Potevamo prenderne 100, ci è stato impedito”
Il segretario del Sap Gianni Tonelli ricostruisce la “trattativa” polizia-black bloc avvenuta il 1° Maggio a Milano
Roma – «Ho parlato con i colleghi in prima linea e con altri rimasti feriti e mi hanno detto che, nonostante si siano trovati in condizione eccellente per poter arrestare un numero cospicuo di persone, un centinaio circa, è stato loro impedito».
Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di Polizia (Sap), denuncia la trattativa Stato- black bloc che ha condizionato il mantenimento dell’ordine pubblico durante la manifestazione milanese del primo maggio scorso.
Che cosa è successo?
«I parametri di legalità delle forze dell’ordine sono stati piegati alla Realpolitik , come ha detto il direttore Sallusti».
I video nei quali i funzionari di Polizia intimano agli agenti di non procedere ai fermi sono, dunque, veritieri?
«È così, noi volevamo arrestarli, ma secondo la Realpolitik del governo tutto ciò avrebbe significato esporsi al rischio di sclerotizzare le tensioni per sei mesi. Questo è un modo di affrontare la situazione da pagliacci: non si tratta di repressione ma di applicazione della legge».
Hanno barattato Expo con la dignità della Polizia?
«Lo hanno già fatto. I colleghi ubbidiscono ma sono amareggiati. Soprattutto se pensiamo che hanno utilizzato una norma desueta come il Testo unico sul pubblico impiego per un corpo speciale come la Polizia per punire il nostro collega Fabio Tortosa per un like su Facebook relativo al G8 del 2001».
È indignato?
«Se le condizioni sono queste, allora ci lascino in caserma, perché rischiare la nostra vita per le ragioni di bottega di qualcun altro non è appropriato».
La Polizia è indifesa?
«Sono state lanciate 500 bombe carta con pece in grado di cagionare lesioni gravi. Hanno usato molotov di nuova generazione che paiono innocue perché si innescano con la caduta o, forse, al contatto con l’aria e dunque sono molto più pericolose. Dobbiamo ringraziare il cielo che non sia accaduto qualcosa di irreparabile: rischiamo la nostra vita senza mezzi adeguati per 1.200 euro al mese».
Il ministro Alfano, però, è soddisfatto.
«Del compiacimento del ministro non me ne faccio proprio nulla. Servono strumenti concreti come l’arresto obbligatorio per travisamento e danneggiamento. Servono che non vengano votati provvedimenti come il reato di tortura perché se un collega avesse preso un black bloc intimandogli di rivelare il nascondiglio delle molotov, con la nuova normativa, avrebbe rischiato una pena detentiva. Condurre un interrogatorio anche di un mafioso potrebbe diventare difficile».
Cosa vorrebbe dire al capo della Polizia Pansa e al ministro Alfano?
«Che è ora di fatti concreti e non di frasi di circostanza. Ci devono tutelare dal partito anti-Polizia che prolifera nelle istituzioni e in Parlamento e che ci espone al pubblico ludibrio».
FONTE
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/potevamo-prenderne-100-ci-stato-impedito-1123503.html
Un abbraccio di luce e amore Gioia
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