sabato 25 aprile 2015

Il prezzo del potere: la Cina alla conquista dei mari cementifica la barriera corallina

By  on 21 aprile 2015
cina_barriera corallina
Rivendicare territori, distruggendo l’ambiente. È questo, in sintesi, ciò che sta accadendo nel Mar Cinese Meridionale dove, per rivendicare alcune isole contese da diversi paesi, la Cina sta cementificando la barriera corallina.
La notizia è stata confermata dal New York Times che avrebbe pubblicato delle immagini satellitari, scattate dalla Digital Globe e analizzate dalCenter for Strategic and International Studies, che mostrerebbero la creazione di isole artificiali sulla barriera corallina.
I cinesi, infatti, utilizzerebbero la costruzione di “masse di terra” attorno alla Mischief Reef, una barriera corallina che si trova nelle isole Spratly, arcipelago nel Mar Cinese Meridionale tra le coste del Vietnam e delle Filippine, per guadagnare terreno all’interno della disputa territoriale.
Le isole Spratly, come precisa ilpost.it, sono dei territori  rivendicati da almeno altri tre Paesi, le Filippine, il Vietnam e Taiwan, e che già in passato sono stati al centro di scontri diplomatici e tensioni.
Mischief Reef
L’operazione della Cina finalizzata alla creazione di isole artificiali sulla barriera corallina, è una chiara manovra politica nella lotta per “accaparrarsi” i territori.
Prima viene riversata la sabbia e poi ci si costruisce sopra una pavimentazione con il calcestruzzo. Operazioni che sono state documentate appunto dalle immagini satellitari di Digital Globe e che mostrano come, nel giro di poche settimane, l’isola artificiale costruita attorno alla Mischief Reef sia notevolmente aumentata di dimensioni. Sembra, inoltre, che sia comparsa anche una nave da guerra anfibia, in grado di tenere a bordo tra 500 e 800 uomini e che pare avere compiti di sorveglianza.
Le operazioni per la realizzazione di quella che è stata definita “una grande muraglia di sabbia”, spiega il New York Times, sarebbero iniziate a gennaio.
Questa tecnica, un vero e proprio scempio ambientale, sarebbe stata usata in passato anche da altri paesi dell’Asia meridionale per allargare il proprio territorio, senza tuttavia arrivare a un’estensione così elevata come quella a cui è arrivata la Cina.
La questione della costruzione delle isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale è di rilevanza internazionale: sembra infatti che gli Stati Uniti abbiano sempre insistito affinché le dispute territoriali fossero risolte pacificamente. Un consiglio a cui la Cina non ha dato ascolto.
Le nuove isole di cemento costruite nelle Spratly sarebbero arrivate a tre. Secondo indiscrezioni, queste isole sarebbero state costruite con la funzione di creare una sorta di porto, dove far attraccare le navi da guerra. Quella sulla Mischief Reef, invece, potrebbe essere stata progettata per avere anche una pista di atterraggio per gli aerei da guerra.
A prescindere dalla questione politica, la costruzione di isole artificiali e la cementificazione della barriera corallina rappresentano un vero e proprio scempio ambientale. Moli e strisce di cemento distruggono l’ecosistema, già fragile, per lasciare spazio alle prepotenti speculazioni economiche di governi e compagnie internazionali che, proprio in quelle acque, sono alla ricerca di petrolio.
(Foto: digitalglobe)

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