Ancora una volta veniamo usati e collaboriamo per questioni che non ci riguardano!Dopo le esercitazioni Nato anti-russia del 2014,a settembre 2015 saremo la base dove si potrà “giocare alla guerra” contro Putin.Ormai lo schieramento del governo italiano è chiaro,sta dalla parte dell UE,merkel e Obama.Ma di ciò il popolo italiano ne sa nulla ne è stato mai interpellato,ne ha mai avuto voce in capitolo sulla questione.E’ democrazia questa?
Era settembre 2014 quando qualche giornale cominciò a rivelare la partecipazione attiva dell’Italia con la Nato per la questione in Ucraina,infatti come riferisce TGCOM 24 in un articolo:
<<Anche l’Italia sta prendendo parte all’esercitazione della Nato su larga scala per rassicurare gli Stati dell’Europa orientale dalle mosse aggressive della Russia contro l’Ucraina. L’operazione “Steadfast Javelin II”, alla quale partecipano centinaia di militari di nove Paesi, si svolge tra Polonia, Germania e Paesi baltici. >>
A descrivere al meglio la questione è Manlio Dinucci che hapartecipato – il 21 aprile 2015 – al convegno “#NoGuerra #NoNato, Per un Paese sovrano e neutrale“, tenutosi al Senato,il quale si è soffermato sulle varie esercitazioni militari della Nato che lasciano presagire uno scenario drammaticamente pericoloso.
Dopo una prima fase definita “magnifico balzo” (Noble Jump) tenutosi in aprile in Polonia con la partecipazione di forze tedesche e italiane, si è avuta la seconda recentemente a largo della Scozia, definita Joint Warrior, e per ammissione della stessa Nato è stata la maggiore esercitazione navale: vi partecipano dall’11 al 24 aprile 50 navi da guerra (tra cui un gruppo italiano) e 70 cacciabombardieri (che, bisogna sempre ricordare, hanno duplice capacità anche nucleare). Il tutto serve a preparare la madre di tutte le esercitazioni per la cosiddetta “Trident Juncture 2015″ (TRJE15) – la maggiore esercitazione dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi che si terrà in Italia dal 28 settembre al 9 novembre, cui parteciperanno tutte le forze della Nato. “Verranno ad esercitarsi alla guerra qui in Italia”.
In questo stato di cose, prosegue Dinucci, il problema è agire su un’opinione pubblica che ha subito un continuo martellamento da parte delle armi di distrazione di massa.“Prima di militarizzare i territori bisogna pensare a militarizzare le menti. Se un’opinione pubblica accetta tutto, montata dal dramma del Mediterraneo, si accetterà anche l’assurdo: mandare nuovi militari in questa fase storica”, ha aggiunto. Il ragionamento di Dinucci continua su un fatto: bisogna far capire alla gente che tutto questo costa. L’Italia spende infatti, secondo dati della Nato, un ammontare che supera i 52 milioni di euro al giorno. All’incirca la stessa cifra viene ammessa dal Ministero della Difesa. Ma oltre a questo denaro speso ci sono le somme iscritte al Ministero delle finanze per le missioni e quelle iscritte al ministero dello sviluppo. Studi attendibili ed autorevoli – che i parlamentari dovrebbero prendere a riferimento – quantificano oggi il tutto in 80 milioni di euro al giorno che il nostro paese spende nel settore della difesa. Ma non basta, ora la Nato preme affinché la spesa militare venga portata al 2% del Pil: parliamo di 100 milioni di euro al giorno. Oggi questo è uno degli argomenti tabù.
“Non si tratta di proporre di cancellare gli eserciti, si tratta di eliminare le spese che travalicano l’art.11 della Costituzione: mezzi d’assalto, missioni di guerra come in Afghanistan, F-35…. etc…”, ha concluso Dinucci, ribadendo il suo appello perché ci sia una mobilitazione di massa che chieda l’uscita del nostro paese dalla Nato.
Fonte: www.lantidiplomatico.it
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