare queste rivelazioni interessanti. Per come la vedo io le compensazioni del «Target 2» che la Bundesbank rivendica suli paesi del blocco mediterraneo sono sostenute dalle garanzie date a banche registrate in Germania. E ciò per motivi di politica monetaria. EuroCrisisMonitor-small Ciò vuol dire che se l’euro implode la Bundesbank sarebbe ancora comunque in possesso del denaro nelle stesse banche private, che potrebbero essere Deutschebank ma anche Nomura, Citigroup, Barklays. Non è finzione. La Bundesbank non può fare default con queste garanzie. Forse sono un animale con un piccolo cervello, ma non ho ancora sentito una spiegazione soddisfacente di come ciò possa essere fatto in modo indolore, nonostante una lunga lista di economisti ci dica che deve essere fatto. Il punto è che «Target 2» non è altro che l’altra faccia degli spostamenti di capitali all’interno dell’eurozona. Gli investitori privati hanno approfittato per fare dumping interno coi paesi dell’area mediterranea, scaricando i costi su chi paga le tasse in Germania e negli altri paesi creditori del Nord Europa. Giratela come volete ma questa è la realtà. Sì, la Bundesbank potrebbe stampare moneta e dovrebbe farlo per evitare uno shock deflattivo, ma le sue dottrine monetarie ne uscirebbero a pezzi. La posizione ufficiale della Bundesbank su «Target 2» è che la controversia su tale argomento è una tempesta in un bicchier d’acqua. Infatti nemmeno loro ci credono. Un responsabile della Bundesbank per il «Target 2» disse in mia presenza che “tale situazione lo preoccupa ogni notte”. Il presidente della banca Jens Weidmann disse l’anno scorso che gli squilibri costituiscono un “rischio inaccettabile”. Ho il sospetto che qualcuno voglia gettare fumo negli occhi dei tedeschi, e non si tratta della schiettezza di jens Weidmann. Non sono d’accordo con la sua teoria monetaria ma la sua onestà intellettuale è magnifica. Fonte: Blog di Pritchard su telegraph.co.uk, del 12/09/2013 Ambrose Evans-Pritchard è International Business editor del Daily Telegraph Traduzione: Disobbedienza Civile Revisione: Marco Balestra - See more at: http://eurotruffa.it/politica/127-italia-meditava-uscire-dall-euro-nel-2011.html#sthash.nrWBHHWd.dpuf

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