Fermare la prossima atrocità UE: il Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM)
EUROPA UE, In risaltomercoledì, 15, gennaio, 2014
15 gennaio 2014 (MoviSol) – I documenti ora pubblicati relativi alla programmata Unione Bancaria mostrano non solo che si tratta della “legge più complicata mai stilata nell’UE”, come descritto dal sito euinsider.com, ma anche che essa conferisce poteri senza precedenti ad un organo ristretto di funzionari non eletti di gestione del settore privato dell’economia delle nazioni, dopo che il settore pubblico è già sotto la giurisdizione della Troika, e rendere le riforme vere quasi impossibili.
La proposta di legge esclude anche ogni tentativo da parte di stati membri dell’UE di muoversi nella direzione di una vera separazione bancaria alla Glass-Steagall. Costruire steccati tra le attività bancarie “crea ostacoli all’esercizio delle libertà fondamentali e distorce la competizione nel mercato interno”, recita il testo del trattato intergovernativo per un Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM).
La proposta dell’UE dello “steccato” (ringfencing) era contenuta nel rapporto della Commissione Liikanen presentato nell’ottobre 2012, ma è stata ritardata dalla Commissione in modo che per quest’anno non se ne farà niente, mentre è prevista una direttiva sulla materia entro la primavera. Questo rende credibile quanto pubblicato dal Financial Times il 5 gennaio, e cioè che il Commissario Michel Barnier sta lavorando ad una versione annacquata della proposta, già blanda, dello steccato di Liikanen.
Per quanto riguarda le risoluzioni (liquidazioni) bancarie, si tratta di un tema estremamente importante, perché regola il controllo della struttura di potere delle banche e dei loro clienti in una nazione. Il processo inizia con la decisione di mettere in liquidazione una banca. Da quel momento in poi, potrebbe essere applicata una delle scelte seguenti: la banca potrebbe essere venduta o ricostituita sotto una nuova gestione; i suoi attivi potrebbero essere trasferiti a istituti-ponte (bad banks); gli attivi potrebbero essere venduti; o, con il bail-in (prelievo forzoso), i debiti nei confronti degli obbligazionisti e dei risparmiatori potrebbero essere cancellati o convertiti in azioni. In aggiunta, si può attingere al fondo di risoluzione.
Le procedure di liquidazione sono descritte in una bozza di direttiva dell’UE che non può essere respinta dagli stati membri. Per essere applicata, tuttavia, c’è bisogno che venga ratificato il nuovo Trattato RSM.
Tale trattato istituisce un Fondo di Risoluzione Unico e una speciale autorità UE per gestire le banche in crisi chiamato Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM). Contrariamente a quanto precedentemente annunciato, i governi sono completamente esclusi dalla nuova istituzione, che sarà diretta da un consiglio (board) di cinque persone. Secondo lo stesso accordo SRM, questo consiglio “è un tipo completamente nuovo di struttura organizzativa del sistema UE”. Esso affiancherà il potente supervisore bancario unico (SSM) già istituito presso la BCE.
Le decisioni su una banca segnalata dal SSM dovranno essere elaborate dal consiglio del SRM e mandate alla Commissione per l’approvazione. Solo se la Commissione disapprova la proposta, saranno contattati i governi. La Commissione ha bisogno del sostegno dei ministri finanziari per respingere la proposta del consiglio SRM. Come si vede, i governi non hanno diritto di parola, tranne che per eventualmente sostenere l’opinione della Commissione. Il caso in cui i governi abbiano opinioni diverse dal SRM e dalla Commissione non è semplicemente contemplato.
La procedura generale per gestire le banche in crisi è codificata nella bozza di Direttiva su Liquidazioni e Salvataggi Bancari (BRRD) applicabile a tutti i 28 stati membri dell’UE. Assieme al trattato intergovernativo SRM, il contenuto della BRRD è frutto dell’accordo raggiunto al vertice UE di dicembre. L’EIR Strategic Alert ha ottenuto una copia della bozza, un documento di 336 pagine poco conosciuto.
Temendo una reazione pubblica dopo lo scandaloso prelievo sui conti bancari imposto a Cipro, le autorità UE avevano solennemente promesso che i conti delle piccole e medie imprese (Pmi) sarebbero stati meglio protetti, e che i depositi al di sotto dei centomila euro non sarebbero stati toccati (ovviamente entro i limiti del sistema di garanzia dei depositi). Di fatto, sotto “circostanze straordinarie”, i conti delle Pmi saranno privilegiati tra i creditori non assicurati. Tuttavia, permangono le priorità assegnate ad altri, tra cui i derivati, che in una crisi renderebbero insignificante la protezione alle Pmi.
I creditori privilegiati in caso di una banca insolvente saranno i possessori di debiti assicurati (compresi gli strumenti di copertura del rischio, cartolarizzazione e controparti per quei titoli, secondo l’Art. 68 (2), e tutti i debiti con maturità inferiore ai sette giorni. Non si dice esplicitamente che i derivati sono sacri, ma di fatto lo si stabilisce.
La direttiva sulle procedure di bail-in può essere applicata solo se il Trattato SRM verrà ratificato dai parlamenti nazionali e dal Parlamento Europeo. I leader dell’UE sperano di farcela prima delle elezioni europee di maggio, nel timore che un nuovo parlamento a maggioranza euroscettica renda il compito impossibile.
Finora i parlamenti nazionali hanno ratificato tutti i trattati UE, sistematicamente svendendo la sovranità nazionale e tradendo la costituzione. Questa è per loro l’ultima possibilità di redimersi, votando contro l’orrendo trattato SRM.
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